Capitolo 25

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21 Dicembre.

Il caos domina le strade di Londra. Persone che urlano, corrono, cercando di portare in salvo loro stessi e, in caso, i propri bambini. Scoppi assordanti rimbombano nelle orecchie di tutti.
N:" Io mi chiedo perchè cazzo devono fare i botti se mancano otto fottuti giorni a capodanno. E spiegatemi anche perché porca troia devono urlare. "
G:" Non ne ho idea. So solo che fa veramente troppo freddo e tutte queste persone che corrono nei negozi per fare i regali mi urtano il sistema nervoso. Mi vengono tutti addosso. Io dico no, non sono trasparente. Esisto." Mentre sto per finire la frase mi viene in mente mia madre che mi dice di coprirmi. Sono dell'idea che, in vita mia, potrò ammettere tutto, tranne che mia madre ha ragione quando mi dice che sentirò freddo. Fra due giorni la mia famiglia sarà finalmente qui. Dopo quattro mesi finalmente li rivedo.
N:"Oddio, mi spieghi perché cazzo ci sono dei momenti in cui non sei più sulla terra? A che pensi? A come starebbe bene un piercing ad un unicorno?" Scoppio a ridere per la sua stupida domanda prima di rispondere, ancora con un sorriso ebete sulla faccia.
G:"Stavo pensando al fatto che tra due giorni vengono i miei genitori."
N:"Finalmente non sentirò tua madre per telefono ma riuscirò a parlarci dal vivo. Antonella mi ha promesso di portarmi un ciambellone fatto da lei. Non vedo l'ora. Mi ha anche detto che mi insegnerà a farli. Amo tua madre." Dopo continui complimenti alle "doti culinarie" di mia madre e dopo vari negozi Niall mi accompagna a casa e va nell'appartamento dagli altri. Le ragazze sono uscite per andare a fare gli ultimi regali, ovvero il mio regalo, quindi sono sola a casa. Ordino una pizza per cena e vado verso il bagno. Accendo le mie candele profumate, accendo l'acqua e spengo le luci. Piano mi spoglio ed entro in doccia dopo aver legato i capelli in una cipolla. I miei muscoli si rilassano appena l'acua calda scorre sul mio corpo. Mi lavo con calma prima di uscire dalla doccia e mettermi il pigiama. Quando il campanello suona  prendo i soldi e vado ad aprire aspettando di trovarmi davanti il tizio delle pizze, invece no.
G:"Vattene subito." Cerco di chiudere la porta ma il piede di Justin la blocca.
J:"Aspetta. Ho bisogno di parlarti. Poi il caos. Un ragazzo prende Justin e lo butta per terra iniziando a dargli svariati cazzotti in faccia, mentre un altro viene verso di me. Cerco di correre in cucina mentre sento i suoi passi dietro di me. Afferro uncoltello e cerco di proteggermi. Si avvicina sempre di più, riuscendo ad evitare tutti i miei colpi. Poi riesco a graffiargli un braccio, approfitto del suo attimo di dolore per voltarmi ed andare verso la porta, ma ovviamente qualcuno mi stava aspettando. Le ultime parole che sento prima di addormentarmi sono:"Era un po' che non ti scrivevo. Hai presente la quiete prima della tempesta? Ecco, è arrivata la tempesta. Dopo di che buio totale.

Quando mi risveglio sono seduta per terra in una angolo, rannicchiata contro il muro e con le mani chiuse nelle catene attaccate alla parete. Davanti a me un ragazzo biondo che si rigira un coltello fra le mani. Mi guarda e sorride.
X:"Il capo aveva avvertito Will di non dire niente riguardo al suo lavoro. La disobbedienza paga." La mia risposta è un grugnito di disgusto. Il mio sguardo fisso sulla parete lontana al mio lato.
X:"Avanti dolcezza. Dimmi cosa sai."

Will's Pov

H:"che vogliamo fare con il capo? Non mi piace il fatto che non si sia più fatto sentire. Noi semplicemente è come se non lavorassimo più. È troppo strano."
W:"Stavo pensando alla stessa cosa. Non può esserci tanta calma. Anche a Giorgia non arrivano più messaggi di minacce."
N:"Dici che quei messaggi c'entrano qualcosa?"
W:"Non lo so. Non so che pensare. È tutto troppo tranquillo. Insomma ragazzi, da quando ci dobbiamo preoccupare che la nostra vita è troppo serena? Dobbiamo fare qualcosa. Non possiamo semplicemente lasciare che le cose continuino ad andare così."
L:"Sono con te amico, solo che ci abbiamo provato tante di quelle volte a fare qualcosa. Come sai di poterci riuscire? Sono troppo più potenti di noi."
W:"Perché questa volta non si tratta più solo di noi Lou."
Z:"Will ha ragione ragazzi. Abbiamo troppo da perdere."
L:"Allora facciamolo. Ci stiamo dentro tutti Louis, facciamolo per noi è per le ragazze. Cotinuando mettiamo in pericolo tutti." Il suono ripetuto del citofono ci fa tacere di botto. Vado a sentire chi cazzo è a mezzanotte.
W:"Sì?"
X:"Will. Apri è importante."
W:"Ryan?"
R:"Sì.  Ora cazzo apri." Apro il portone e la porta. Quando entra dentro l'appartamento tutti lo aspettiamo un po' ansiosi. Appena entra anche quel coglione di Justin il sangue mi si gela nelle vene. La faccia piena di sangue. Sto per chiedere che cazzo ci facciano a casa mia ma Ryan mi anticipa. Non l'ho mai visto così serio e arrabbiato.
R:"Si tratta di Giorgia..." il mio stomaco si contorce. Il cuore sprofonda.

Giorgia 's Pov

La testa mi scoppia, non mi sento più le mani per quanto sono strette le manette ed ho bisogno di acqua e cibo. In più questo tizio continua a chiedermi cose che non so.
G:"Ti ho già detto che non so niente. Quante altre volte te lo devo dire? Non so un cazzo di niente quindi lasciami in pace."
X:"Che bel caratterino." Sogghigna alzandosi e venendo verso di me. Si inginocchia per stare alla mia altezza.
X:"Non mi piace come mi parli stronzetta."
G:"Tanto che mi frega? Non sarai più "indulgente" con me se mi sto zitta."
X:"E tu che ne sai? Meglio provare no? Chi ti dice che io voglia farti del male?"
G:"Il coltello nella tua mano destra e la pistola infilata nei pantaloni forse? Non prendermi per il culo per favore." Avvicina le labbra al mio orecchio e sussurra, come se qualcuno potesse sentire.
X:"Non farmi incazzare. Lo dico per te. Non voglio essere cattivo." Detto ciò si alza e si risiede al suo posto continuando a girare il coltello fra le dita e canticchiando non so che.

G:"Quanto tempo è che sono qui?"
X:"Un paio d'ore."
G:"Ho fame e sete e sonno. Voglio andare a casa."
X:"Stanno arrivando con il cibo. Dormi almeno non ti sento."
G:"Perchè lo stai facendo? Perchè sono qui e perché tu stai facendo questo?" Sì gira di scatto verso di me l'espressione è un misto fra rabbia e rassegnazione.
X:"Cosa ti fa pensare di poter parlare con me? Non ho intenzione di fare un cuore a cuore con un ostaggio. Cosa ti fa pensare di poter avere la lingua lunga in questo momento?"
G:"Il fatto che tu non mi abbia toccata da quando sono arrivata,  il fatto che non mi hai picchiata appena ho sforato il limite." Ci guardiamo negli occhi per quelli che sembrano secoli, un'aria di sfida regna nel mio sguardo tanto quanto nel suo. Finché non ci interrompe il rumore del bussare sulla porta. Si allontana con aria arrogante per andare ad aprire la porta. Io continuo a guardarlo finché non esce dalla porta. Lo sento urlare e ricevere urla. Non mi aspetta nulla di buono. Ne sono convinta. Quando ritorna nella sala non è solo.

Will's Pov

W:"Che cazzo vuoi dire con non sai dove sta?"
J:"Voglio dire che ero andato quello che ho detto."
W:"Ti giuro che se non la trovo viva ammazzo te e chiunque altro potrebbe averla uccisa. Faccio una strage."
H:"Adesso datti una calmata. Non credo sia il momento di farti prendere dal panico."
N:"Andiamo a cercarla. Ora."
W:"Sì, voglio andare subito. Prendete le vostre cazzo di pistole ed alzate il culo. Una volta trovata Giorgia mettiamo su un piano per finire questa storia. Zayn, Liam e Louis andate da Sara e Perrie, Harry e Niall noi andiamo a cercarla. Per qualsiasi evenienza chiamate il numero che sapete voi. Ryan vieni con noi?"
R:"Assolutamente si."
W:"Lui che deve fare?" Chiedo fregandomene del disprezzo che si sente nella mia voce.
J:"Vorrei venire ma non so quanto posso essere d'aiuto conciato così."
W:"Vai con gli altri a controllare le ragazze."
N:" Lou appena la troviamo ti chiamo." L'altro annuisce e dopo aver preso le nostre armi andiamo a cercare la mia ragazza. Giuro che se le hanno fatto del male non so come potrei reagire. Non ho la minima idea di dove trovarla. Niall inizia a cercare di rintracciare il suo telefono e l'unica cosa che posso fare è aspettare. Anche se farlo mi sta lacerando dentro.

Giorgia's Pov

 
X:"Allora ecco la puttanella che se la fa con il nostro Will. Non credi di essere troppo carina per lui?" Come risposta guardo da un'altra parte con aria di superiorità.
X:"Io l'avevo detto che ha un bel caratterino la ragazza."
X:" Lo vedo." L'uomo più grande, quello appena entrato nella stanza, si avvicina a me e continua. "Con me non si gioca ragazzina. Non darle ne da mangiare ne da bere finché non ti dice qualcosa. E non essere troppo gentile, hai un coltello ed una pistola.  Usali." Il mio stomaco sprofonda e cerco di non far trasparire la paura nel mio sguardo mentre continuo a guardare un punto fisso.
Passa almeno un'ora dalla visita del colosso ed io inizio a sentire sempre più freddo. Ho bisogno di mangiare e di bere. Il ragazzo che sta qui da quando mi sono svegliata cerca di non guardarmi. Poi finalmente parla.
X:"Come ti chiami?" La mia gola è secca e parlare risulta più difficile del previsto. Forse unito alla confusione.
G:"Giorgia. Tu?"
E:"Evan." Silenzio. "Hai tanta fame?"
G:"Da morire." Senza dire una parola prende i due sacchetti al lato della sua sedia e me ne passa uno. Lo apro e non aspetto un secondo di più per mangiare tutto quello che è al suo interno.
E:"Se il capo viene a sapere che ti ho dato da mangiare senza uno straccio di informazione, prima uccide me, poi farà lo stesso con te."
G:"Allora non lo dovrà sapere. Digli che mi hai torturata e che, nonostante le torture affermavo di non sapere niente."
E:"Ti vorrà vedere e quando non noterà alcun livido o taglio, allora capirà che era una presa in giro. In quel caso, prima di ucciderci, ci torturerà."
G:"Hai ragione." Penso per qualche istante, un idea mi viene in mente. Quando ci guardiamo negli occhi lui deve intuire la mia idea perchè inizia a mimare un no con la testa.
G:"Mi devo fare delle ferite. E tu mi aiuterai."
22 dicembre. 3:30 AM.

The Shadow Inside MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora