Capitolo 1

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Una delle cose che odio di più al mondo, le persone in doppia fila. Ma dico io, ci sono ventimila parcheggi perché pettersi proprio davanti alla mia macchina.

Inizio a suonare il clacson in modo abbastanza evidente, anche perché sta sera devo uscire con mio fratello e dei suoi amici, credo per un compleanno. Quindi se faccio un secondo di ritardo mi ammazza.

Il proprietario arriva con calma e mi vede mentre mette dentro cla macchina un pacco.

"Non c'è bisogno di fare questo show".

"Senti belloccio, non mi importa un cazzo, vedi di andartene che la prossima volta ti rigo l'auto, sono in ritardo e solo perché sei ricco parcheggi l'auto come ti pare?".

"Ma che cazzo vuoi? Vattene a fanculo" prende e parte.

Lo insulto nella strada verso casa mentre spingo sull'acceleratore. Tanto bello quel ragazzo quanto testa di cazzo, tutti casi umani in questo mondo.

Ricevo una chiamata, appunto, mio fratello puntuale come un orologio che mi chiederà dove sono finita.

"Dimmi Stephan, sto tornando, un coglione si è parcheggiato davanti a me e non riuscivo ad uscire...".

"Va bene, mi hai ritirato la camicia?".

"No, l'ho regalata al primo figo che passava".

"Simpatica, ci vediamo a casa" sorrido mentre chiudo, non posso lamentarmi del rapporto che abbiamo. Anzi, mi vuole un sacco di bene ed io pure.

Arrivo sotto casa sua, parcheggio l'auto e salgo dal garage in casa. Mentre vado per prendere l'ascensore trovo l'altro mio fratello.

"Allora? Hai una faccia scazzata".

"Ho litigato con un coglione in doppia fila, mamma mia che rottura di palle. E voleva aver ragione lui capito?".

"La solita" commenta mentre lo mando a cagare.

Entriamo in casa e do la camicia a Stephan, finisco la valigia. Domani partiamo per Ibiza, sarò credo l'unica ragazza ma non mi interessa. Ho un altro scopo, ovvero farmi qualche bel ragazzo e nella compagnia di mio fratello di belli spero ce ne siano.

Mi faccio una doccia e dopo mi metto una maglietta praticamente trasparente e dei pantaloncini. Mi metto a truccarmi nella camera che divido qui con uno dei miei fratelli. Sono più grandi di me e molto protettivi, anche se col tempo hanno imparato a lasciarmi stare. Mi accendo una sigaretta mentre poi mi metto il rossetto. Entra mio fratello.

"Apri la finestra".

"È aperta, ci sono ventimila gradi" commento mentre mi siedo sul mobile vicino alla finestra.

Lo osservo mentre inizia a prepararsi.

"Ste?".

"Si sta preparando... Sai che ci tiene".

"È un semplice compleanno, non so neanche chi sia, gli ho preso un bracciale tanto per. So solo che gioca con lui, sai quanti calciatori giocano con lui? Almeno trenta" sorride.

"E te ne piaceranno almeno ventinove".

"Simpatico. Non mi piacciono tutti, però alcuni sono belli, vedi Nainggolan" mi guarda ridendo.

"Capisco perché papà ha ansia di chi gli porti a casa" sorrido, fin troppa direi.

Quando siamo pronti salgo in auto, saremo in un ristorante sul mare.
Vedo mio fratello guardarmi mentre guida.

"Cosa c'è Ste?" gli chiedo mentre guarda la strada.

"Nulla, sei bellissima lo sai?" sorrido.

"Anche tu" sorride.

Quelli Giusti Al Momento Sbagliato // Lorenzo Pellegrini Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora