Capitolo 10

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Sono sull'aereo diretto a Nizza con i miei due fratelli, le ferite ancora tirano e non le sopporto moltissimo.
Guardo fuori dal finestrino mentre la musica scorre nelle orecchie, già mi manca Lorenzo. Il pensiero che sia a Roma in questo momento mi fa salire il sangue al cervello, sapere che le sue labbra che fino a sta mattina prima del volo le baciavo io vengono baciate da un'altra mi fa impazzire.

"Tutto bene Sophi?" levo una cuffia per parlare con mio fratello.

"Si Manu, siamo quasi arrivati?".

"Mezz'oretta, devi cambiarti i cerotti" mi preoccupava il fatto che lui non si fosse preoccupato fino ad ora.

"Si, li ho nella borsa, prendila" si alza e me la prende, la bellezza del jet privato è che siamo solo noi tre.

Stephan mi aiuta a levarli, anche perché fa malissimo. Mi guardo la ferita sulla gamba e la tampono.

"Non esce sangue".

"No no, però" mi disinfetto le mani e mi metto un altro cerotto dopo averle fatte respirare un po'.

"Capisco perché vuoi fare medicina ora" sorrido.

"Ma non per questo, cioè anche. Mi piace salvare gli altri diciamo, anche se preferisco i bambini che si fanno male, cioè guarire loro" loro scoppiano a ridere.

"I bambini che si fanno male, masochista" mi spingono mentre rido.

Arriviamo a Nizza e con la macchina di Stephan che si è fatto portare qua andiamo fino a Montecarlo, venivo spesso qua quando avevo diciassette anni circa. Stephan giocava qua e non era proprio un periodo felice, anzi il contrario. Io ho cercato di dare meno fastidio, ma essendo la persona che da la scossa a questa famiglia ho fallito miseramente litigando pesantemente con tutti. Soprattutto con Stephan, con il quale per farmi perdonare sono venuta da sola fino a qua da Savona senza un euro in tasca e solo col biglietto d'andata.

Arriviamo all'hotel, salgo nella mia camera e mi butto sul letto. Ho bisogno di stare un attimo da sola. Guardo il soffitto e penso a Lorenzo, saperlo con quella mi da sull'anima.
Abbiamo deciso che lui mi chiama quando può, mi scrive e se non risponde è perché non può. Non è un ruolo adatto a me. Assolutamente no.
Gli devo pure scrivere sul telefono del lavoro perché l'altro lei sa la sua password, da pazzi. Io a malapena so la mia di password.

Mi faccio una doccia e mi cambio, lascio respirare le ferite tanto anche se si vedono non mi interessa. Mi metto canottiera bianca e pantaloncini di jeans. Le infradito e scendo dove mio fratello mi ha detto, andremo in spiaggia.

"Ciao" dico al migliore amico di mio fratello mentre lo stringo, è un po' un fratellone anche lui per me.

Andiamo in spiaggia, continuo a pensare a Lorenzo anche mentre sono sdraiata a prendere il sole.

"Ei, cosa succede? Che oggi sei fin troppo silenziosa" mi alzo mentre guardo l'amico di mio fratello.

"Eh Manu, nulla" mi guarda le ferite.

"È collegato a questo? Sembra che ti abbia preso un'auto in pieno".

Gli racconto la storia, senza dirgli il perché ero a quella velocità sulla moto. Nonostante non ricordi esattamente tutto, però la botta la ricordo, ed anche benissimo.

"Ahia, perché correvi sulla moto?".

Lo guardo, credo ci arrivi da solo, dopotutto mi conosce benissimo. Lui mi abbraccia mentre lo stringo.

"Allora, come si chiama il ragazzino figo alla quale hai fatto il filo tutto Ibiza?" scoppio a ridere.

"È Lorenzo..." mi guarda mentre mi mordo il labbro, lo so che non so mettermi in cose semplici.

"Pellegrini? Non ci credo, ma davvero? Adoro, ti ci vedo però. Anche se so che è sposato" annuisco, la smettessero tutti di ricordarmelo.

"Se smettete di ricordarmi che mi sono baciata uno sposato grazie, mi fareste tutti un favore" lui mi bacia sulla guancia, spesso credevano che saremmo finiti insieme ma tolto forse un bacio una volta io ubriaca non siamo mai andati oltre e non ci voglio andare, è come un fratello. È il mio tipo ideale, è l'opposto di Lorenzo, ma io e lui insieme mai nella vita.

"Dai va bene, l'importante è che tu stia bene. Vieni a fare un bagno in piscina?" annuisco.

"Vado al bagno un attimo e torno, mio fratello?".

"Con una".

"Classico" vado verso il bagno, quando mi lavo le mani osservo il ragazzo affianco a me, lui si gira. Cazzo, Mattia. Il mio ex.

"Sophia".

"Mattia, che cazzo ci fai qua?" mi tira uno schiaffo.

"Oh, sono sempre io eh. Mi devi rispetto, capito?" annuisco. È l'unico che non riesco a comandare come voglio, anzi è lui che comanda me sempre e comunque.

"Capito, scusa. Che ci fai qua?".

"Un giro, il caso volle che sono finito qua, con te. Speravi di dimenticarti di me eh, eppure sei rimasta la stessa puttana di anni fa credo" prova a mettermi una mano sui jeans ma la levo.

"Sophia, non vorrai farmi usare le maniere dure. Vieni" mi chiude con lui nel bagno, per fortuna è abbastanza grande ma è di lui che ho paura.

Si avvicina a me mentre si abbassa il costume ed a me abbassa i pantaloncini e il costume. Lo guardo mentre lui mi bacia, entra dentro di me. Non mi è mai piaciuto farlo con lui, è stata la mia prima volta ma la ricordo con molto dispiacere. Non è per niente bravo a far l'amore, è bravo solo a scopare e sono due cose ben diverse.

"Allora, ti sono mancato?".

"Si" riesco solo a dire mentre lo guardo.

Mi lascia andare ed io sento un male atroce ovunque, vado in piscina da Manuel e facciamo il bagno.

"Bruciano col cloro?".

"Un po' si" fosse quello, sapessero tutto. Non l'ho mai detto a nessuno, sanno solo che era iper protettivo.
Probabilmente neanche lo riconoscerebbero, ad oggi è pieno di tatuaggi e completamente rasato. Una sorta di avanzo da galera, non mi stupirei se scoprissi che c'è stato davvero.

"Tu con Lorenzo?".

"Non so Manu, vedrò" usciamo dopo aver nuotato e Lorenzo mi chiama.

"Sei tutto pazzo" commento mentre rispondo e lui scoppia a ridere.

"No, ho detto che devo fare una chiamata a Trigoria. Se eviti di farmi ridere".

"No, faccio come voglio. Come va Lorenzino?" lo sento sospirare.

"Bene ma mi manchi" sapesse lui.

"Sapessi te, sta notte come farò? Immagino te affianco a me".

"Anche io e fidati non scherzo, aspetta reggimi il gioco... Allora posso tornare a prendere i parastinchi appena torno a Trigoria?".

"Appena torni a Trigoria ti sbatto al muro a far l'amore scemo".

"Perfetto, arrivederci" butta giù e guardo Manuel che scoppia a ridere.

"Che cazzo ridi tu? Sei un fratello di merda" mi abbraccia mentre rido.

"Ti ha chiesto di reggere il gioco eh, però mi hai fatto morire. Sempre delicata te eh" annuisco mentre lo abbraccio. Ho già ansia per sta sera, Mattia sarà probabilmente molto vicino a noi.

Quelli Giusti Al Momento Sbagliato // Lorenzo Pellegrini Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora