Capitolo 24

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Sophia ha deciso di guidare lei per andare a prendere i suoi genitori, avrei preferito incontrarli seduti ad un tavolo che in una macchina dove per forza dobbiamo parlare. Mi fido della sua guida, nonostante guidi la mia macchina alla quale tengo più di me stesso. L'ho appena presa e De Rossi non mi batterà mai, insomma facciamo a gara a Trigoria ma quest'anno li batto tutti, è decisamente la migliore.

"Fa la curva più larga" lei mi guarda dallo specchietto mentre mi fulmina.

"Non mi faccio problemi a mandarti a cagare con i miei genitori eh, sappilo" scoppio a ridere, arriviamo e li aspettiamo. Scendiamo dall'auto e scatto due foto con due bambini che abitano nello stesso palazzo di Stephan, come al solito, a Roma tutto ciò è normale ed ero il primo a cercare i calciatori in giro per la città.

Vedo arrivare i suoi genitori mentre l'ansia inizia a salire ed io cerco di distrarmi mentre gioco con le maniche della camicia che indosso, già mi sono coperto il succhiotto perché se lo vede Di Francesco fra poco mi strozza subito, poi anche per sta sera.

Vedo Sophia abbracciare loro due mentre poi mi guarda e sorride mentre si avvicina a me.

"Vabbè, lui è Lorenzo" mi presento mentre poi saliamo in macchina, l'ansia mi sale fino alle stelle mentre restiamo in silenzio subito, guido io perché non sa la strada nonostante rischio di ammazzarmi spesso.

"Stai calmo eh" mi dice Sophia mentre annuisco, arriviamo presto per fortuna. Ci sediamo al ristorante ed ovviamente prima o poi il discorso inizia, soprattutto prima Sophia che parla raccontando molte cose così, giusto per farmi intromettere.

"Quindi vivete insieme ora?" sento dire da suo papà mentre le mani iniziano a sudarmi e neanche l'immagine del Colosseo mi mette la testa apposto o mi fa calmare.

"Si, già gliene avevo parlato a lei perché cercava casa ed io tanto cercavo di metterla in affitto almeno, ora ovviamente la storia è andata in modo diverso. Quindi diciamo che ora si, ci proviamo per lo meno nonostante inizi il ritiro e tutto fra pochissimi giorni, il nove" Sophia mi guarda spesso ed anche lei mi mette a disagio nonostante siano molto calmi come persone e non col piede di guerra.

"Non mangiamo nessuno eh" dice suo papà mentre sorrido.

"Si si si lo so, ma non sono pratico nelle prime impressioni ecco" Sophia mi dà una spinta mentre ride.

"Tu? Io ci ho messo un giorno, tu questi già li stai conquistando" sorrido. In effetti sono persone gentili e non ho sfasciato un matrimonio, credo loro lo sappiano benissimo la mia precedente storia quindi non ve bisogno di ripeterla.

"Hai divorziato?".

"Stiamo facendo, ovviamente è stata una scelta presa con testa. Conosco Sophi da solo pochissimi giorni ma nonostante ciò sono convinto che siamo pronti a questo. Io esco da una storia grandissima, quella che credevo fosse della mia vita. La conosco da tantissimo tempo, eravamo fidanzati da circa sei anni e sposati addirittura. Io ero convinto prima di conoscere lei che fosse la mia donna ma così non è stato, non era mai successo prima. Forse mi sentivo un po' oppresso, ora ci proviamo ma sta andando bene" Sophia so che gli dà fastidio se nomino Veronica, ma devo dare spiegazioni perché non mi vedano come uno che vuole solo una amante.

"Rispetto a quelli che si portava a casa li batti tutti, non che ci volesse molto. Un bravo ragazzo sei riuscita a prenderlo eh" Sophia fulmina suo papà mentre rido.

"Papà ma cosa dici su? Poi ti ho presentato solo Mattia tolto lui" annuisce.

"Appunto, dieci spanne sopra eh. Vabbè che ci vuole poco, ma con Mattia avevo un'ansia assurda pensando a voi due insieme comunque quando potevate, da noi, da voi. Con lui ci vivi e, nonostante tu sia già più grande, ho forse un po' di paura conoscendo te e come sei fatta, ma per lui zero" mi fa piacere sentire determinate parole, avere il consenso del padre per me vale moltissimo. Il papà con le figlie femmine sono protettivi, moltissimo. Lo vedevo da mio padre con mia sorella, aveva una paura assurda ed ora ha tre splendide bambine con suo marito.

"Si papà così me lo spaventi".

"Ma che spaventi, io avevo già l'ansia che finisse come a casa mia. Cosa dici oh" scoppia a ridere mentre finiamo di mangiare, dopo cena vado a prendere un po' d'aria mentre guardo il Colosseo, mi raggiunge suo padre. Ho un po' di paura ma non mi sembra sul piede di guerra, anzi totalmente il contrario.

"Non ti chiederò mai come andrà con mia figlia, voglio solo sapere una cosa perché sono curioso, cosa ti ha fatto innamorare di lei?" eh, cosa mi ha fatto innamorare. Il suo sorriso che quando gli viene spontaneo è bellissimo, il suo corpo che nonostante sia ancora piccolina è disegnato per incastrarsi col mio, il suo modo di essere convincente e di volermi bene, il suo essere rispettosa verso di me e preoccuparsi di come mi sento, il suo modo di essere testa di cazzo molto spesso e voler mollare tutto pur sapendo che non accada.

"Eh, viene difficile da spiegare. Potrei dire una cosa perché sono tantissime cose, però questo suo lato di non mollare mai quando vuole ottenere un qualcosa materiale e non, alla fine ha deciso di aprirsi pur sapendo che io fossi sposato. Poi è stato tutto un fattore dietro l'altro ecco" lui annuisce.

"Davvero, mia figlia mi sgrida perché pensa che ti sto dicendo qualsiasi cosa. Non sono preoccupato di ciò, so solo che è ancora piccola ma so bene come sei te, in fondo se eri sposato di sicuro sei più maturo di molti ragazzini della tua età. Benvenuto in famiglia Lorenzo" tiro un sospiro di sollievo, so benissimo come spesso si ponevano con Stephan e le ragazze, me lo raccontava ed è il motivo per cui non gliene presenta moltissimo.

"Avevo un po' d'ansia" sorride.

"Non ho mai mangiato nessuno in vita mia, è sempre la mia bambina eh" in quel momento arriva Sophia che ci guarda con le mani sui fianchi.

"Papà smettila, me lo stai facendo diventare scemo e spaventato".

"Ma se non dico mai nulla io, vabbè vado da tua madre vah" rientra e Sophia mi abbraccia mentre guardiamo Roma, ci scattiamo una foto mentre la stringo e la bacio. Mi guarda mentre si accende una sigaretta.

"Ahia, cazzo Pellegrini sei così bello che riesco a bruciarmi perché mi distraggo" sorrido mentre mi appoggio alla ringhiera di vetro del ristorante.

"Se smettessi non ti bruceresti" mi guarda, è forse l'unica cosa che mi dà fastidio, non per me ma per lei, ha diciannove anni e fuma decisamente troppo per i miei gusti.

"Non credo di riuscire a smettere così di punto in bianco, quindi... Poi col tempo ci penso, ringrazia che non hai sto vizio" annuisco.

"Se lo avessi mai avuto mio padre mi avrebbe ammazzato" scoppia a ridere.

"Credi che a me non abbiano detto nulla? Mio papà fuma a volte ma neanche tanto, quindi quando mi fece la predica era poco credibile. Quando sono con loro non fumo quasi mai perché gli dà fastidio, se so che lo fa anche con te non ti fumo più vicino, almeno all'aperto. In casa non fumo eh, questa battaglia l'hai vinta te" sorrido e la bacio senza pensare al fatto che ora sa più di fumo che di quant'altro.

"Se tutti i nostri piccoli litigi si risolvono così" lei mi guarda con la sua solita faccia da furba.

"Si certo, quindi non giocherai più alla play".

"Col cazzo, la play non la tocchi" sbuffa.

"Uffa, non sono neanche abituata. Ho due fratelli maschi che la hanno ma non ci giocano mai, a me piace solo la Wii" rido e la abbraccio, basta saperlo so cosa farle il 22 che sarà il suo compleanno oltre a tutte l'enorme sorpresa che già sto pensando nella testa. Avrò modo di lavorarci la sera a Trigoria quando saremo io e Stephan in camera insieme.

La bacio sulla testa mentre mi stringe, ci facciamo fare una foto dai suoi genitori, non la bacio anche perché ancora non ho sta confidenza con i suoi genitori nonostante siano stati impeccabili con me sta sera. Domani sarà l'ultima giornata di noi due, deve essere perfetta.

Quelli Giusti Al Momento Sbagliato // Lorenzo Pellegrini Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora