Capitolo 6

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Stiamo mangiando un'insalata sul divano, Sophia credevo sapesse fare altro ma essendo lei la malata della situazione ho deciso che può tenere lei le redini in mano. Siamo stati in silenzio per moltissimo tempo mentre stavamo mangiando, siamo stati interrotti solo dalla tosse di Sophia che spesso si fa sentire. Non ero a disagio, ho avuto tempo di pensare. Lei dice di stare meglio ma non credo al 100 per 100. Dopotutto la febbre è scesa ma la tosse ancora si sente moltissimo.

"Domani non verrai a cena così?".

"Dipende come sto e se uno dei due carabinieri che ho come fratelli decidono, tu andrai?" annuisco. Potrei stare benissimo qua con lei, sarebbe bellissimo però so benissimo che potrebbero avvisare Veronica di tutto ciò e non voglio. Lei si incazza, non me lo dice ma già solo che Sophia sia in vacanza con noi nella stessa casa le da noia. Lo capisco, però non puoi pretendere che abbia solo amici maschi. Quando Sophia ormai non è la mia amica, ci siamo spinti oltre oggi, e non ancora a pieno.

"Io si, tu stai qua. Forse vado già sta sera" vedo che si ferma mentre beve un bicchiere di coca cola.

"Ma dovevi stare con me e dormirci, visto che non avrai camera perché mio fratello si porterà la bionda vista oggi" annuisco, ne sono consapevole ma non so quanto fra me e lei duriamo.

"Faccio la brava, ci provo dai" appunto, il ci provo dai mi mette ansia.

"Quel ci provo dai" annuisce.

"Guarda che se pensi che sia una puttana basta dirlo, solo una volta mi sono fatta pagare Pellegrini ed io non vado dietro a tutti i ragazzi come faccio con te, fidati" si alza mentre prende il mio piatto che stavo finendo per metterlo nella lavastoviglie.

"È colpa mia, ne sono certo e consapevole eh" come se fossi scemo. Dopotutto da un lato ho Veronica che mi garantisce la vita che voglio, dall'altra ho Sophia che merita un ragazzo che sia simile a lei, della sua età o della mia, ma libero. Non con un anello al dito da qualche tempo. So che merita il mondo, glielo leggo negli occhi, ma se non glielo posso dare io, lo merita da un altro vivamente e voglio che sia sempre felice.

"So di Veronica, nonostante alla festa prima ho parlato con te e quando ti ho mandato a cagare eri da solo. Mi hai colpito subito esteticamente ed hai una bella testolina bambino eh".

"Adesso sono così figo?" mi guarda, insomma so di non essere brutto però non mi sono mai concentrato su ciò. Mi importava solo di quello che pensava di me Veronica.

"Si Pellegrini, lo sei. Lo eri di corsa in maglietta sudata, lo eri in camicia e lo sei ora con una maglietta enorme addosso. Lo sei" arrossisco, Sophia è una così, Sophia è bellissima. È ancora una ragazzina ma sa farsi valere esteticamente, anche se ora struccata e conciata così è bellissima. Insomma, tutti i ragazzi le vanno sempre dietro ed è normale. Così ad una come lei, tutti vanno dietro.

Mi alzo mentre il telefono suona.

"Sophia chi è?".

"Veronica" mi avvicino a lei e prendo il telefono per parlare in pace.

"Pronto Veronica".

"Ciao amore, senti dove sei?".

"A casa, che la sorella di Stephan è stata poco bene, in discoteca poi sta sera non avevo voglia... Sai che non sono molto il tipo" ovviamente qualcuno le avrà raccontato di ciò, perché quei due spesso aprono bocca a sproposito. Quindi sa benissimo dove sono.

"È proprio necessario? Dico ha diciannove anni non due. Quando sto male ma hai una partita non dici nulla eh. Ma a consolare una che vuole scopare con i tipi, corri" Sophia sentendo quelle vicino a me si morde un'unghia. Guarda il pavimento mentre le lacrime le stanno per uscire. Ma non può far la debole vicino a me.

Quelli Giusti Al Momento Sbagliato // Lorenzo Pellegrini Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora