Capitolo 12

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Sospiro. Sto andando al compleanno di mio padre e domani con Veronica partiremo per la Sicilia con due nostri amici, una coppia. Con il cervello e con il cuore sono fermo a Sophia.
In questi giorni mi viene difficile, molto difficile. Insomma Veronica mi piace e la amo, mi da stabilità. Ma Sophia mi dà tutto quello che non ho mai sperimentato.

"Lorenzo, ma non sai la strada di casa tua?".

"Si ma ti faccio fare un giro diverso, tranquilla" non è vero ma vabbè, la so pure di qua. Dopotutto ci ho vissuto per anni in questa casa. Guido mente Veronica mi tiene la mano.

Arriviamo e saluto mio papà che fa gli anni, insomma sono abbastanza stanco dopo tutti questi giorni.

"Ciao Lore" saluto mia sorella e mio fratello, mamma mia non ho voglia di stare qui. O almeno, vorrei stare qui, magari presentando Sophia ma la vedo dura. Insomma per loro Veronica è la ragazza più bella del mondo. Quella fatta apposta per me.

"Che c'è? Non mi rispondi più? Fai due tiri con me in giardino?" annuisco a mio fratello, prendo il pallone ed esco con lui in giardino. Noi giochiamo spesso così, non ho proprio la voglia oggi ma non so dirgli di no.

"Allora? Ibiza figa? Almeno a me racconta dai" annuisco.

"Bellissimo Fra, ci devi andare da grande, discoteche e quant'altro".

"Fighe? Anche sei sposato guardare ma non toccare eh" sorrido, beh lasciamo stare.

"Fighe si, fidati. Ovunque" scoppia a ridere mentre continua a palleggiare e gli sto dietro mentre gli racconto.

"Beh ma ho visto le storie, c'era quella figa con te. La sorella di El Shaarawy" perdo palla in quel momento e mi guarda.

"Sono più bravo di te, dai raccontami di lei" annuisco.

"Ma è una mia amica, anzi neanche forse. Che ti devo dire? Oh che guardi le donne così grandi te. Da quando mi sei diventato grande eh" lo abbraccio mentre cerca di levarsi e finiamo a terra ridendo. Mi diverto con poco con lui, ma in effetti lei non è mia amica. In questo momento ha un ruolo da amante? Meglio non dirlo.

Entro dentro a mangiare qualcosa, bacio Veronica mentre poi vedo Alessandro. Gli faccio segno di venire con me, lo porto in sala mentre non c'è nessuno.

"Oh, non dire nulla eh, ti prego".

"È il compleanno di tuo padre, non faccio l'infame. Ma sono stato zitto abbastanza, devi decidere perché stai illudendo da morire Veronica" pure Sophia.

"Pure Sophia".

"Strano che tu non abbia capito com'è davvero lei, eppure sei uno apposto. Guarda che ti ha usato, spudoratamente" non la penso così, confido in lei. Confido in quello che siamo stati, insomma è ridotta male per me.

"Guarda come si è ridotta".

"Appunto, alla prima litigata te la trovi così. Non è una affidabile, hai mia cugina, non fartela scappare eh" annuisco. Qua sono tutti bravi a dirmi cosa fare, ma mai nessuno si interessa a cosa penso davvero.

Andiamo a mangiare, penso a tutt'altro mentre Sophia non la sento da ieri. Vorrei sentirla ma ora sono qua, cazzo. Finisco l'antipasto.

"Cazzo" dico come se mi fossi dimenticato una cosa, almeno mi sentono tutti.

"Che succede?" chiede mia mamma.

"Nulla, ho dimenticato di dire una cosa a De Rossi, torno" prendo e vado in giardino, mi allontano mentre la chiamo e risponde.

"Azz, ora chiami pure? Alé Lorenzino, come va allora?".

"Eh, una palla. Sono al compleanno di mio papà, però insomma mi manchi".

"Sapessi tu a me, fra qualche giorno vengo a Roma ci sei vero? Per l'appartamento eh, poi se sul divano del tuo appartamento vogliamo continuare quello iniziato ad Ibiza" così gioca sporco, spesso ho pensato ad una fantasia di me e lei a letto, ma mai così in modo chiaro, vorrei però fare con lei qualcosa, presto.

"Non vedo l'ora, ma ora sono in Sicilia per tre giorni. Appena torni dì a Stephan di invitarmi per un torneo di fifa, insomma, una scusa tira l'altra. Ti faccio vedere l'appartamento, tu le ginocchia?".

"Solo le ginocchia? Sono distrutta bello, insomma ho fatto un bel volo però ora come ora. Sto meglio, anche se il numero sette della Roma che mi coccola sarebbe meglio".

"Abbraccia il cuscino e pensa a me... Mio fratello, ciao" butto giù e lui mi guarda fermo con le braccia incrociate.

"Che c'è?".

"Nulla, vieni?" lo seguo ed entriamo.

A tavola sto altrove, tengo la mano a Veronica ma sto con la testa altrove, completamente. Un mal di testa allucinante.

"Ancora post Ibiza eh?" dice mia sorella mentre sorrido, in effetti.

"Sono passati tre giorni, mamma mia. Che orari sballati eh Ale?" scoppia a ridere, sapessero cosa cazzo combinava pure lui.

"Vi siete trovati bene no? Eravate solo uomini no?" chiede mio papà.

"Si si, la villa era bellissima. Poi vabbè c'erano la sorella di Stephan ed una sua amica poi boh, al mattino uscivano donne dalle stanze" scoppio a ridere.

"Una sola? Io ancora ricordo quello con tre" mi regge il gioco fantastico, alla fine io dormivo solo. Scoppio a ridere. Veronica probabilmente non ama sentire ciò.

"Ma ha fatto il bravo lui" annuisco.

Non so per quanto mi reggerà tutto questo, però spero per molto. Insomma ora come ora dire tutto sarebbe sbagliato, soprattutto in questa occasione.

Facciamo le foto con la torta ed i palloncini, tengo mia nipote in braccio alla fine. Mi piacerebbe avere una figlia ed è qua che mi blocco.
Io sarei pronto, anche ora. Mentre Sophia no, quindi questo mi blocca il suo essere spesso "bambina" in certi comportamenti. Quindi perché lasciare tutto? Però non sono felice dopo Ibiza, penso sempre e solo a lei.

"Zio" le do il telefono così gioca, le coccolo i capelli. Leggo il messaggio di Sophia e glielo levo.

"No".

"Ma questo è quello di lavoro, gioca con questo piccola" almeno non si leggono cose che non si devono leggere.

Rispondo a Sophia velocemente mentre coccolo mia nipote, lei mi abbraccia. Ci scatto una foto mentre la bacio tutta.

"Basta zio".

"Come basta? Io ti amo" la bacia e ride.

Vedo Alessandro allontanarsi, ho veramente paura di quello che possa dire. Mi agito un po', nonostante sia sera non ho per niente sonno. Mi metto con le bambine a giocare per ingannare il tempo, Veronica mi viene vicino e la bacio.

"Ei, cosa c'è?" mi chiede.

"Sono solo stanco nulla, mi sei mancata" cerco di farla illudere mentre la abbraccio, insomma alla fine lei mi fa sentire sicuro. Mi fa sentire protetto. La abbraccio forte forte. Ho bisogno di questo. Guardo Alessandro che rientra e mi guarda col suo solito sguardo di quando ero ad Ibiza. Ho ansia, moltissima.

Quelli Giusti Al Momento Sbagliato // Lorenzo Pellegrini Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora