cap. 9

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La luce che trapassa dalla serranda della mia finestra mi sveglia. 

Non c'è niente di meglio che svegliarsi tardi la mattina soprattutto dopo una giornata stancante. 

Cerco il mio cellulare da sotto le coperte per guardare l'orario, lo trovato e lo sblocco, subito mi compaiono i messaggi che ho ignorato la sera prima.

Rispondo solo a Robert con un semplice: "buongiorno"

L'orario segna le 12.15am, ed ho saltato la lezione, probabilmente non ho sentito la sveglia. 

Appena mi alzo dal letto, il contatto con il pavimento freddo mi fa provoca dei brividi. 

Vado in bagno per sciacquare la faccia e per lavare i denti, creo una treccia che parte dal capo ai capelli, mi trucco con un filo di mascara e un po' di blush rosso sulle gote, e infine mi vesto.

Mentre allaccio le scarpe sento il mio stomaco brontolare. 

E' ovvio, visto che ieri sera non ho cenato. 

Vado in cucina e noto che il silenzio regna sovrano.

Strano... ma che fine avranno fatto tutti?

Che stupida! Saranno in ospedale.

Li raggiungerò dopo aver finito di far colazione, almeno evito di svenire per la strada.

I miei occhi catturano un sacchetto del Mc Donald's e quasi salto per la gioia. 

Adoro il Mc Donald's!

Mi avvicino e apro la busta di carta, dentro c'è un menù con panino al pollo, il mio preferito. 

Attaccato al sacchetto un bigliettino:

"Tesoro siamo in ospedale, mangia qualcosa e chiama tuo padre appena ti svegli cosi verrà a prenderti.

Ps. La tua macchina l'abbiamo prestata a zio Charlie.

Baci, mamma."

Va bene che non amo guidare ma prestare la mia macchina senza il mio consenso, potrebbero anche evitarlo.

Sbuffo arrabbiata, e consumo il mio panino cercando di calmare la mia ira.

È abbastanza strano che i miei genitori mi abbiano comprato un panino del fast food. 

Loro lo chiamano "cibo spazzatura" e mi rimproverano quando lo mangiavo, mentre mio fratello mi difende sempre dicendo loro di non fare gli esagerati e lasciarmi mangiare ciò che preferisco.

Ogni qual volta sono giù di morale, mi porta sempre a mangiare lì. 

Probabilmente i miei genitori hanno fatto eccezione proprio per la situazione con Eric, e perchè mi sapevano a digiuno. 

Consumo il mio panino e decido di chiamare mio padre: 

《Julie, appena posso vengo a prenderti. Ciao》risponde di fretta e furia.

Di sotto fondo sentivo delle persone fare domande e mio fratello rispondere. 

Che non stia parlando con la polizia?

Spiegherebbe anche la fretta di mio padre. 

Nell'attesa della sua chiamata, prendo il PC portatile per studiare gli appunti di Storia.

Dopo circa 10 minuti, capisco che sono troppo agitata per concentrarmi come dovrei. 

1000 domande mi frullano in testa.

Voglio assolutamente andare all'ospedale!

Se richiamo mio padre mi urlerà contro di non fare la maleducata e che quando potrà, verrà a prendermi.

Più che sbagli siamo tatuaggi  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora