cap. 50

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Jace's pov

Dopo aver accompagnato Julie a casa, riuscii a dormire stranamente bene, senza fare i soliti incubi.

Non capivo cosa cazzo mi passava per la testa, ma Julie riusciva completamente a mandarmi in tilt, e riusciva ad abbattere le mie barriere anche se non se ne rendeva proprio conto. Era speciale ed io non la meritavo.

Mi alzai dal letto con solo i boxer addosso e andai a preparare una canna mattutina, dopo averla rollata e fumata, andai a fare una doccia rilassante.

《Cazzo!》imprecai e tirai un pugno al muro del mio bagno.

Ero un vero e proprio coglione!

Cosa cazzo mi era passato per la testa? Volevo rovinare anche lei come ogni cosa che toccavo?

Mi ero aperto davvero molto, forse troppo con lei la sera prima, anche se non ero pentito, anzi... mi aveva fatto bene parlare per una volta, e sfogarmi con qualcuno. Lei non mi aveva giudicata e i suoi occhioni marroni non erano cambiati nel guardarmi, neanche quando le avevo raccontato del mio periodo buoio, lei era rimasta lì.
Lo avrebbe fatto per sempre, o per lei ero sono una forma di ribellione? Sarebbe stato il solito clichè della ragazza per bene, innamorata del coglione di turno!

Tirai un altro pugno al pensiero di essere solo un passatempo per lei, rompendo il coso della doccia da dove ne usciva il getto.

Lo lanciai a terra con rabbia e uscii dalla doccia.

Cazzo! Ma cosa mi prendeva? Stavo iniziando a provare qualcosa per lei?

No, no, no!
Io non potevo permettere a dei stupidi sentimenti come l'amore di insinuarsi in me. L'amore aveva ucciso mia madre, portandola al suicidio.

Nel pensare a mia madre, tirai un pugno allo specchio -che era di fronte a me- rompendolo in pezzi e facendo uscire del sangue dalle mie nocche.

《Bastardo!》ringhiai fra me e me, pensando a quell'essere chiamato "padre"

Scesi in salotto con l'accapatoio e presi la polverina che era rimasta dal pomeriggio prima sul mio tavolino, cercai una banconota nei pantaloni che erano sulla poltrona e la sniffai. Subito mi sentii meglio e più libero dai pensieri che invadevano la mia testa.

Non ero riuscito a salvare mia madre, ma dovevo salvare per lo meno Julie. I sentimenti per me, l'avrebbero solo trascinata in quel merda di buio in cui vivevo giornalmente.

Ci tenevo a lei, ogni volta che la guardavo sentivo come l'esigenza di proteggerla, mi fidavo di lei, e mille volte mi era venuta voglia di farla mia e di morderle quelle succulenti labbra carnose, ma non potevo e non volevo che il nostro rapporto andasse oltre... l'amicizia!

Amicizia? Beh, era una parola che non suonava bene. Il nostro era un rapporto indefinito.

Quando capii che neanche la droga riusciva a scacciare del tutto i pensieri, andai a vestirmi e dopo pochi minuti ero già sulla mia moto che guidavo con velocità.

Il vento faceva svolazzare i miei capelli senza casco e il sole stava quasi per tramontare. Andai al parco sperando di trovarci qualcuno con cui farmi altri due tiri di canna.

《Ehy Jace》urlò Ethan quando mi vide arrivare all'arena ormai a me ben conosciuta.

《Hai da fumare?》gli chiesi avvicinandomi, accanto a lui c'era Tamara e la sua amica che si scopava ogni tanto Ethan.

《Ovvio》mi rispose con la canna già rollata fra le dita, la presi e dopo aver fatto qualche tiro la passai di nuovo a Ethan.

《Voglio fumare io》si intromise Tamara con la sua voce stridula.

Più che sbagli siamo tatuaggi  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora