cap. 29

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Accendo la luce e me lo ritrovai davanti, bellissimo come sempre.

Ha gli occhi rossi, ma non sembra particolarmente ubriaco.

《Jace, che ci fai qui?》sussurro, per timore può sentire mio fratello.

《Non sapevo dove altro andare》 .

Con nonchalance mi raggiunge sulle scale e mi squadra dalla testa ai piedi.

《Carino il pigiama con gli oresetti》mi prende in giro.

Divento rossa per l'imbarazzo e mi copro con le braccia.

《Ma non hai una casa?》sbuffo

《E poi parla piano se non vuoi essere beccato da mio fratello》lo rimprovero.

《Non è a casa tuo fratello》dice, poi mi supera e sale al piano di sopra.

Lo seguo per capire cosa diamine ci fa a casa mia alle 3 di notte, e soprattutto per sapere cosa vuole dalla mia vita.

Entrai in camera mia e lo vido coricato sul mio letto, intento a fare zapping col telecomando.

Faccio giusto in tempo a notare che sta entrando proprio in camera mia, e esasperata aumento il passo per raggiungerlo.

Alzo gli occhi al cielo e incrocio le braccia sotto il petto.

《Insomma, mi spieghi che ci fai a casa mia e come fai a sapere che mio fratello non è qua?》chiedo con calma apparente. In realtà vorrei ucciderlo.

Mi ignora e continuó a prestare attenzione alla TV, ha trovato una partita di baseball.

Infastidita mi avvicinai a lui, prendo il telecomando dalle sue mani e spengo la televisione, ricevendo uno sguardo inceneritore.

《Non posso risponderti, smettila di fare la bambina capricciosa》dice con tranquillità.

Tiene un braccio dietro la nuca, e il rossore negli occhi risalta il solito blu magnetico.

《Perfetto》rispondo arrabbiata.

Prendo il cellulare dal mio comodino e compongo un numero.

《Che stai facendo?》mi chiede beffardo e superficiale come sempre.

Vediamo se fai ancora lo sbruffone.

《Chiamo la polizia e ti denuncio per violazione di domicilio》rispondo, con il suo stesso tono.

Jace sgrana gli occhi e viene verso di me con sguardo truce.

《Dammi quel cazzo di telefono》impreca.

Ovviamente non sto davvero chiamando la polizia, è solo un modo per provocarlo.

Mi cattura da dietro e mi stringe in una morsa dai fianchi.

Corro per la stanza scappando da lui, ma ci mette poco a raggiungermi.

《Ti ho preso principessina》susssurra, con la sua voce roca.

Il solito maledetto brivido, mi percorre. Odio come il mio corpo, reagisce a lui.

Prende il telefono dalla mia mano destra, e lo sblocco, sullo schermo si ritrova solo la mia foto con Eric, nessuna chiamata. Fa un sospiro di sollievo.

《Non puoi venire qui, a casa mia e fare finta di niente, dopo le dure parole che mi hai detto》dico, strattonando la sua presa.

Vado a sedere sul mio letto con fare da bambina e le gambe incrociate.

Lui, fa aventi e indietro per la stanza mentre si passava le mani fra i capelli milioni di volte in soli pochi secondi.

《Julie, io... 》non sa come iniziare.

Più che sbagli siamo tatuaggi  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora