cap. 37

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《Juls sveglia》mia madre urlò mentre mi smuoveva fastidiosamente dal braccio.

Mugulai e aprii gli occhi di scatto, subito notai che la sveglia mi stesse anucciando che ero tremendamente in ritardo.

In fretta e furia feci una doccia e sistemai l'agroviglio di capelli che avevo in testa. Salutai velocemente i miei genitori -che erano in cucina- e scappai fuori casa.

Avevo un esame importante da dare e mi ero addormentata tardi con la testa sopra i libri. Ma almeno se continuavo con quel andazzo, mi sarei laureata in tempo e sarei potuta andare lontana da quella città, lontana da Jace, dalla comitiva e da tutti i problemi mi procuravano. Sperai solo di chiarire con Katty. Avevamo organizzato nel minimo dettaglio la nostra vita insieme a New York da quando eravamo solo due bambine. Lei voleva fare l'avvocato minorile e io l'assistente sociale, quindi avremmo lavorato e vissuto insieme. Ma era solo un ricordo lontano... se continuava a non rivolgermi parola, a New York ci sarei andata da sola.

《Williams abbiamo cominciato l'esame da ben 10 minuti》mi rimproverò la professoressa appena entrai in aula.

《Mi scusi, ma ho avuto un problema familiare. Posso entrare?》mentii cercando di tenere un tono di voce calmo e pacato.

《Sì entri per questa volta, ma non le sembri che per il cognome che le appartiene... può fare ciò che vuole》disse spazientita. Katty alzò di scatto la testa -che era calata sul foglio dell'esame- per trucidarla con lo sguardo. Lei era l'unica a sapere quanto odiassi essere presa in considerazione solo per il mio cognome, e sapeva soprattutto quanti sacrifici avesse fatto mio padre per arrivare dov'era.

《Mi dispiace che lei sia così frustrata per la vita insulsa che ha, ma la smetta di prendersela con i suoi alunni. Mi dispiace anche che sia invidiosa dei traguardi che la mia famiglia ha ottenuto al contrario dei suoi. Le ho chiesto educatamente se posso entrare in aula, perchè l'educazione me l'hanno insegnata i miei genitori, ma si ricordi che le regole scolastiche annunciano che si può entrare in ritardi per motivi familiari quindi vado a sedermi sia se vuole, sia se non vuole》le risposi d'unfiato con fare altezzoso.

Lei mi guardò sconvolta insieme a tutti i miei compagni di corso compresa Katty che teneva la bocca aperta per lo stupore.
Ignorai tutti, presi il foglio dell'esame che era sulla cattedra e mi sedetti al mio banco sotto lo sguardo vigile della professoressa.

Anche io ero sconvolta di me stessa e di come mi stessi comportando in quel periodo. Ma ero stanca! Stanca di essere accondiscendente, stanca di essere una "principessina."

Se fosse stato qualche mese prima, prima di Jace... probabilmente avrei annuito alle supposizioni della professoressa e mi sarei seduta al banco in silenzio. Ma non ero più in quel modo, gli angoli della mia vita stavano iniziando a smorzarsi.

Ritornai con i piedi per terra e mi concentrai sull'esame, che finii in un breve lasso di tempo.
Uscii dall'università e tornai a casa ignorando lo sguardo indignato della prof.

Quando arrivai a casa, capii subito che miei genitori fossero entrambi a lavoro. Neanche erano tornati a casa che già avevano riiniziato a lavorare assiduamente.

Andai in cucina e preparai dell'insalata al pollo, lasciandone un pò anche per Eric che non sapevo dove fosse finito.

Mentre mettevo i piatti in lavastoviglie, sentii suonare il campanello.

《Ciao》mi sorrise Mandy quando le aprii la porta.

La guardai storta 《Cosa stai pensando di fare?》le chiesi indispettita. Ormai avevo imparato a conoscerla.

《Andiamo al Runner sta sera》entrò in casa mia come se fosse sua, mentre mi spiegava che quella sera avrebbe corso anche il suo ragazzo e che ne era al settimo cielo.

Più che sbagli siamo tatuaggi  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora