cap. 40

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《Mmmmmh...》mugulai lamentandomi della luce -che filtrando dalla finestra- mi arrivava in faccia.

Aprii gli occhi e mi ritrovai un soffitto che non era quello della mia cameretta, e ricordai che fossi in quella di Jace. Subito mi voltai per cercarlo, non trovando nessuno.

C'era d'aspettarselo, dopo tutto. Potevo mai credere che me lo sarei ritrovata accanto a coccolarmi? E vero... c'avevo sperato, ma non sarebbe stato da Jace.

Sorrisi al pensiero delle sue braccia tatuate a torno al mio corpo spaventato, e al suo profumo di pino selvatico che mi aveva accompagnata nel sonno.

Eppure, mi aveva stretta a sè tutta la notte. Non aveva detto niente: nè parole di conforto, nè consigli... mi era stato semplicemente accanto.

Scesi dal letto -stranamente più tranquilla- e andai in bagno.
Mentre sciacquavo la faccia, dal mobiletto bianco accanto al lavandino sentii qualcosa vibrare. Cercai sotto l'ammasso di vestiti e trovai il mio cellulare che vibrava incessantemente.

Sbiancai quando vidi che il mittente era mio padre. Non ero tornata a casa e mi ero dimenticata di avvertire.

《Ciao papà》risposi con voce tremante.

《Buongiorno tesoro. Io e mamma andiamo a mangiare al ristorante, vuoi venire o pranzi da Katty?》rispose tranquillamente.

《Non rimango qua, ma non ho voglia di mangiare fuori. Ci vediamo dopo. Ti voglio bene》risposi frettolosa e chiusi la conferenza.

Katty? Chi aveva detto che ero da lei? Non ci capivo più niente!

Chi aveva detto a mio padre quella bugia?

Dovevo scacciare via i pensieri così feci una doccia calda. Ma i flashback delle mani di Robert sul mio corpo non mi lasciavano in pace. Un brivido di disgusto mi percorse nel pensarlo.

Uscii dalla doccia e mi rivestii con i miei vestiti della sera precedente. Presi la maglietta che mi aveva prestato Jace e la pieghai. Il suo profumo si sentiva ancora, così istintivamente decisi di tenerla con me, sperando non gli desse fastidio.

Chiusi la porta di casa di Jace e cercai il mio cellulare fra le tasche del giubbotto, per chiamare una taxi visto che non avevo la macchina.

Appena alzai lo sguardo... vidi parcheggiata sul vialetto la ferrari rossa di Katty. Lei scese vedendomi contro fino a stringermi un un abbraccio. Subito ricambiai stringendola più forte.

Quanto mi erano mancati i suoi abbracci e il suo dolcissimo profumo al cocco.

《Come stai?》mi chiese staccandosi dall'abbraccio.

《Bene》mentii evitando il suo sguardo.

《Andiamo a prendere un aperitivo al nostro amato bar?》mi chiese gentilmente evitando di farmi milioni di domande, come avevo pensato.

Annuii con un sorriso e salimmo in macchina. Percorremmo il tragitto fino ad arrivare al bar e in silenzio ci sedemmo a ordinammo due aperitivi.

《Dylan mi ha detto tutto》disse d'improvviso.

《L'avevo immaginato》ammisi abbassando lo sguardo.

《Perdonami Julie, ti ho lasciato da sola》era molto nervosa, si vedeva《Se ti fosse successo qualcosa, io... 》strinse forte il tavolino solo al pensiero.

Allungai una mano e la pogai con delicatezza sulla sua 《Non è colpa di nessuno. Non è sucesso niente, per fortuna... quindi non pensiamoci più》cercai di tranquillizarla e lei mi sorrise.

Più che sbagli siamo tatuaggi  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora