Capitolo 15

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Quando arrivammo al Berry era ancora più gremito del solito. Ma Nicole, con il suo Suv, fu più fortunata di me e trovò posto davanti praticamente subito.

Essere in quattro ragazze, ed essere vestite come lo eravamo noi, ci dava diritto ad una serie di vantaggi. Ad esempio il bodyguard ci fece segno di entrare superando una serie di matricole in fila, Hailey spostò la sua chioma nera dietro la schiena con un gesto vanitoso, come se fosse una vip, attirando a sé fischi e complimenti. Lei se ne vantò, ma io mi sentii quasi in imbarazzo per i commenti di quei ragazzi.

C'erano anche lati negativi di essere quattro ragazze, vestite come lo eravamo noi: le occhiate languide ed allusive, le mani addosso mentre camminavamo verso un tavolo, le proposte sconce sussurrate all'orecchio. Un ragazzo mi prese dai fianchi e si strusciò contro di me smaniosamente, con le labbra contro alla mia guancia come se non fossi una sconosciuta. Rabbrividii e riuscii a svincolarmi anche grazie all'aiuto di Nicole che mi tirò da un braccio. Ripulii il mio viso dalla sua saliva, schifata ma non sorpresa.

Finalmente, raggiungemmo il tavolo in un angolo del locale e, quando mi sedetti, mi sentii più a mio agio.

Il cameriere ci servì subito, non so se il fatto di essere quattro ragazze ed essere vestite come lo eravamo noi avesse influito, ma il servizio fu rapido ed eccellente quella sera.

Bicchierini e bicchieri più grandi sfilavano sotto ai nostri nasi uno dopo l'altro, qualcuno acquistato da noi, qualcun altro offerto da qualche cliente del locale che sperava di portarsi a letto qualche bella ragazza.

«Questo va a Marcus, che può anche andare a fanculo se non accetta che io non voglia convivere con lui!» urlò Kim.

«E il mio va a quel vecchiaccio del mio amante che mi paga l'affitto!» gridò Hailey alzando il suo bicchierino.

«E allora questo va a quei fottuti stronzi dei miei genitori che pagheranno i drink di stasera!» proseguì Nicole.

«Questo...» fu il mio turno, alzai il cocktail in aria, «Questo va al mio capo, che mi sta facendo diventare matta.» scontrammo i bicchieri in aria, brindando. Sì, avevo appena dedicato un brindisi a Zayn e non sapevo come interpretare la cosa.

E poi, senza rifletterci troppo, i miei occhi lo cercarono dove lo avevo trovato l'altra volta, ubriaco da non reggersi in piedi. Lo cercarono dove lo avevo incontrato la prima volta, e in ogni persona che potesse assomigliare a lui.

E brindammo una, due, tre, quattro volte finché fummo troppo ubriache persino per brindare e ci alzammo per ballare. Il dj era più bravo rispetto a quello delle volte prima, o forse l'alcol aiutava ad apprezzare di più anche le canzoni peggiori. Protessi Kim da mani indiscrete prendendola per farle un giro su se stessa, poi la abbracciai per ballare insieme a lei.

«Grazie per stasera.» gridó al mio orecchio ed io la strinsi ancora più forte, muovendomi insieme a lei in un ballo scoordinato ma divertente.

Si unirono anche Nicole e Hailey, ci prendemmo per mano formando un cerchio. Ballammo, ridemmo, esultammo, gridammo e passammo dei momenti meravigliosi. Kim aveva avuto una bella idea, ci stavamo divertendo talmente tanto che non mi venne voglia di tornare a casa, talmente tanto che, per un attimo, mi dimenticai di tutto.

E a ricordarmi di ciò che, evidentemente, non potevo dimenticarmi neanche per un attimo ci furono delle urla alle mie spalle e qualcuno che mi spinse. Mi voltai. Un paio di persone mi avevano urtata nel balzare indietro e avevano urlato nel vedere una rissa che si era formata al centro della pista.

Io e le altre ci fermammo.

«Figlio di puttana!» urlò una voce famigliare, mi sporsi per vedere a chi apparteneva e le mie ipotesi vennero confermate.

PHILOFOBIA (finalista Wattys2021)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora