Capitolo 21

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Mia madre aprì la porta praticamente subito e rimase visibilmente stupita quando mi vide. Ma la sua bocca si spalancò definitivamente quando i suoi occhi nocciola si posarono sul moro di fianco a me.

«C-Charlie, che ci fai qui?» balbettò, corrugando la fronte e facendo saltellare il suo sguardo da lui, a me.

«Sono venuta a trovare i miei genitori...» abbozzai un sorriso, rendendola ancora più sospettosa. Non andavo quasi mai a casa loro, non di mia spontanea volontà, almeno.

«E...» incalzò guardando di nuovo Zayn.

«E ho portato un amico.» glielo indicai con fare esageratamente teatrale e lei annuì squadrandolo con attenzione.

«Assomigli a Zayn Malik, te l'hanno mai detto?»

«È Zayn Malik, mamma.» esagerai un sorriso e la superai, entrando in casa.

Lei rimase per un attimo in silenzio, poi si voltò per raggiungermi in salotto, «Oh! Siamo in uno di quei programmi in cui le persone famose vanno a trovare i fan? Ellen?» domandò con esaltazione.

«No, mamma.» scossi la testa alzando gli occhi al cielo e guardai oltre la sua spalla Zayn che rimase fermo sulla soglia guardandosi attorno a disagio. Gli feci cenno di entrare.

«Oh, che maleducata Zayn, perdonami!» corse a tenere la porta aperta e intanto sistemò una ciocca riccia e ribelle che scendeva da uno chignon, «Sono Suzanne.»

Temetti che avrebbe steso un tappeto rosso.

«Zayn.» le porse la mano con un sorriso cordiale e a lei non sembrò vero di poterlo toccare, quando la strinse.

Mio padre comparve scendendo dalle scale, con il giornale in mano e gli occhiali da lettura sul naso. «Mi era sembrato di sentire la voce di Charlie! Che ci fai qui?» anche lui sembrò stupito nel vedermi, ma si affrettò a stringermi in un abbraccio piuttosto caloroso. Strinse anche la mano a Zayn ma fu molto meno festoso di mia madre.

«Preparo un tè, vi va?» propose lei, rivolgendosi più al mio capo che a me.

«Certo, mamma.» risposi io per togliere Zayn dall'imbarazzo di avere una cinquantenne accanto che lo fissava con gli occhi sgranati.

La seguii in cucina e le chiesi di smetterla di comportarsi da pazza, lei mi rimproverò di non averla avvisata prima perché non aveva avuto il tempo di organizzarsi per ricevere una celebrità in casa sua e preparammo il tè.

Quando tornai in salotto, mio padre e Zayn stavano amabilmente chiacchierando di una partita dei Lakers e papà imitò un canestro con le mani alzate in posizione di tiro.

Zayn annuì e poi rise di gusto ad una battuta. Sembravano divertirsi parecchio, e sogghignai anche io nel vedere quella scena.

Mi sedetti sul divano, presi la tazza del servizio buono davanti a me e versai l'acqua calda, guardandola poi mentre si colorava di giallastro. Zayn si spostò accanto a me per lasciare i miei genitori vicini.

«Se avessi saputo che sareste venuti, avrei preparato qualcosa...» si sporse mia madre per porgere la tazza al mio capo, «Sono un'ottima cuoca.» si vantò.

«Lo so, ho mangiato le sue patate arrosto e devo dire che erano deliziose.» si complimentò.

«Oh, hai mangiato le mie patate arrosto?» si rallegrò lei, sbattendo le ciglia come una quindicenne davanti al suo beniamino.

«Zayn, dove vi siete conosciuti?» domandò mio padre, si tolse gli occhiali da vista e prese un pasticcino. Mia madre gli rivolse uno sguardo truce e gli fece di no con l'indice della mano.

PHILOFOBIA (finalista Wattys2021)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora