Capitolo 27

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Me ne stavo sul divano mentre Zayn radunava qualcuno dei suoi amici attorno al tavolino in vetro della sala. Poi ci sedemmo tutti su un tappeto bianco e piuttosto morbido e, finalmente, ebbi Kim di fianco a me a rendermi più a mio agio.

Lei, talmente era a suo agio, aveva fatto conoscenza con persone che non avevo mai visto, e con il ricciolino sembrava che si fosse già spinta oltre una semplice amicizia.

«Allora, le regole sono semplici.» si alzò in piedi un biondino sfregando i palmi delle mani tra di loro, «Ognuno deve confidare un proprio segreto. Deve essere qualcosa di imbarazzante, perverso o particolarmente strano. Se il vostro segreto fa schifo, o non volete dirlo, dovrete bere. Tutto chiaro?»

«Niall, passami già quella bottiglia, io non confiderò proprio un bel niente.» ridacchiò il riccio sporgendosi in avanti e tracannò un po' di vodka.

«Non vale Harry, devi giocare!» lo redarguì Zayn.

«Inizio io!» alzò la mano la biondina che prima stava sulle gambe del ragazzo, lo guardò ed era chiaro che cercasse di fare colpo su di lui, «Ho fatto sesso con il mio insegnante di educazione fisica negli spogliatoi.»

«Lo sappiamo già, Marleen, bevi.» ordinò Harry, passandole la bottiglia.

Fu il turno di un ragazzo che ammise di aver fatto sogni erotici sulla sua vicina ottantenne, poi un altro che disse di aver – e cito testualmente – limonato e palpato un'amica di sua madre, e infine una ragazza che non trovò nulla di esaltante e bevve.

«Io ho...» iniziò Kim, non so se poi si prese del tempo per riflettere o per indugiare, «Ho tradito il mio ragazzo...»

Nessuno le prestò molta attenzione tranne, ovviamente, io. Sgranai gli occhi mentre Harry le faceva un piuttosto esplicativo occhiolino. Lei mi guardò, a disagio, e io non seppi come reagire ma premetti le mie labbra tra di loro.

«Tocca a te, Zayn!» fece eco il biondino facendomi trasalire.

La mia amica gli passò la bottiglia e lui esitò per un attimo. Poi, il suo sguardo mi cercò e, quando mi trovò, fu piuttosto chiaro che non mi avrebbe mai lasciata. Era serio, la sua mascella era contratta e la sua fronte non perfettamente distesa. Passò una mano sulla sua barba, poi la alzò sulla sua testa.

«Io mi sono preso una cotta, e non so come farla passare.» ammise, ancora con le sue iridi pesanti su di me. Tracannò comunque l'alcolico anche se non ne aveva bisogno, perché tutti rimasero piuttosto scioccati nel sentire il suo segreto.

Io, talmente ero rimasta scioccata, avevo la bocca aperta e gli occhi sgranati e mi mossi troppo bruscamente facendo uscire il drink dal bicchiere che tenevo ancora in mano.

Il tappeto si macchiò di verdastro ed io mi alzai immediatamente per ripulirlo.

«Non fa niente!» sentii alle mie spalle, ma io andai a cercare una spugna, un tovagliolo o qualsiasi altra cosa per pulirlo solo perché avevo bisogno di allontanarmi da lì.

Zayn si era preso una cotta ed io non riuscivo a capire se, con quello sguardo, intendeva che ne ero io la colpevole. Speravo di sì e, allo stesso tempo, speravo di no. Non volevo che tutto questo complicasse ancora di più la confusione nella mia testa e nella mia relazione con Ian, ma non volevo neanche che lui avesse interesse per altre persone. Io stavo con un altro, era da egoista sperare che lui non provasse qualcosa per una ragazza.

E poi lui poteva avere chiunque. Poteva avere ragazze bellissime e brillanti come Victoria, perché avrebbe dovuto provare interesse per me? Ma certo, era Vic la ragazza per cui si era preso una cotta, riflettei.

PHILOFOBIA (finalista Wattys2021)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora