Capitolo 20

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I raggi del sole penetravano dalla vetrata alle mie spalle mettendomi di buon umore nonostante stessi controllando dei noiosi documenti che Patricia aveva lasciato sulla mia scrivania quella mattina.

La porta si spalancò e Victoria comparve con un brillante sorriso a completare quelle labbra gonfie, le stesse che erano state travolte da quelle di Zayn in ascensore e chissà dove altro.

«Ho la colazione!» annunciò facendomi abbandonare l'idea di lei avvinghiata al ragazzo. Scosse i due sacchetti di carta che teneva tra le mani e li appoggiò davanti a me per poi sedersi.

«Davvero?» gli occhi mi si illuminarono e il mio stomaco brontolò dalla fame, «Sei un tesoro!»

«Avevo fame e tu sei l'unica con cui condividerei una ciambella.» fece spallucce, immediatamente realizzai quanto era stupido da parte mia odiarla per quel bacio con Zayn. Lei mi aveva accolta ed aiutata con il suo modo di fare dolce e solare ed io, in cambio, avevo trovato dei nomignoli cattivi nella mia mente. Mi vergognai di me stessa.

Estrassi la mia colazione, «Come sapevi che adoro il cioccolato?»

«Chi non adora il cioccolato?» ridacchiò lei, estraendo la sua brioche alla crema e addentandone un pezzo.

«Vero.» annuii io, «Allora... Cosa facevi a Rhode Island?» domandai, più per fare conversazione che per curiosità.

«Vivevo con quattro fratelli maggiori e una sorella minore.»

«Quattro fratelli maggiori?» strabuzzai gli occhi e lei rise di gusto, annuendo.

«Mi sono trasferita a Los Angeles per fare la modella, ma sono stata scartata da un paio di agenzie e così sono finita a lavorare qui.» mi spiegò, con la sua tazza di caffè tra le mani, «Mia zia ha un ufficio qualche piano più sotto e mi ha trovato un lavoro come segretaria.»

«Scartata?» alzai entrambe le sopracciglia in sorpresa. Aveva esattamente l'aspetto di una modella con le sue gambe chilometriche e il suo fisico asciutto.

Annuì abbassando lo sguardo, «È sempre stato il mio sogno, ma è un mondo competitivo. Per qualcuno ero troppo bassa, per qualcun altro avrei dovuto perdere qualche chilo, per qualcuno non abbastanza fotogenica, e così via...»

«Secondo me sei perfetta. E sono sicura che prima o poi riuscirai a realizzare il tuo sogno. Sarai una top model, vedrai.» la rassicurai.

Sorrise a trentadue denti e allungò la mano ingioiellata per prendere la mia e stringerla, «Grazie Charlie, è bello avere qualcuno come te, qui.»

«Anche io sono contenta di avere qualcuno come te, qui.» ricambiai e ci guardammo come se avessimo capito entrambe che sarebbe potuta nascere una bella amicizia tra noi due.

La porta si aprì di nuovo, ovviamente senza che Zayn avesse prima avvisato con un paio di colpi. Il ragazzo entrò sistemando il maglione firmato dalle scritte piuttosto pacchiane e rimase al centro della stanza. Guardò prima Victoria, poi me e poi riposò il suo sguardo sulla mora che lo fissò sbattendo le lunghe ciglia e sorridendo allusivamente. C'era decisamente qualcosa tra loro ed io, nonostante sentii il petto bruciare di gelosia, questa volta mi sforzai di non trovare alcun nomignolo per lei.

«Victoria, preparami un caffè.» ordinò non degnandola neanche di una smorfia gentile.

Lei annuì, visibilmente turbata e delusa dal fatto che non l'avesse nemmeno salutata, ma si alzò ed uscì dalla stanza portando con sé il suo caffè e la sua brioche.

«Sai, Zayn, non ti farebbe così male provare ad essere un po' più gentile con le persone, ogni tanto, soprattutto con le ragazze e soprattutto se te le sei portate a letto.» lo redarguii con calma, non appena la porta si chiuse.

PHILOFOBIA (finalista Wattys2021)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora