53 Lui

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Rivederla era stato orribile. Cosa era venuta a fare? Cosa voleva ancora da me? Non poteva lasciarmi in pace e basta? <<Davvero Ashlynn è venuta a casa?>> Domandò incredulo Charles, lui e Layla stavano parlando, ma io non stavo prestando attenzione. <<Si, ha proprio una bella faccia tosta>> rispose mia sorella indignata <<e cosa voleva?>> Domandò ancora mio fratello, lei sospirò, la guardai e lei guardò me <<voleva parlarti, non so cosa avesse ancora da dirti ma ovviamente le ho detto di lasciarti in pace>> annuì, aveva fatto bene, non credevo che avrei retto altre confessioni da parte sua. Il volo che dovevamo prendere stava facendo ritardo e io intanto non riuscivo a fermare la testa dal pensare a lei. Perché mi ero affezionato così tanto? Perché mi ero innamorato? Mi passai una mano sulla fronte e sospirai <<perché ci mettono così tanto tempo per questo volo?>> Domandai, volevo allontanarmi da questa città e dalla possibilità (per quanto assurda potesse sembrare) che Ashlynn potesse addirittura venire qui e trattenermi fino a quando non l'avessi ascoltata. Iniziai ad odiare quella parte di me che voleva che lo facesse, non dovevo desiderare una cosa del genere, era completamente sbagliato. <<Ciao, ragazzi>> salutò qualcuno, alzai lo sguardo per vedere chi fosse e vidi Gwen in piedi di fianco a Layla con una valigia <<ehi, anche tu hai il volo adesso?>> Le chiesi, lei si venne a sedere al mio fianco, annuì e io poi guardai i miei fratelli <<ah sì, lei è Gwen. Ma penso che l'abbiate incontrata in giro>> dissi, mia sorella le sorrise <<si, l'ho vista qualche volta. Io sono Layla>> si strinsero le mani <<e io sono Charles>> Gwen sorrise ad entrambi e poi si rivolse a me <<come stai?>> Mi domandò, incrociai i suoi occhi azzurri e qualcosa mi spinse ad essere sincero con lei <<io ed Ashlynn ci siamo lasciati>> dissi come se non significasse nulla, ma in realtà significava tutto. La sua reazione fu di completo stupore, come se davvero non se lo aspettasse <<cosa? Oddio, mi dispiace tanto>> mi strinse un polso <<come mai? Se posso chiedere>> sospirai <<è andata a letto con il suo migliore amico mentre era ubriaca>> dissi guardando a terra, dirlo ad alta voce non era affatto bello. Il dolore era insopportabile, mi sentivo un macigno sul cuore, qualcosa che premeva esattamente nel petto, sentivo un vuoto, una parte mancante, e quel pezzo era lei, con poco era riuscita a diventare una parte di me senza la quale, per il momento, mi risultava difficile vivere. Gwen intanto mi strinse di più il polso <<mi dispiace tanto, Brayden>> disse, le feci un piccolo sorriso <<non preoccuparti, immagino che succeda>> dissi e subito dopo chiamarono il nostro volo. Finalmente sarei tornato a casa, finalmente mi sarei tenuto lontano da lei.
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<<Non posso crederci che finalmente siate qui!>> Esclamò mia madre appena ci vide entrare dalla porta d'ingresso, ci abbracciò uno ad uno e si asciugò le lacrime per la commozione, era una donna molto emotiva. <<Ciao, mamma>> salutò Layla con un sorriso <<com'è andato il viaggio?>> Domandò guardando dietro di noi, come se si aspettasse di vedere qualcun altro <<è andato bene. Ma stai aspettando qualcuno?>> Domandò Charles <<credevo che Brayden avesse portato Ashlynn con sé, ma a quanto pare mi sono sbagliata>> appena mamma lo finì di dire mi irrigidì, questa volta mi fu difficile respirare, più cercavo di dimenticarmi di lei più le persone che mi circondavano ne parlavano. Guardai i miei fratelli e poi di nuovo mia madre <<ho detto qualcosa di male?>> Domandò preoccupata guardandomi, feci un lungo respiro, chissà quante volte avrei dovuto dirlo <<io ed Ashlynn ci siamo lasciati>> dissi per la seconda volta in quella giornata, mia madre si mise una mano davanti la bocca e poi mi si avvicinò <<mi dispiace tanto, tesoro>> disse, la abbracciai solamente <<non preoccuparti>> sapevo che c'era rimasta un po' male, avrebbe voluto tanto conoscerla e io avrei tanto voluto presentargliela. Dalle scale vidi arrivare il nonno con un sorriso enorme sul viso <<eccoli qui i miei nipoti!>> Esclamò, andammo ad abbracciarlo uno ad uno <<ciao, nonno! Come stai?>> Domandò mia sorella <<bene, Layla e voi?>> Domandò <<tutto bene>> rispose Charles. Nonno guardò me vedendo che non avevo detto nulla, ma non avevo proprio le forze di fingere che andasse tutto bene, non con lui che mi capiva con uno sguardo <<e tu, Brayden? Cosa mi dici?>> Lo guardai per un po' sapendo che si aspettasse di sentire solo la verità, nient'altro che la verità <<io e la mia ragazza abbiamo rotto>> dissi sperando che fosse l'ultima volta <<e come mai?>> Domandò, strinsi i pugni non volendo ricordare l'accaduto, sospirai e sentendo che quella situazione iniziava a pesarmi me ne andai in camera mia senza dare una risposta. Chiusi la porta e mi sedetti sul letto facendo dei lunghi respiri, scenari di Drake e Ashlynn insieme vidi materializzarsi davanti a me, anche se non li avevo visti potevo farmi un'idea di come erano andate le cose. Mi misi le mani tremanti sulle tempie cercando di scacciare le immagini frutto della mia immaginazione, ripetei "basta, per favore" un paio di volte a bassa voce ma niente, la mia mente ci teneva proprio a giocarmi brutti scherzi per aprire ancora di più la ferita <<fratellino, stai bene?>> Domandò Charles, non alzai lo sguardo, continuai a tenere gli occhi chiusi e le mani sulle tempie ma niente, il mio respiro era irregolare e non sapevo che fare, stavo avendo un attacco di panico per colpa di uno scenario che mi stavo immaginando? <<Ehi ehi, calmati, respira>> mi disse mio fratello, sentì le sue mani sulle mie ginocchia, probabilmente si era inginocchiato di fronte a me, cercai di farlo ma non ci riuscì. Stavo tremando e sudando freddo, non volevo aprire gli occhi, avevo paura che quelle immagini fossero la realtà e che stesse succedendo tutto per davvero <<Brayden, apri gli occhi e guardami>> mi disse mio fratello, ma non volevo farlo <<falli smettere, Charles, ti prego>> dissi con voce rotta, perché non la smettevano? <<Di che parli?>> Mi chiese <<Drake e Ashlynn>> dissi, premetti le mani vicino alle orecchie <<Brayden, apri gli occhi, non sta succedendo niente. Siamo solo io e te qui>> mi tolse le mani da vicino alle orecchie e poi mi alzò la testa, decisi di aprire gli occhi e mi resi conto di essere nella mia stanza a Great Falls, tremavo ancora leggermente e mi risultava difficile respirare, però almeno loro non c'erano, lei non c'era. Guardai mio fratello e mi misi una mano sul petto cercando di fare entrare ossigeno nei polmoni ma con scarsi risultati, allora Charles mi strinse le mani con le sue <<Respira con me. Conta fino a dieci>> lo feci, sentì che il peso nel petto iniziava a farsi più leggero <<ti senti meglio?>> Mi domandò, annuì e mi misi due dita sulla fronte. Feci ancora un altro respiro profondo sentendo che andava meglio <<ehm, ti chiamo dopo, Jenna, ok?>> Sentì la voce di mia sorella, alzai la testa verso di lei e quando incrociai lo sguardo sentì di nuovo le mie difese crollare. Lei aveva avuto ragione sin dall'inizio ma non l'avevo voluta ascoltare, eravamo andati uno contro l'altro diverse volte, per cosa? Ne era valsa la pena alla fine? Layla entrò nella stanza chiudendo la porta, si avvicinò e mi abbracciò con tutte le sue forze <<piangi se hai ancora voglia di farlo, non tenerti nulla dentro>> mi disse <<noi saremo qui per te, fratellino>> aggiunse Charles, non dissi nulla ad entrambi, sapevano già quanto questo significasse per me. <<Non credi che dovresti tornare dalla tua terapeuta, Brayden?>> Domandò mia sorella, la guardai, consapevole che molto probabilmente aveva ragione. 
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Come ogni anno andavamo al cimitero da papà. Era il giorno della vigilia di Natale e a Great Falls faceva freddo, la neve cadeva e ricopriva le strade, le luci natalizie portavano un po' di vita a questa cittadina anche se non bastavano a mettermi su di morale. Arrivati al cimitero Charles parcheggiò l'auto e tutti scendemmo. Layla stringeva in mano un piccolo mazzo di fiori, mamma e nonno andavano a braccetto mentre io affiancavo mio fratello dietro a tutti. Di sicuro non era il miglior modo per passare il pomeriggio della vigilia, ma papà non doveva pensare neanche per un secondo che ci fossimo dimenticati di lui, come avremmo potuto farlo? Guardai a terra per tutto il tempo, non avevo mai il coraggio di guardare tutti i nomi di alcune di quelle anime che non meritavano ancora di stare qui. Arrivati davanti alla lapide di papà sentì subito un peso al cuore, la sua assenza era un dolore con la quale avrei dovuto convivere per sempre, non potevo semplicemente superarlo, mia sorella si chinò per depositare il mazzo di girasoli che gli avevamo preso e poi venne a mettersi al mio fianco. Le strinsi la mano con la mia, in quel momento ci stavamo dando sostegno reciproco, ne avevamo bisogno. Charles si mise all'altro lato di Layla e strinse la sua mano libera <<mi manca così tanto>> sussurrò mia sorella con voce rotta <<manca a tutti noi, tesoro. Di certo non si meritava di fare la fine che ha fatto>> commentò il nonno guardando rassegnato la foto di papà. Guardai mamma e la vidi piangere in silenzio, lei e papà si erano amati così tanto, immaginavo che separarsi dalla sua metà così presto non era stato per nulla facile, non poterla rivedere più, dover accettare l'idea che la vita sarebbe andata avanti anche senza di lui. Mia madre non si era mai potuta permettere il lusso di lasciarsi andare, aveva tre figli da mantenere e aveva sempre cercato di mostrarsi forte per noi, ma io una volta l'avevo vista crollare in bagno, e lì mi resi conto che la ferita della perdita di papà non sarebbe mai stata guaribile. Mi avvicinai a lei e l'abbracciai senza dire una parola, lei si aggrappò a me mentre singhiozzava, da un po' ormai l'unico periodo in cui si permetteva di piangere per lui era quando venivamo qui in questo giorno, ma mi rifiutavo di credere che questo fosse l'unico giorno in cui piangeva per lui, per suo marito <<lo sai che non ti ha lasciata del tutto, vero?>> Le dissi, ero sicuro che lui stava sempre lassù tra le nuvole a guardarci, facendoci da angelo custode <<come potrei pensare una cosa del genere, Brayden? Mi ha donato voi tre, il miglior ricordo che io possa avere di lui>> mi disse asciugandosi le lacrime con le dita <<sarebbe stato molto fiero di te, tesoro>> aggiunse <<tu credi?>> Domandai <<ma certo, ragazzo. Forse non te ne rendi conto, ma hai iniziato a fare una bella crescita personale da quando hai iniziato gli studi a Boston. Stai diventando un uomo>> disse nonno dandomi una pacca sulla spalla, i miei fratelli fecero dei piccoli sorrisi pienamente d'accordo con lui <<mi fa molto felice sentirvi dire che avete visto un cambiamento in me>> dissi, anche se io continuavo a sentirmi lo stesso Brayden che era partito per il Massachusetts con mille dubbi e insicurezze in testa <<più andrai avanti e più andrà meglio, fratellino. Devi darti solo del tempo>> mi disse Charles, gli sorrisi e tornai a guardare papà, mi allontanai da mamma e mi misi in ginocchio di fronte alla lapide <<spero che tu sia davvero fiero di me, papà, non ci sarebbe soddisfazione più grande. Mi manchi tanto, sai? Vorrei tanto che tu fossi qui per poterti chiedere consiglio su tante cose che mi sono successe in questi mesi, vorrei tanto che tu fossi qui così potremmo vedere le partite di basket insieme come facevamo una volta. Lo sai che ho smesso di giocare? Lo so che non ti piacerebbe sentire questa cosa ma non ce l'ho fatta a continuare e non so se avrò mai il coraggio di riprendere. Ma sto studiando informatica, la carriera che da sempre avevo voluto intraprendere, studio molto ma non vorrei che fosse diversamente. Mi sono fatto anche degli amici, ti sarebbero sicuramente piaciuti, due di loro verranno qui per capodanno, magari da dove sei tu riuscirai a vederli>> gli dissi anche se non avrei ricevuto una risposta, sentì un'altra piccola lacrima bagnare la mia guancia e poi la presenza dei miei fratelli al mio fianco <<speriamo che tu stia avendo la pace che ti meritavi anche su questa terra, papà, sappi che noi non ti dimentichiamo>> disse Charles. Non importava cosa avesse fatto per mantenere la nostra famiglia, a me non interessava più che papà fosse un "dipendente" di Abraham Smith, l'unica cosa che contava per me era che aveva cercato di fare del suo meglio fino all'ultimo, anche se il suo destino era stato segnato, anche se sapeva che mettersi in affari con quell'uomo sarebbe significato consegnare la sua vita. Aveva commesso degli errori ma non riuscivo a vederlo sotto una luce diversa, una cattiva, per me era pur sempre mio padre, il mio eroe, il mio esempio. <<Sta facendo buio, sarà meglio andare altrimenti non riesco a finire in tempo la cena>> annunciò mamma, guardai un'ultima volta la foto di papà sorridente e seguì la mia famiglia, questa sera ci sarebbe stato un posto in più a tavola, il suo.

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Ciao a tutti! Devo dire che mi è scesa una lacrima quando ho scritto quest'ultima parte del capitolo, Brayden, Charles e Layla avevano un bellissimo rapporto con il loro papà, e credo che qui si sia visto ❤️. Iniziamo ad avvicinarci al finale, cosa vi aspettate?

the good boy and the bad girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora