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<<Dottore! Come sta mio figlio?>> Chiese la signora Coleman esasperata. Il dottore sospirò <<lo abbiamo operato ed è vivo>> iniziò, sospirai sollevata come tutti quanti, mia sorella si avvicinò e mi strinse la mano. <<Devo dirvi però, che il ragazzo è stato messo in coma farmacologico in seguito ad un arresto cardiaco, abbiamo pensato che fosse la soluzione migliore. Visto che il suo corpo è stato schiacciato tra l'airbag e il sedile, nonché anche dalla macchina con cui si è scontrato, è stato inevitabile la perdita dell'ossigeno, dovuta anche alla botta in testa che ha preso. Per il momento lo terremo monitorato così per un paio di giorni e in seguito inizieremo a sospendere un po' alla volta i medicinali che porteranno al suo risveglio>> spiegò. Coma farmacologico... Sarebbe stato incosciente su un letto d'ospedale, un paio di giorni sarebbero bastati per farlo riprendere? <<Che tipo di conseguenze avrà dopo il risveglio?>> Domandò suo nonno <<probabilmente lievi emicranie, e dovrà fare riabilitazione per gli arti inferiori. Per i primi tempi, però, consiglio di tenerlo su una sedia a rotelle anche per il dolore alle costole>> spiegò, il signor Albert annuì. Brayden si sarebbe svegliato, era l'unica cosa a cui riuscivo a pensare. <<Possiamo vederlo?>> Domandò Charles <<certo. Però a piccoli gruppi e per favore, una volta finito andate a casa, vi chiameremo in caso di aggiornamenti>> disse il dottore, non esisteva proprio, non mi sarei mossa di qui neanche per un secondo, e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea <<io rimarrò tutta la notte. Non ho intenzione di separarmi da lui>> dissi e non accettavo obbiezioni, non mi importava se avessi dovuto discutere con qualcuno. Vidi Layla che cercò di dire qualcosa ma suo nonno la zittì con un'occhiata e poi seguirono il dottore verso la stanza dove si trovava Brayden. Sentì dei passi avvicinarsi e poi vidi Gwen piazzarsi di fronte a me <<quindi lo ami, eh?>> Domandò incrociando le braccia al petto e mostrando sicurezza, per cosa? Per la discussione che voleva iniziare? Si sentiva potente solamente perché Layla apprezzava lei e non me? <<Suppongo che lo faccia anche tu>> dissi, non ero affatto stupida, sapevo che anche lei era innamorata. <<È dal liceo che è così, ho sempre aspettato credendo che fosse la scelta migliore e invece sei arrivata tu e me lo hai portato via. Non vede nessun'altra che non sia tu>> disse con disprezzo, sapevo che la sua bontà nei miei confronti era stata solo una montatura, il suo atteggiamento di adesso non mi sorprendeva affatto, sorrisi scuotendo la testa <<è questo è stato il tuo errore, Gwen, hai aspettato. Aspettato per cosa esattamente? Se tu lo volevi avresti dovuto agire molto tempo fa, anche se fosse venuto a Boston non avrebbe guardato nessun'altra se fosse stato innamorato di te. Ma forse è questo il problema, anche se ti fossi dichiarata non avrebbe mai provato nulla per te>> dissi, il suo viso si contorse per la rabbia <<e perché no?! Lo avrei conquistato eccome, e anche se ti avesse incontrata...>> Non la lasciai finire <<si sarebbe lo stesso sentito attratto da me, ma allo stesso tempo in colpa perché non avrebbe dovuto sentire quelle sensazioni con un'altra ragazza che non fossi tu. Ma non sarebbe stata colpa sua se i suoi ipotetici sentimenti non sarebbero stati forti quanto i tuoi, non sarebbe stata colpa sua se tu non riuscivi a completarlo nello stesso modo in cui lo avrei fatto io. Accetta il fatto che io e lui siamo destinati a stare insieme. Avresti dovuto dichiararti e non avresti dovuto aspettare, ma forse avresti sofferto molto di più di quanto tu non lo stia facendo adesso, perché ti saresti resa conto che non sei tu la sua metà e che la vostra ipotetica relazione era solo una farsa>> le dissi, i suoi occhi si riempirono di lacrime ma si rifiutò di piangere di fronte a me, guardai gli altri presenti nella stanza e vidi che ci stavano guardando e ci stavano ascoltando <<sai una cosa? Potrai anche avere ragione, ma lui adesso non ne vuole sapere di te, e se io mi dichiarassi a lui e gli facessi vedere cosa si merita davvero rispetto a quello che ha avuto potrebbe darmi una possibilità, potrebbe scegliere me>> disse fin troppo convinta, risi di gusto <<dici sul serio? Vuoi essere la seconda scelta di qualcuno? Ti rendi conto che semmai lui dovesse scegliere te sarebbe solo perché così non dovrebbe pensare a me, no? Ma sono sicura che anche se stesse con te mi penserebbe lo stesso, i suoi sentimenti non cambiano con uno schiocco di dita>> risposi, lei scosse la testa <<sei fin troppo convinta, Ashlynn. Potrei fargli dimenticare di te se mi desse una possibilità>> la guardai negli occhi <<di solito quando due persone si mettono insieme è perché entrambe provano le stesse cose, non perché una è così innamorata e disperata da voler cercare di far dimenticare all'altro la persona che realmente ama, convinta anche di poterci riuscire. Se sono così convinta, Gwen, è perché so quello che ci lega è forte e autentico, ogni tuo progetto non andrà a buon fine, mettiti l'anima in pace e accetta il fatto che Brayden non potrà mai stare con te>> lei scosse la testa, era davvero insopportabile, cosa pensava di poter ottenere? Davvero era così illusa? <<Non mi arrenderò adesso, non lascerò stare fino a quando non sarà lui a dirmelo>> disse infine <<dovresti accettare la sua felicità anche se non è dipesa da te, Gwen>> le dissi <<e tu, Ashlynn Smith, dovresti accettare il fatto che ci sono ottime possibilità che tu possa perderlo per sempre, non essere troppo sicura di te o dei suoi sentimenti>> e con questo si allontanò, uscendo dall'ospedale. La rabbia mi fremeva in tutto il corpo, l'unica cosa che avrei voluto fare era darle un pugno per zittirla, feci dei lunghi respiri profondi per cercare di calmarmi, dovevo farlo, Gwen non meritava tutta questa importanza. Mia sorella mi guardò di fianco a Liis e Dustin, feci per avvicinarmi a lei ma il mio cellulare squillò, lo presi dalla tasca posteriore dei miei jeans neri strappati sulle ginocchia e vidi che era un numero sconosciuto, mi allontanai irrequieta per rispondere, sperando che non fosse Abraham che aveva trovato un altro modo per poter comunicare con me. <<Pronto?>> Dissi <<Ashlynn? Sei tu?>> Disse una voce profonda maschile dall'altro lato del telefono <<con chi parlo?>> Domandai confusa non riconoscendo la voce <<sono la guardia che vi ha fatto entrare in casa di Abraham e Carla>> disse e mi bloccai, credevo che mio padre gli avesse fatto qualcosa e che lo avesse tolto di mezzo, ma a quanto pare mi ero sbagliata <<cosa? Credevo che fossi morto>> dissi, lui rise <<Abraham ci ha provato a togliermi di mezzo, in realtà crede di esserci riuscito, ma si sbaglia>> spiegò, non gli chiesi come era riuscito a togliersi dalle grinfie di mio padre, ma lo rispettavo perché ci era riuscito, era una cosa quasi impossibile <<come mai mi hai chiamata?>> Domandai, non aveva di certo bisogno di favori? Non avrei sopportato anche lui adesso <<Brayden Coleman ha avuto un incidente. E non so se sai già che è stata opera di tuo padre in seguito al suo arresto>> disse, si lo sapevo già <<lo so già>> dissi aspettando che dicesse altro <<ti ho chiamata, Ashlynn, per dirti che ho le prove che è stato tuo padre ad architettare tutto. Sto andando alla polizia in questo momento, se ti fidi abbastanza di me da lasciarmi risolvere la faccenda per conto mio senza che tu o tua sorella vi dobbiate preoccupare anche di questo>> rimasi di stucco davanti a quelle affermazioni <<che tipo di prove hai?>> Domandai <<una registrazione, in cui lui spiega ai suoi uomini, i due che erano alla guida della macchina, cosa avrebbero dovuto fare>> spiegò, non volevo vederla, non volevo sapere i dettagli, non volevo sentire come mio padre architettava l'incidente dell'amore della mia vita <<non voglio sapere come l'hai avuta, né che cosa dice questa registrazione. Voglio solamente sapere perché dovresti aiutarci e perché lo stai facendo>> dissi, lui fece una pausa, guardai il cellulare pensando che avesse chiuso la chiamata, ma poi sentì la sua risata <<sono un'agente sotto copertura, Ashlynn. Non sono mai stato una delle guardie del corpo di Abraham Smith. L'FBI era da anni che voleva sbatterlo in prigione e vedendo in te e tua sorella le stesse intenzioni ho deciso di aiutarvi facendovi entrare in casa, e ho deciso di continuare ad aiutarvi anche adesso. Il padre di Brayden Coleman era uno dei miei più cari amici, ho cercato di proteggerlo il più possibile quando ha fatto la stupidaggine di mettersi in affari con quell'uomo ma non ci sono riuscito. Il mio unico obiettivo è stato quello di dargli giustizia e adesso di darla a suo figlio che combatte per la seconda volta per la sua vita quando non ha nessun tipo di colpa>> spiegò e rimasi completamente di stucco davanti a queste dichiarazioni. Un'agente sotto copertura in casa mia per tutti questi anni? <<È per questo che quando stavo per morire di overdose ci hai aiutate facendo entrare Brent e in seguito i medici>> dissi facendo due più due, era incredibile, ero davvero sorpresa <<esatto, è proprio così>> confermò lui, sorrisi <<fa' quello che ritieni opportuno e risolvi questa faccenda allora, hai la mia piena fiducia>> dissi e lui rise <<va bene, signorina Smith, lasci fare a me, le assicuro che i suoi genitori non vedranno più la luce del giorno>> disse con fare scherzoso e chiuse la telefonata. Guardai mia sorella che mi guardava curiosa, mi avvicinai a lei per spiegarle ogni cosa.
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Avevo fatto entrare prima tutti gli altri apposta per poter rimanere del tutto da sola con lui, anche se avevo tutta la notte. Alla fine avevo avuto la meglio io contro la signora Coleman che insisteva nel voler rimanere lei, e la capivo, ma aveva bisogno di riposare, io no, e volevo dire delle cose a suo figlio senza che nessuno di loro potesse sentirmi. Mi chiusi la porta alle spalle e feci un lungo sospiro prima di posare gli occhi su Brayden incosciente e pallido su quel letto. Aveva molti tubi attaccati alle braccia che erano collegati al macchinario che segnava i deboli battiti del suo cuore, una mascherina sulla bocca che gli forniva ossigeno, la testa fasciata, due lividi sugli occhi e diversi tagli sul corpo, era a petto nudo e da dov'ero posizionata potei vedere le due cicatrici che aveva sul corpo: quella sul lato sinistro, poco sotto al cuore, segno dell'incidente che aveva avuto con il padre e un'altra sul fianco destro dove si trovava la gabbia toracica, segno di questo incidente. Mi avvicinai e gli presi la mano nella mia, intrecciando le nostre dita <<mi dispiace per quello che ti ho fatto, non avrei mai dovuto permettere che succedesse>> feci una pausa ammirando il suo viso rilassato, nonostante i lividi e i tagli per me rimaneva sempre bellissimo <<prometto che non sarò io la prima persona che vedrai quando ti sveglierai, ma adesso starò con te tutta la notte perché non voglio mai più lasciarti. Spero che quando ti sveglierai avrai almeno voglia di ascoltarmi perché ci sono un sacco di cose che devo dirti. Non mi aspetto di essere perdonata, ma farò il possibile per farlo succedere perché ti amo, Brayden, ok? E mi dispiace di averlo capito solo ora>> gli dissi anche se probabilmente non poteva sentirmi, lo dissi lo stesso perché volevo dire quelle cose ad alta voce, e sarei stata disposta a ripeterle. Guardai fuori dalla finestra e vidi che pioveva, rimasi lì, tenendolo per mano guardando il cielo grigio e scuro di Great Falls, sperando di poter guardare la città con lui un giorno.
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Ehilà! Chiedo scusa se magari le informazioni mediche non sono perfettamente precise o esatte, ma ho fatto ricerche su Google e ho scritto al meglio le informazioni.  Questi sono gli ultimi capitoli della storia e sono così emozionata per la fine, che cosa vi aspettate? ❤️                          

the good boy and the bad girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora