29 Lei

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Era passata una settimana da quando Brayden aveva iniziato ad evitarmi. Ogni volta che ci incontravamo per sbaglio nel campus lui cambiava direzione e si allontanava, era come ricevere un pugno in faccia ma che sapevo di meritarmi. Cercavo di distrarmi in tutti i modi possibili: avevo chiesto dei turni in più al The Black Roses a Brent ma si era rifiutato categoricamente, passavo ore e ore su progetti di architettura che avrei potuto finire in massimo due ore solo per tenere la mente concentrata, evitavo di andare a letto con ragazzi biondi perché mi ricordavano lui. Avevo notato che si era avvicinato a Gwen ultimamente, ero felice per lui, magari aveva trovato una ragazza che lo sapeva valorizzare. <<Ashlynn!>> Mi sentì chiamare, smisi di pulire il bancone della mia postazione e guardai Brent che si avvicinava a me <<successo qualcosa?>> Chiesi <<questa domanda dovrei farla a te>> si sedette sullo sgabello di fronte a me e mi guardò con i suoi profondi occhi marroni <<di che parli, Brent?>> Chiesi ancora, non volevo pensare che avesse capito che qualcosa non andava, non mi andava di parlarne <<prima hai fatto cadere due bicchieri di vetro a terra e ti ho vista con lo sguardo perso nel vuoto diverse volte>> mi ricordò, quindi notava tutto... E io che credevo che fosse troppo indaffarato per notare il mio stato d'animo <<non ho dormito molto stanotte, scusa per i bicchieri, te li posso ripagare>> dissi la prima cosa che mi passò per la mente, non lo guardai negli occhi perché sapevo che se lo avrei fatto avrei ceduto e gli avrei detto la verità, ma non volevo, ormai mi ero dimostrata troppo vulnerabile e avevo fatto capire già troppo quanto Brayden Coleman stava diventando importante per me. <<Pensi veramente che mi importi dei bicchieri? A me importa capire cosa ti passa per la testa, Ashlynn. Non ti ho mai vista così>> lo guardai e nei suoi occhi trovai l'affetto paterno che non avevo mai avuto <<sto bene, Brent>> dissi andando nel retro per prendere altri alcolici, lui ovviamente mi seguí, aveva la stessa insistenza che caratterizzava anche sua figlia <<non ti credo, ormai ti conosco come le mie tasche>> commentò dietro di me, non gli risposi e gli diedi le spalle, ero consapevole del fatto che avesse ragione <<ok, forse c'è qualcosa, ma non mi va di parlarne, e prima che tu me lo chieda, no, non c'entra con i miei genitori>> misi in chiaro mentre ritornavo al bancone con le bottiglie in mano <<hai sempre avuto questo vizio di tenerti tutto dentro, come se affrontare tutto da sola ti facesse bene>> mi disse avevo affrontato così tante cose da sola che ormai non conoscevo altro modo <<proprio perché sai come sono fatta dovresti sapere che è sempre stato così>> gli ricordai, lui sospirò <<lo so, ma non credo che esista un essere umano che sia in grado di fare sempre tutto da solo, senza mai chiedere aiuto o senza mai parlare con qualcuno. Non sei invincibile, Ashlynn>> disse, sospirai ma non smisi di fare il mio lavoro <<mi piacerebbe che mi parlassi di quello che ti turba, se non c'entrano i tuoi genitori, allora qual è il problema?>> Continuò, mi fermai e lo guardai negli occhi ormai rassegnata, tenermi tutte le mie sensazioni dentro mi stava facendo impazzire <<si tratta di un ragazzo. Lui è così speciale, sin dalla prima volta che l'ho visto non ho avuto voglia di andarci a letto per poi andarmene, ma volevo conoscerlo. All'inizio mi incuriosiva molto, lui è introverso e timido e volevo capire la sua persona. Quando abbiamo iniziato a parlare un po' ho iniziato a sentirmi attratta da lui, fino a quando non l'ho baciato, ma mi sono ricordata dei miei e allora l'ho allontanato. La settimana scorsa mi sono ubriacata e lui nonostante il modo in cui lo avevo trattato, mi ha aiutata e mi ha portata a casa. L'ho baciato di nuovo perché lo desideravo tanto, è rimasto a dormire con me e il mattino dopo sentivo una pace e un calore dentro di me che non avevo mai provato prima, ma mia madre ci ha scattato una foto, adesso sa che lui esiste e non posso permetterle di fargli del male, non me lo perdonerei mai se dovesse succedergli qualcosa. Inizio a sentirmi molto protettiva nei suoi confronti, ho addirittura provato fastidio quando l'ho visto con un'altra ragazza. Sto di merda perché lui adesso mi evita, mi guarda come se fossi la persona peggiore al mondo, e forse lo sono davvero>> mi misi completamente a nudo, dire tutte queste cose ad alta voce facevano male e bene allo stesso tempo, nella mia mente tornarono i suoi capelli biondi, i suoi occhi azzurri così puri e limpidi, il suo sorriso e addirittura il suo rossore sulle guance quando qualcuno gli faceva un complimento iniziavo a sentire tanto la sua mancanza, anche se concretamente non avevamo passato chissà quanti momenti insieme, ma se una persona ti faceva stare bene lo faceva anche con poco, no? Guardai Brent e vidi uno strano sguardo nei suoi occhi, come se avesse capito qualcosa che io ancora non sapevo, come se conoscesse tutte le emozioni di cui gli avevo parlato, come se avesse già provato queste cose sulla sua pelle <<è così bello sentirti parlare così>> commentò e poi prese le mie mani nelle sue, sembravano così piccole a confronto <<così come?>> Chiesi <<come una ragazza innamorata>> mi irrigidì, no, non ero innamorata di Brayden, non sapevo neanche cosa fosse l'amore <<cosa? No, non è vero>> negai subito anche se non mi sentivo convinta fino in fondo amare? Io stavo iniziando ad amare un'altra persona? No, non poteva essere, anche se fosse stato così non mi sarei potuta permettere di metterlo in mezzo ai miei problemi. <<Conoscendoti ci metterai un po' ad ammetterlo, ma quando lo farai stanne certa che non te ne pentirai. Sono felice che un ragazzo ti abbia smosso qualcosa dentro>> no, non era vero <<non dire cazzate, Brent. L'unica cosa che farò sarà quella di continuare a tenerlo lontano da me così mia madre non potrà fargli del male>> dissi andando di nuovo nel retro, di nuovo Brent mi seguí <<e quindi vuoi continuare a stare così male quando invece potresti essere felice? Stai ancora dando il potere a tua madre di controllarti?>> Mi fermai per l'ennesima volta quella sera e lo guardai male, nessuno mi controllava, tanto meno Carla Smith <<l'unica che mi controlla sono io, non mia madre, non qualcun altro>> dissi incazzata, sperai che Brent adesso mi lasciasse stare, avrei potuto dire cose della quale probabilmente non mi sarei pentita <<e invece è quello che sta succedendo. Tieni quel ragazzo lontano solo perché tua madre ha una vostra foto insieme, non pensando a quello che vuoi, non pensando a come questo ragazzo ti faccia stare bene e a come potrebbe continuare a farlo se solo tu ti lasciassi andare>> respirai pesantemente era facile parlare facendo la parte dello spettatore, l'avrebbe pensata allo stesso modo se fosse stato nel mio ruolo e si stesse sentendo nel mio stesso modo? <<E permettere che gli succeda qualcosa?! Che venga messo in mezzo ad un giro di droga?! Un ragazzo così buono e puro come lui in una situazione del genere non ci deve finire solamente perché io sono attratta da lui! Dovresti essere contento del fatto che io stia mettendo da parte il mio egoismo per proteggere qualcun altro. È troppo facile parlare non vivendo la situazione sulla propria pelle>> scossi la testa amareggiata e ancora una volta tornai al bancone, sempre con lui dietro di me <<hai ancora paura di Carla ed Abraham>> sentenziò lui calmo, ci teneva proprio a provocarmi stasera, eh? <<Io non ho paura di nessuno>> dissi io cercando di mantenerla la calma anche se a fatica <<e invece si. Se non fosse così adesso saresti andando a prenderti quello che vuoi come fai sempre. Invece sei qui, bloccata, a camminare come un fantasma, facendo cadere oggetti perché i rimorsi delle azioni che non volevi compiere non ti lasciano in pace>> presi un bicchiere e lo buttai a terra, questa volta volontariamente, il rumore del vetro che andava in frantumi riecheggiò per il locale ancora vuoto, intanto misi le mani sul viso e feci lunghi respiri <<se fai vedere a Carla ed Abraham che hai ancora paura di loro saranno sempre avvantaggiati, avranno sempre del potere su di te, non vincerai mai la battaglia contro di loro se pensi che la tua vita debba essere vissuta in base a quello che sanno o non a riguardo>> mi guardò sperando che dessi ascolto alle sue parole che mi avevano lasciata di stucco, si allontanò probabilmente per prendere una scopa per pulire il disastro che avevo combinato. Riflettei a lungo e quasi mi sentì mancare un battito quando capì che aveva ragione: fino ad ora avevo vissuto nascondendomi da loro, cercando di non farmi vedere più di tanto in giro e andando in luoghi sempre diversi per non creare posti nella quale sarei stata facilmente rintracciabile, avevo pochi amici perché volevo mettere in mezzo meno persone possibili, Dustin, Drake ed Esther sapevano come cavarsela nel caso fosse successo qualcosa. Avevo incontrato Brayden e anche adesso mi stavo comportando con lui in base a quello che sapevano i miei e anche un po' al mio carattere di merda che non mi permetteva di aprirmi con lui, ma se lui si fosse innamorato di me? Io non sapevo amare qualcuno, a malapena dicevo "ti voglio bene" a mia sorella, come avrei potuto dire "ti amo", uno vero, a lui? Sentì i miei occhi pizzicare ma come sempre, mi rifiutai di versare una sola lacrima.
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Anche quella mattina lo incontrai, quella volta era da solo, seduto sulla panchina guardandosi intorno. Ero molto indecisa sul da farsi come era possibile che con lui non sapevo mai cosa fare? Ero sempre stata una ragazza decisa e sicura di sé, che sapeva sempre che fare e come agire, lui mi rendeva completamente instabile anche stando lì, fermo, senza sapere che io da lontano lo stavo osservando. Indossava una felpa bianca con scritto New York sopra e dei pantaloni di tuta blu scuro, aveva spostato lo sguardo sulle sue mani e non sembrava di buon umore, anche lui stava male per me? Anche lui mi pensava? Mi avvicinai e mi fermai a pochi metri dalla panchina <<ciao>> appena si accorse di me si alzò pronto per allontanarsi ma io gli afferrai il polso, come quella volta alla festa <<non andartene, per favore>> lo guardai negli occhi, leggevo la sofferenza di quel momento e dei giorni precedenti, la stessa che avevo provato io, iniziavamo a diventare importanti l'uno per l'altro, Brayden guardò la mia mano sul suo polso ma non si spostò <<cosa vuoi, Ashlynn?>> Era possibile che mi piaceva addirittura il modo in cui diceva il mio nome? Anche se in questo momento lui ce l'aveva a morte con me? <<Voglio parlare con te, voglio farmi perdonare>> gli dissi, gli avrei detto come stavano le cose? Probabilmente no, non sarei riuscita a raccontargli questo lato di me, ma sperai che potessimo chiarire <<peccato, io non voglio parlare con te>> disse distaccato <<non sei costretto a parlare, puoi anche ascoltare e basta>> gli dissi io, lui sospirò <<e se non volessi fare neanche questo?>> Sorrisi <<allora ti perseguiterò ogni giorno fino a quando non vorrai farlo, probabilmente per l'esasperazione>> lo avrei fatto, ne ero capace e forse in questo momento lo aveva capito anche lui. Sospirò di nuovo e si sedette sulla panchina, mi sedetti anche io <<cosa vuoi dirmi? Che sei ancora più felice di non aver commesso quell'errore?>> Mi domandò ricordando la conversazione di domenica mattina <<se è da questo che vuoi partire allora ti dico che in realtà quell'errore lo avrei commesso volentieri>> dissi la verità, la dissi a lui e la dissi a me stessa, a quella parte di me che ancora non voleva ammettere che lui iniziava a piacermi, e anche tanto, mi guardò confuso <<cosa?>> chiese solamente, sapevo che non capiva, neanche io lo facevo, sinceramente se fossi stata al suo posto non avrei sopportato un comportamento del genere <<hai sentito bene, avrei voluto farlo con te quella sera, mi sono veramente fermata per te>> dissi, avrebbe potuto pentirsene in futuro, sperando di aver dato la sua verginità ad una ragazza più meritevole <<e tutto quello che mi hai detto il giorno dopo? Adesso non dovrebbe contare più nulla?>> Con quelle parole lo avevo ferito, fargliele dimenticare non sarebbe stato facile, farmi perdonare non sarebbe stato facile, sospirai di nuovo <<c'è un buon motivo se l'ho fatto, credimi>> gli dissi <<e quale sarebbe questo buon motivo?>> Domandò, non potevo dirglielo <<non posso dirlo, ma credimi che è davvero un buon motivo>> lui si alzò e scosse la testa <<se non sei disposta a raccontarmi tutto come pretendi che io possa solamente prendere in considerazione l'idea di perdonarti, Ashlynn?!>> Esclamò irritato, aveva tutte le ragioni del mondo per odiarmi, ma sapevo che dovevo sistemare le cose, dovevo tenerlo nella mia vita in qualche modo, le parole di Brent mi avevano fatto riflettere <<oggi a pranzo. Cercherò di dirti quello che posso, se solo accetti di passare un po' di tempo da solo con me>> proposi ormai esasperata, se per farmi perdonare avrei dovuto vuotare il sacco allora lo avrei fatto, ma non volevo parlare della mia vita nell'università, cosa mi stava spingendo a fare? Avevo deciso di parlargli della mia vita? Lui mi guardò, immaginai che stesse facendo un lungo ragionamento sulla situazione, stava sicuramente valutando se valesse la pena assecondarmi <<va bene, dopo le lezioni>> confermò, una piccola felicità mi invase <<va bene, andiamo con la mia macchina, ti porto in un posto>> gli dissi e lui annuì accennando un piccolo sorriso, ci allontanammo, ma io avevo già voglia di rivederlo.

the good boy and the bad girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora