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Era la vigilia di Capodanno e Brayden era ancora in coma, ma si sarebbe svegliato e questo era l'importante, ero felice che stesse bene, ero felice che sarebbe tornato da noi. In questi giorni era arrivato anche Brent e il momento delle presentazioni con la signora Coleman era stato abbastanza imbarazzante. Gwen non si era fatta più vedere dopo la nostra discussione, Layla mi evitava ma era meglio così, non avevo bisogno di altre discussioni. <<Hai mangiato in questi giorni?>> Mi chiese Brent di fianco a me. Lui, Esther, Dustin, Drake e mia sorella mi avevano dovuto cacciare fuori dall'ospedale per riuscire a portarmi a pranzo visto che era da un po' che non mangiavo, ma non lo avevo ritenuto una cosa importante <<no, ho avuto altro a cui pensare, Brent>> dissi <<vuoi per caso finire anche tu in un letto d'ospedale?>> Mi rimproverò, sbuffai ma non risposi, si preoccupava per me come se fossi sua figlia e certe volte esagerava. Iniziammo a mangiare, eravamo nel ristorante dell'hotel dove alloggiavamo, era poco lontano dalla città e per fortuna eravamo riusciti a trovare delle stanze <<Liis è rimasta con i ragazzi?>> Domandò Esther a Dustin, lui annuì <<passa un po' di tempo con loro, penso che dopo andranno di nuovo all'ospedale prima di tornare a casa di Brayden>> spiegò, anche io dopo pranzo sarei tornata lì e non mi sarei mossa, stasera avevo deciso di passare capodanno con lui, perché non c'era nessun'altro con cui sarei voluta stare quella sera <<che intenzione abbiamo stasera?>> Domandò poi Esther, io la guardai e lei capì che cosa volessi fare <<sei sicura, Ashlynn? Non credo che ti faccia bene stare sempre lì>> mi disse la mia migliore amica <<non c'è altro posto dove io voglia stare>> dissi. In quel momento lo schermo del cellulare si illuminò e vidi una mail dell'università, anche ad Esther era arrivata. La aprì confusa: proponevano al nostro corso di terminare l'anno in Inghilterra come una sottospecie di stage, volevano sapere se saremmo volute andare, guardai Esther non sapendo che rispondere...

Mi alzai sentendo il bisogno urgente di fumare, nell'ultimo periodo avevo abbandonato le sigarette ma adesso sembravano essere le uniche cose che potessero calmarmi. Mi misi il giubbino e mi alzai dal tavolo dopo aver finito il mio piatto e andai alla veranda che portava nella sottospecie di giardino di cui era munito l'hotel. Incrociai le braccia al petto per il freddo e iniziai a fumare la mia Chesterfield, cosa avrei fatto quando Brayden si sarebbe svegliato? Sapevo perfettamente che non mi avrebbe voluta vedere, come avrei fatto a convincerlo ad ascoltarmi? E anche se lo avesse fatto, come mi sarei fatta perdonare? Mi resi conto che non avevo la minima idea di cosa fare, sempre tutto per colpa sua, con lui non sapevo mai che fare, mi sentivo smarrita, sapevo che non volevo perderlo ma era una possibilità molto plausibile. Odiavo ammetterlo, ma c'era un fondo di verità nelle parole di Gwen, ero così sicura di me quando in realtà non c'era nulla di sicuro, Brayden avrebbe potuto lasciarmi completamente di stucco e scegliere davvero lei... ma non lo avrebbe fatto, giusto? Era me che amava e non lei, i suoi sentimenti dovevano pur contar qualcosa, no? Gettai la sigaretta ancor prima di averla finita, ero frustrata, avevo una paura fottuta di perderlo, i miei pensieri mi stavano portando letteralmente fuori di testa. <<Stai bene?>> Mi chiese Drake piazzandosi al mio fianco con le mani in tasca <<ti sembro una che sta bene?>> Chiesi io di rimando <<qual è il problema?>> Risi amaramente <<come se il problema fosse uno solo>> mi voltai verso di lui e incontrai le sue iridi marroni <<il nostro errore ti sta costando caro, eh>> commentò <<ed è giusto così. È solo che ho una paura fottuta di perderlo, potrebbe davvero scegliere lei>> dissi e abbassai la testa ma subito lui me la fece alzare <<lei chi?>> Mi domandò ancora tenendo due dita sotto il mio mento <<Gwen>> risposi, lui rise <<da quando hai paura di qualcuno?>> Scossi la testa <<da quando quel qualcuno potrebbe portarmi via il primo ragazzo che io abbia mai amato>> risposi, ormai ero diventata una cogliona, tutto per colpa sua. <<Non lo farà, lui ama te>> mi disse, anche io lo pensavo allo stesso modo, ma tornerebbe con la persona che lo ha tradito? Si fiderebbe di nuovo di me? Penserebbe che merito l'ennesima possibilità? <<Suppongo che in questo caso debba prima amare se stesso e poi me>> dissi <<l'amore è un sentimento forte, non si ferma davanti a nulla>> quanto avrei voluto pensarla anche io così... <<Avvolte l'amore non basta>> avrei potuto fare di tutto per farmi perdonare, era quello che avrei cercato di fare, ma sarebbe bastato a far sanare quella ferita? Mi avrebbe guardata con gli stessi occhi di prima? Non lo avrei saputo, non fino a quando non avrei parlato con lui...
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Ero di nuovo in quella stanza. Ma quella volta c'era anche la signora Coleman con me. La guardai mentre stringeva la mano di suo figlio e strinsi di più a me il mio quadernino dei disegni che Brent mi aveva portato pensando che disegnare mi avrebbe aiutato, e molte volte era stato così in realtà. I lividi sul viso di Brayden erano meno visibili ma continuava ad essere pallido e aveva ancora qualche graffio... Non sembrava lui ridotto in questo stato <<ciao, tesoro, sono di nuovo io, sono di nuovo qui a tenerti compagnia>> la signora Coleman fece una pausa e poi alzò lo sguardo verso di me, le feci un piccolo sorriso che lei ricambiò poi riportò l'attenzione sul figlio <<stavolta non sono da sola però, c'è anche Ashlynn. Sai? Non si è allontanata da te neanche un'attimo, se non per ragioni di necessità>> si fermò di nuovo e accarezzò la mano fredda ed immobile di Brayden <<non mi metterò mai in mezzo alla tua vita privata, non ti dirò mai cosa fare, e sicuramente non mi metterò in mezzo alla vostra relazione, ma voglio solamente dirti che secondo me, un po' alla volta potreste riprendere da dove avete interrotto, tesoro>> sentì gli occhi umidi, voleva davvero che stessi ancora intorno a suo figlio? Non era possibile, perché? Chiusi gli occhi per non piangere di nuovo di fronte a lei, non mi odiava come invece avrebbe dovuto fare, non mi odiava come faceva Layla e non ne capivo il motivo. <<Ashlynn, perché non ti siedi?>> Mi indicò la sedia libera dal lato sinistro del letto e io mi andai ad accomodare ritrovandomi di fronte a lei. La signora Coleman notò il mio quadernino con la matita <<disegni?>> Chiese, annuì <<studio architettura all'università>> le dissi <<che bello, facoltà interessante>> commentò. La mia passione per il disegno era iniziata a 10 anni, era un modo per scappare dalle atrocità di Carla e Abraham, rintanarmi nel mio mondo e dare sfogo alla mia fantasia, a 16 anni avevo iniziato a capire che cosa ne volessi fare della mia vita arrivando alla conclusione di voler diventare architetto. Guardai il viso addormentato e rilassato di Brayden e non potei evitare di intrecciare le dita alla sua altra mano, anche se non avrei ricevuto nessuna stretta di ricambio, e sorridere come una stupida, mi aveva regalato dei momenti incredibili, mi aveva fatto sorridere e ridere, mi aveva fatto bene al cuore e anche se la nostra storia sarebbe finita per sempre avrebbe avuto un posto speciale nel mio cuore, i migliori ricordi della mia vita erano legati a lui. Guardai la signora Coleman e vidi che mi stava guardando <<si vede che sei innamorata>> sorrisi e cazzo, sentì di nuovo gli occhi lucidi, perché cazzo mi veniva sempre da piangere quando ero con lei? <<Non mi era mai successo prima, suo figlio mi ha letteralmente colta alla sprovvista>> le dissi e questo la fece sorridere <<e non gli è bastato neanche fare chissà che cosa, era solo se stesso e ogni volta mi affascinava sempre di più. Non perdeva mai le staffe, era sempre calmo e gentile con tutti, avvolte timido e taciturno, ma io ne ero rimasta come incantata>> continuai, ero passata a non esprimere mai i miei sentimenti a raccontare tutte le mie emozioni alla madre della causa del mio cambiamento.

Molte persone entravano nella tua vita con lo scopo di stravolgerla completamente, chi in male e chi in bene, ma ciononostante ti segnavano sempre, ti cambiavano e ti facevano vedere il mondo con occhi diversi.

<<Posso farle una domanda?>> Le chiesi <<certo>> rispose lei, feci una pausa non del tutto convinta che fosse il caso di fargliela adesso, ma era un dubbio che mi portavo dentro da un po' e neanche Brayden lo sapeva <<che tipo di favore aveva dovuto fare a mia madre?>> La signora Coleman si irrigidì un po', cosa che mi aspettavo che succedesse, ero anche pronta a sentirmi dire che non voleva rispondere a quella domanda, in effetti cosa importava ormai? Carla Smith sarebbe stata condannata e sarebbe uscita dalle nostre vite, la donna di fronte a me sospirò <<cosa ti aspetti di sentire? Per i tuoi genitori tutto girava intorno ai soldi e al guadagno, e con lo spaccio di droga ottenevano in grandi quantità entrambe le cose, se non contiamo ovviamente il fatto che infondo fossero entrambi degli ottimi avvocati>> spiegò <<ha dovuto fare anche lei delle consegne?>> Lo stesso incarico che aveva avuto suo marito. Lei scosse la testa <<sarebbe stato molto più semplice, ma invece avevo dovuto portarle dei nuovi clienti. Più erano di basso rango meglio era per lei, avrebbe potuto fargli fare più lavoro, loro avevano bisogno di soldi per comprarsi la droga e visto che non ne avevano a sufficienza si sarebbero avvinghiati ai coniugi Smith una volta dopo che loro gli avessero fatto provare quelle droghe. Loro volevano avere il potere su più quante persone potevano e in più posti diversi>> spiegò disgustata al ricordo <<la cosa peggiore è che non potevo negarmi, in quel momento c'erano in gioco la vita di mio marito e della mia famiglia. Ma per proteggere loro e aiutare mio marito ho rovinato altre vite e alla fine l'uomo che amavo è morto lo stesso>> due lacrime le bagnarono il viso e io allungai l'altra mano sopra il corpo di Brayden per raggiungere la sua e stringerla <<stia tranquilla, chiunque avrebbe fatto lo stesso al posto suo>> la rassicurai, io in primis lo avrei fatto. La signora Coleman si asciugò le lacrime poi si alzò <<vado un attimo in bagno>> annunciò e poi uscì dalla porta. Io decisi di disegnare, per svagarmi un po', cercai il mio cellulare nelle tasche della mia giacca di pelle ma sentì delle cuffiette nella tasca destra, le tirai fuori e poi presi il cellulare nella tasca sinistra, guardai ancora lui poi mi avvicinai per mettergli una cuffietta nell'orecchio <<che ne dici se ascoltiamo la nostra canzone?>> Dissi e feci partire "perfectly wrong", le note del pianoforte mi accompagnavano mentre iniziavo a disegnare e la voce di Shawn Mendes mi teneva compagnia. Guardai l'orario sul cellulare e vidi che era esattamente mezzanotte, l'inizio del nuovo anno e lo stavo passando con lui, sorrisi, potevamo essere altrove e magari felici insieme, ma anche se non lo avessi tradito dubitavo che questo incidente potesse essere stato evitabile. Delle luci colorate illuminarono la stanza nonostante la luce, guardai fuori dalla finestra e vidi i fuochi d'artificio risplendere nella notte, feci un piccolo sorriso e lo guardai <<felice anno nuovo, Brayden. Ti amo>> gli dissi e gli diedi un bacio sulla fronte sentendo degli occhi guardarmi alle mie spalle, probabilmente, quelli della madre.

the good boy and the bad girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora