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<<Ashlynn! Vieni qui!>> Appena mi chiusi la porta di casa alle spalle mia sorella mi chiamò. La raggiunsi in silenzio perché le parole di Layla ancora mi giravano in testa, era quella la considerazione che aveva di me? Davvero credeva che avrei fatto del male a suo fratello? Perché non riusciva a capire quello che mi legava a lui? Decisi di non pensarci, non avrei permesso a Layla Coleman di farmi dubitare della mia persona o di farmi sentire in colpa per i miei errori del passato, eravamo esseri umani ed eravamo imperfetti, ognuno viveva la propria vita nel modo che riteneva più opportuno, era normale che per qualcuno fossero sbagliate le azioni dell'altro. <<Siete riusciti a parlare con la mamma di Brayden?>> Mi chiese Caroline mentre mi presi una birra dal frigo, lei sapeva ogni cosa della nostra relazione, la tenevo sempre aggiornata anche perché scappare dalle grinfie di Caroline Smith non era una passeggiata nemmeno per me <<c'è stata una discussione con sua sorella e abbiamo deciso di rimandare>> dissi in breve, chissà che cosa aveva da dire Layla che non voleva che sapessi... <<Che tipo di discussione c'è stata?>> chiese curiosa, mi sedetti sul divano del nostro salotto <<ha iniziato a dire che io non sono la ragazza giusta per Brayden, che lo lascerò appena andremo a letto insieme e che lui soffrirà per colpa mia. Mi odia a quanto pare>> le dissi tranquillamente, non mi preoccupavo di questo, dovevo piacere a Brayden e non a sua sorella, lei poteva anche andarsene a fanculo. Mia sorella mi guardò incredula <<è strano che tu sia così calma>> commentò <<non devo piacere a lei, Caroline>> le dissi <<hai ragione, lei non ti conosce nemmeno>> rispose subito, bevvi un sorso di birra <<cosa volevi dirmi, comunque?>> le chiesi spostando la nostra conversazione su un argomento più interessante e, quasi sicuramente, più importante. Mia sorella si sistemò meglio sul divano e poi si avvicinò come se qualcuno potesse sentirci <<questa sera andrò a casa di Carla e Abraham per cercare delle prove dei loro affari loschi>> annunciò, la guardai incredula <<cosa? Perché?!>> Le chiesi <<loro due non ci sono, mi hanno informato che sono andati a Londra, abbiamo il via libera>> mi spiegò <<e chi te lo ha detto? E soprattutto, sono affidabili?>> Le chiesi, sembrava tutto fin troppo semplice, non era possibile che un'opportunità del genere ci fosse stata offerta su un piatto d'argento <<certo, la guardia della casa me lo ha detto, di lui ci possiamo fidare>> disse, questa cosa non mi convinceva per niente <<Caroline...>> Ma lei non mi fece finire <<fidati di me, Ashlynn, so esattamente quello che sto facendo>> mi disse subito <<potrebbero essere ancora dalla loro parte, e se tutto questo fosse stato organizzato dall'inizio? E se loro volessero che tu vada lì apposta? Non posso permetterti di fare questo passo falso, sei l'unica famiglia che mi è rimasta>> le dissi, non mostravo molto i miei sentimenti ma cazzo, lei era mia sorella, se avessi perso anche lei che cosa avrei fatto? <<Ashlynn, non mi succederà niente. Se vogliamo mettere la parola fine a questa storia dobbiamo agire velocemente>> mi disse <<ma non rischiando la tua vita>> non le avrei permesso di fare questa pazzia <<vado io al posto tuo, se è una trappola saprò perfettamente come difendermi>> mi alzai dal divano ormai decisa, Caroline mi prese per un polso <<no! Non posso permetterti di farlo, sei impazzita?!>> Esclamò alzandosi <<allora cosa pensi di fare? Neanche io ti permetterò di andarci da sola>> le dissi incrociando le braccia al petto, mia sorella mi guardò pensierosa, poi il suo viso si illuminò come per dire che le era venuta un'idea.
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<<e voi ovviamente avete accettato senza problemi, no?!>> Dissi sconvolta guardando i volti dei miei amici, era bastato che Caroline li chiamasse e loro erano già pronti per mettersi in pericolo <<a me mi ha offeso molto il fatto che non sia stata tu a chiamarci>> commentò Drake sistemando la sua giacca di pelle che indossava, lo guardai <<sul serio? Scusami tanto se non ritenevo necessario mettervi in mezzo>> risposi io scocciata <<guardala da questo punto di vista: siamo di più quindi possiamo guardare più zone della casa contemporaneamente e quindi andarcene il più presto possibile>> disse Esther mettendomi un braccio intorno alle spalle, la guardai male <<non dovreste essere qui>> dissi <<ma ormai lo siamo, che hai intenzione di fare? Mandarci via a calci da casa tua? Tanto lo sai che più tardi potremmo anche andarci da soli alla casa dei tuoi>> mi provocò Dustin, guardai male anche lui, sapevo che ne sarebbero stati capaci e mia sorella sarebbe stata la mente dell'operazione <<e va bene, andiamo, ma mi raccomando>> dissi e mi misi la mia amata giacca di pelle. Tutti quanti andammo con la macchina di Caroline, dire che ritornare in quel quartiere, in quella casa non mi facesse nessun tipo di effetto era dire una bugia, era buffo come avessi infranto la mia promessa di non mettere più piede in questa zona di Boston, sperai che saremmo riusciti nel nostro obbiettivo, sarebbe finito tutto se ci fossimo riusciti? Io e Caroline saremmo state finalmente lasciate in pace? Mia sorella parcheggiò un po' lontana da casa Smith sotto mia richiesta, non mi fidavo della situazione e delle persone che Caroline sosteneva fossero dalla nostra parte, perché avrebbero dovuto continuare a mettersi a rischio così? Lo avevano fatto quando eravamo piccole ma immaginavo per non portarsi due morti sulla coscienza, per non risultare complici semmai Carla e Abraham sarebbero stati scoperti, ma non era possibile che continuassero a mettersi a rischio sapendo che i loro capi potevano osservarli in qualsiasi momento... <<Quindi il piano sarebbe entrare in casa e ispezionare ogni angolo da cima a fondo?>> Chiesi mentre andavamo verso quella villa, quel posto che mi aveva portato tanto dolore, era il posto nella quale stavo anche per morire se non fosse stato per Brent <<dobbiamo trovare delle prove, un qualsiasi cosa che possa fare intendere che quei due non sono solo dei semplici avvocati di successo>> mi spiegò mia sorella <<e secondo te loro lasciano delle prove schiaccianti in giro per casa? Abraham avrà sicuramente una cassaforte o un qualcosa dove tenga nascosto ogni cosa che potrebbe mandare in carcere lui e la sua amata mogliettina>> le dissi, davvero mia sorella era così illusa? Pensava che sarebbe bastato entrare una sola volta in quella casa e avremmo risolto il problema? <<Se dobbiamo rompere qualcosa io e il mio fratellone siamo attrezzati>> disse Drake alle mie spalle, mi voltai e vidi lui e Dustin con delle mazze in mano <<quindi voi dovete lasciare il segno in una casa in cui siete entrati per rubare? Questo si che significa passare inosservati>> dissi sarcastica tornando a guardare di fronte a me, scossi la testa <<non faranno nulla con quelle mazze, non preoccuparti>> mi disse Esther <<ne sei così sicura? Li vedo fin troppo gasati>> le risposi <<certe volte mi sorprende il fatto che loro due e Davis siano fratelli>> commentò, le diedi una gomitata amichevole, sapevo degli sviluppi della sua relazione con Davis, era molto più felice ultimamente e non potevo non esserlo anche io per lei <<sempre ogni buon pretesto per nominarlo, eh?>> La presi in giro, lei mi fece la linguaccia <<non mi sembra che io ti faccia notare ogni volta quanto i tuoi occhi si facciano a cuoricino quando qualcuno nomina, o nomini tu stessa, Brayden>> mi disse, stavolta le feci io la linguaccia, sembravamo due bambine in quel momento. Il divertimento per me finì quando vidi il cancello di villa Smith, quando vidi quella casa mi sentì morire, fu come se tutte le cose che mi erano successe lì dentro mi stessero passando davanti una dopo l'altra, sentì lo stomaco stringersi in una morsa, come mi sarei sentita una volta che avrei messo piede lì dentro? E come mi sarei sentita quando avrei rivisto la stanza dove passavo la maggior parte delle giornate fatta di non so quali sostanze? Le uniche volte che ero "sobria" erano quando andavo a scuola, Carla e Abraham non avevano potuto ritirare le loro due figlie da scuola senza un buon motivo e ovviamente dovevano mantenere le apparenze della buona famiglia benestante che tutti a Boston credevano che fossimo. <<Ashlynn? Stai bene?>> Mi chiese Drake, no, non stavo affatto bene <<si, è solo che è da tanto che non vedevo questa casa>> cercai di essere il più convincente possibile anche se con lui non avevo speranze <<se proprio non te la senti puoi aspettare in macchina>> mi suggerì Dustin, lo guardai <<no, devo farlo, non sono arrivata fino a qui per poi lasciarmi intimidire e fare marcia indietro. Tutta questa storia non ha più nessun tipo di effetto su di me>> dissi per convincere loro e per convincere me stessa, sperai solo che avremmo fatto una cosa veloce, volevo andare a casa nella mia stanza e chiamare Brayden, non sarebbe di certo stato contento se avesse saputo che cosa stavo facendo in quel momento. Arrivati davanti al cancello una guardia ci stava aspettando, lo riconobbi, era lo stesso uomo che si occupava di dare il via libera a Brent quando doveva accompagnarci alla clinica per la disintossicazione, guardò a lungo me e mia sorella ma non disse nulla e poi ci aprì il cancello per farci entrare <<io, Ashlynn ed Esther controlliamo il secondo piano, Dustin e Drake il piano terra, ok?>> Disse mia sorella, tutti noi facemmo di sì con la testa e Caroline cacciò le chiavi della porta dalla tasca dei pantaloni <<come te le sei procurate quelle?>> Le chiesi <<dobbiamo sempre ringraziare quel signore, è grazie a lui se abbiamo questa possibilità>> indicò la guardia che ci aveva fatto entrare, chissà se era un bene o un male il fatto che avessimo questa possibilità... Appena misi piede in quella casa i ricordi mi colpirono come un pugno in faccia, e fu una delle sensazioni più orribili che potessi provare: mi vidi seduta sul quel maledetto divano mentre guardavo il soffitto con lo sguardo nel vuoto, avevo perso il contatto con la realtà da tempo, mi immaginai con i vestiti sgualciti, i capelli biondi in disordine, il viso pallido e con le occhiaie, gli occhi iniettati di sangue e la mia mano che sosteneva qualsiasi cosa della quale mi facessi a 15 anni, fui percorsa da un brivido, era davvero esistita quella versione di me? Perché ero stata così debole? <<Ehi>> Esther mi mise una mano sulla spalla e poi mi passò un pollice sulla guancia, non avevo notato che una lacrima solitaria l'aveva bagnata, mi allontanai da Esther e subito mi asciugai quella stupida lacrima, io non piangevo, soprattutto non per questa cosa, soprattutto non per Abraham e Carla Smith, soprattutto non per quella me che volevo dimenticare... Mi voltai verso i miei amici e mia sorella <<che ne dite? Iniziamo a fare quello per cui siamo venuti?>> Loro annuirono in silenzio, prima di salire le scale mi guardai intorno, era possibile che non ci fosse nessuno? Tutto questo era fin troppo strano.

Arrivate al piano di sopra iniziammo ad ispezionare ogni stanza da cima a fondo, ma ovviamente, come avevo potuto immaginare, non c'era nulla che ci sarebbe potuto essere utile, sapevo che questo era tempo perso nella quale ci stavamo mettendo in pericolo, già potevo immaginare Abraham fare la sua comparsa e deridere la nostra poca intelligenza. Appena riconobbi la porta della mia stanza osservai la porta a lungo prima di aprirla, la mia camera non l'avevo mai sentita mia, le pareti erano bianco spento e c'erano solo un letto, una scrivania e l'armadio, nulla di costoso rispetto al resto della casa, segno che loro due non ci avevano mai volute, e allora perché diventare genitori? Per due volte pure? Pensavano di mettere al mondo le prossime eredi del loro giro di droga? Diedi un'occhiata velocemente qui dentro sapendo che neanche qui avrei trovato qualcosa, altri ricordi di me ai 15 anni inerte come un cadavere vidi passare davanti a me, uscì da lì e chiusi la porta con forza, proseguì come se nulla fosse successo e continuai a cercare. Guardai nei cassetti dei comodini che c'erano nel corridoio, ma ormai avevo capito che non c'era nulla da trovare <<ragazze!>> Sentì chiamare da Caroline, andai subito da lei, la sua voce proveniva dallo studio di Abraham. Quello studio mi faceva ribrezzo: di fronte alla porta c'era la sua enorme scrivania nera con la sedia color Bordeaux, diversi scaffali pieni di fascicoli, un divanetto nero in pelle sulla destra sotto la finestra, alle spalle della scrivania la finestra che portava sulla grande terrazza. Mia sorella era vicina ad uno degli scaffali, Esther mi raggiunse <<cosa hai trovato?>> Le chiese, mia sorella si voltò <<sono delle registrazioni e dei fascicoli>> spiegò, mi avvicinai confusa, sullo scaffale c'erano dei DVD alternati da dei fascicoli, su di essi c'erano dei nomi come sulle registrazioni, ogni nome aveva sia un fascicolo che un DVD, li lessi uno ad uno prima di bloccarmi sugli ultimi quattro: un DVD aveva il nome del padre di Brayden come così un fascicolo, e gli ultimi... Avevano il nome di Lily.

the good boy and the bad girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora