3 Lui

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<<Come mai Charles non è venuto in aeroporto?>> domandai a mia sorella una volta arrivati davanti al condominio dove vivevano i miei fratelli, il viaggio in macchina era stato pienamente silenzioso per quello che avevo detto in aeroporto ma non volevo che questo creasse imbarazzo con Layla e Charles perciò decisi di parlare per togliere la tensione che si era creata, Layla a quanto pare aveva capito le mie intenzioni perché parlò come se niente fosse successo: <<sta cucinando un dolce di benvenuto. Voleva accoglierti per bene e sai quanto ama cucinare>> mi sorrise ed entrammo in ascensore, questo posto aveva come minimo 6 piani e io di certo non andavo d'accordo con l'attività fisica, ero più bravo con i computer. Una volta arrivati al 4° piano Layla si fermò all'appartamento numero 110, aprì la porta e appena entrai un profumino di cioccolato mi invase le narici: la torta al cioccolato, la mia preferita. Anche stavolta non potei evitare di sorridere: i miei fratelli mi conoscevano meglio di chiunque altro, mi avvicinai alla cucina in stile moderno colore bianco e grigio chiaro e vidi mio fratello maggiore alle prese con la glassa <<Layla dobbiamo comprare altra panna, l'ho finita!>> Disse pienamente concentrato, non si era accorto della mia presenza <<non ti ho mai visto così concentrato in vita mia>> dissi ridendo, Charles alzò lo sguardo e incrociò il mio, lasciò tutto e corse verso di me per abbracciarmi. Mi sollevò senza fatica visto che aveva il triplo della mia forza ed ero magrissimo <<fratellino! Finalmente sei qui>> mi disse quasi sollevato, mi posò a terra e mi rovinò i capelli come faceva sempre <<non sai quanto sia difficile sopportare Layla da solo, menomale che ci sei tu>> mi disse, Layla gli fece la linguaccia <<certo come se tu fossi un santo, Charles>> lui sorrise e poi mi abbracciò di nuovo, sposto la sua attenzione tutta su di me <<vieni, ti accompagno nella tua stanza>> mi disse e lo seguì in corridoio. Le pareti erano bianche con delle fantasie argento, erano delle spirali sicuramente volute da Layla e poi c'erano alcune foto di noi tre o con la mamma e il nonno, a proposito... <<Ho promesso a mamma che gli avremmo fatto una videochiamata tutti e tre stasera. Dimmi che non hai niente da fare se no poi se la prende con me>> dissi, mio fratello non sapeva stare a casa, aveva bisogno di uscire e stare con gli amici e soprattutto stare ogni sera con una ragazza, il suo modo di fare non mi piaceva perché era un comportamento da classico "bad boy" o come si dice, che stava facendo? Stava aspettando che arrivasse la ragazza che gli facesse mettere la testa apposto? Sapeva che queste cose nella vita reale non succedevano? E nemmeno viceversa, non era possibile che un ragazzo o una ragazza volesse migliorare se stesso dopo un'incontro con un ragazzo o ragazza che tra l'altro dicevano di non sopportare e che poi dopo si trasformava magicamente nella loro unica ragione di vita: poteva anche essere romantico ma non si poteva dire che non fosse strano e un po' senza senso. Probabilmente ragionavo così perché nessuno si era mai innamorato di me e di certo la cosa non mi sorprendeva, potevo anche essere carino ma se poi quella persona mi avesse iniziato a conoscere sicuramente se la sarebbe data a gambe il più lontano possibile da me <<stasera rimango a casa visto che sei arrivato tu, non preoccuparti non avrai nessuna ramanzina>> sorrise, anche Charles era biondo con gli occhi azzurri ma il suo viso era sicuramente più bello del mio, era più alto e più muscoloso bè sì lui ci teneva ad avere un bel corpo scolpito a differenza mia e sicuramente aveva un bel rapporto con l'attività fisica <<ah bene menomale, mi sento meglio>> dissi, evitare le sfuriate della mamma era sempre meglio. La mia stanza aveva le pareti blu, un letto grigio a piazza in mezzo, di fronte c'era il comodino con la televisione appoggiata sopra e poi al fianco c'era l'armadio bianco, avevo anche una finestra e il bagno personale. <<Bella la stanza, mi piace>> dissi mentre mettevo la valigia sul letto per svuotarla <<hai bisogno d'aiuto?>> mi domandò mio fratello <<ci penso io, tu va a finire il dolce perché mi sta facendo venire fame>> Layla ci raggiunse ed entrò nella stanza <<d'accordo>> Charles se ne andò e io rimasi da solo con mia sorella. <<Pronto per domani?>> Mi domandò mentre iniziava a prendere i miei vestiti e sistemarli nell'armadio, domani era il mio primo giorno alla University of Massachusetts e l'ansia che non avevo avuto fino ad ora... O meglio quella poca ansia che già avevo, adesso si era triplicata <<no per niente. Ma sono qui per fare una cosa che mi piace quindi è ok>> dissi, le mie ansie e le mie paure stupide iniziarono a farsi sentire e mia sorella lo notò subito e mi prese per un braccio, mi costrinse a guardarla negli occhi <<qualsiasi brutto pensiero che inizia a tormentarti deve sparire dalla tua testa, Brayden>> come se fosse facile, non volevo essere così ma la costante paura di fallire, che qualcosa andasse male o che qualcuno potesse prendersi gioco di me aveva sempre la meglio su tutto, sui miei buoni propositi e mi bloccava, mi faceva perdere l'emozione di fare qualcosa o l'entusiasmo di vivere nuove esperienze e faceva schifo, davvero schifo <<non posso impedirlo. Lo sai quanti complessi mentali mi faccio, no?>> Dissi e ogni volta mi sentivo sempre più ridicolo, mia sorella mi guardò intensamente <<possiamo smettere di parlarne? Starò bene ok? Almeno tu fidati di me>> Layla sospirò <<io e Charles ci fidiamo di te, Brayden. Ma non c'è niente di male nel mostrarsi deboli e chiedere aiuto>> non volevo sentire più nulla <<puoi lasciarmi solo per favore?>> domandai, chiudermi in me stesso era la mia arma, decisamente sbagliata <<non risolvi nulla così, lo sai?>> Mi disse, la guardai cercando di farle capire che non volevo più parlare, lei mi capì e uscì dalla stanza, ecco... Ero di nuovo da solo, ero nella mia normalità
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<<Mi raccomando, ragazzi tenete d'occhio Brayden>> ma che cazzo?  avevo 19 anni, sapevo cavarmela da solo, non avevo bisogno dei sorveglianti <<mamma ma guarda che c'è la faccio da solo anche se ti è difficile crederlo>> dissi quasi irritato, io non mi fidavo di me stesso ed era ok, ma che anche qualcun'altro non lo facesse era un altro conto <<ha ragione. È davvero in gamba e poi è il ragazzo più responsabile che possa esistere sulla faccia dell'universo>> mi difese Layla, lo faceva sempre <<ma lo sapete com'è vostra madre, no?>> La voce roca di nonno Albert era sempre stata un rifugio per me, quando avevo le mie crisi o momenti no andavo da lui che faceva sembrare che tutto fosse possibile <<mi preoccupo solo di mio figlio, papà>> si difese la mamma: Dianne Coleman, 47 anni era la donna più dolce sulla faccia della terra che era riuscita a mandare avanti la famiglia anche dopo la morte di papà, l'affetto e l'ammirazione che provavo verso di lei erano qualcosa di indescrivibile <<esageri, Dianne. Non diventerà mai sicuro di sé se noi lo trattiamo come se fosse fatto di cristallo e potesse rompersi da un momento all'altro. Brayden ha dimostrato più volte di potercela fare, è un ragazzo forte e farà molta strada>> tutta la fiducia che nonno aveva in me mi commuoveva, non lo avrei deluso per nulla al mondo <<noi due lo aiuteremo per qualsiasi cosa. Ci assicureremo che stringa amicizia domani mattina>> le parole di Charles non erano per niente confortanti, non avevo mai avuto amici perché tutti al liceo mi consideravano un tipo strano e noioso <<sono sicuro che ti occuperai di questa cosa, Charles ma non lo forzare>> disse il nonno, sapevano che non dovevano costringermi a fare qualcosa che non volevo <<non preoccuparti, nonno, conosco mio fratello>> disse Charles. Continuammo a parlare ma io iniziai a viaggiare con la mente, pensavo agli ipotetici scenari imbarazzanti che potevano succedere e l'ansia si fece sentire... Ma non potevo essere un normale diciannovenne? Perché il mio cervello doveva funzionare così? Ero stanco di questa situazione, del mio modo di essere eppure non sapevo come fare, continuai a pensare ma deciso a dare una svolta...

the good boy and the bad girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora