17 Lei

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Era stata una bella notte. Dopo la pseudo-discussione con Esther avevo preso la mia moto, la Harley Davidson (visto che avevo lasciato la macchina alla mia amica) ed ero andata in un altro locale dove ero più che sicura che avrei trovato qualcuno pronto per una botta e via con me, lo avevo trovato infatti, un bel metro e ottantacinque con i capelli marroni e due occhi verdi come smeraldo, muscoloso e sicuro di sé, mi aveva concesso la miglior notte di sempre, uno tra i più bravi. Io non gli avevo chiesto come si chiamava e lui non mi aveva chiesto come mi chiamavo, ci eravamo guardati e avevamo capito subito come sarebbe andata a finire, il tipo ci sapeva fare ma adesso me ne ero andata senza dare nessun tipo di spiegazione, come facevo sempre. Mi fermai con la moto nel vialetto di casa e entrai, trovai Caroline appoggiata allo stipite della cucina mentre beveva la sua tazza di caffè con zucchero, io sinceramente lo preferivo senza <<sei stata fuori stanotte>> commentò <<quindi?>> Chiesi, sapeva le mie abitudini, c'era bisogno di metterle in risalto? <<Non hai mai pensato a come sarebbe farlo con un solo ragazzo e basta? Senza ogni volta andare a cercare qualcuno in giro ogni volta, sentirti unita a qualcuno...>> anche Caroline voleva dare di matto? Tutti intorno a me stavano delirando ultimamente <<pensaci tu a fare queste cose, non voglio essere legata a nessuno. L'amore è così sopravvalutato...>> Dissi <<addirittura? Sono così curiosa di sapere cosa pensa la mia amata sorellina sull'amore>> la guardai confusa <<dobbiamo fare questa conversazione inutile per forza? Sono obbligata?>> Dissi, volevo solamente essere lasciata in pace, per un momento guardai il cellulare e vidi diversi messaggi: erano di Esther, ma per il momento non ne guardai nessuno. <<Volevo solamente sapere se c'erano motivi fondati per la quale sostieni che l'amore è sopravvalutato>> disse <<potrei scriverti un libro su tutti i motivi che ho per dire così, ma non ho voglia sinceramente, ti dico semplicemente che dare il potere ad un'altra persona di poterti ferire, distruggere e addirittura consumare con delle semplici parole perché tu sei così preso da mettere quella persona al centro del tuo mondo è abbastanza triste. Nessuno dovrebbe accettare il fatto di poter essere ferito in cambio di un po' d'affetto>> dissi appoggiandomi al muro <<l'amore non è solo questo, Ashlynn>> disse mia sorella <<l'amore non dovrebbe essere questo, Caroline. Non dovrebbe rendere felici? Eppure sembra che ci sia più gente che sta male che bene, ci sono donne che sono morte per amore, un amore sbagliato, malato. Come posso volere una cosa del genere?>> Dissi, non volevo che capisse il mio punto di vista o ancora peggio, che iniziasse a pensarla come me, volevo solo che rispettasse il fatto che sarei rimasta single a vita, indipendente. <<Ma guarda che poi bisogna trovare la persona giusta. Quella che ti fa battere il cuore, quella che quando state nella stessa stanza non riesci a non guardare, quella con cui vuoi parlare anche di stupidaggini, quella che vuoi conoscere affondo. Dovresti aprirti di più, Ashlynn, non tutti gli uomini sono come papà>> disse, scossi la testa <<sarà brutto vedere quando ti renderai conto che nella vita reale questo amore che tanto desideri non esiste>> dissi e con questo me ne andai in camera mia.
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Disegnare mi rilassava, per un po' tutto il resto non esisteva più, quando lo accompagnavo con un po' di musica il tutto diventava qualcosa di paradisiaco dove c'ero solo io. Ascoltavo i miei amati Twenty One Pilots e lasciavo che la mia mano desse sfogo alla creatività accompagnata dalla matita sul foglio, era quando sentivo il bisogno di disegnare anche se non sapevo che cosa che venivano fuori i miei migliori disegni, questo era uno di quei casi. Dopo la conversazione con Caroline mi ero chiusa in camera mia e avevo anche saltato il pranzo "non tutti gli uomini sono come papà" e menomale che non erano tutti come lui altrimenti questo mondo sarebbe stato spacciato, perché dovevo essere imparentata con gente del genere? Non sopportavo portare il suo stesso cognome, non volevo che quell'essere fosse mio padre. Era uno spacciatore, cazzo, se qualcuno si era mai chiesto come facesse a guadagnare così tanto essendo solo un avvocato, sarebbe rimasto deluso o si sarebbe aspettato di scoprire come stessero davvero le cose? Ovviamente mia madre lo aiutava, quei due erano identici, ecco perché stavano insieme, ero persino arrivata a dubitare che quei due stessero insieme per amore. Ero diventata di cattivo umore perciò lasciai stare il disegno, spensi la musica e andai al piano di sotto, mi accesi una Chesterfield e non potei impedire alla mia mente di viaggiare su di lui, su Brayden... Chissà che cosa stava facendo in quel momento, ripensai a ieri sera gli avevo veramente detto quelle cose? Lo avevo veramente "protetto" (se così si può dire) da Lily come se fosse un mio problema? Infondo era un ragazzo e ripensandoci avrebbe potuto anche cavarsela da solo, perché cazzo ero intervenuta come se mi importasse di lui? Sperai che quel ragazzo fosse abbastanza intelligente da capire che questo non significava niente, o che i suoi amati fratelli gli facessero capire di non farsi strane idee con me, sarebbe solamente rimasto deluso. <<Quante volte devo dirti che non devi fumare in casa?!>> domandò Caroline irritata togliendosi gli occhiali da riposo neri che portava quando studiava e posando il libro sul tavolino del salotto, mi guardò seria <<è anche casa mia>> dissi semplicemente, anche io aiutavo a pagare le bollette qui dentro <<quella che l'ha comprata e che ci è venuta a vivere per prima sono io, quindi è più mia che tua>> disse, sospirai leggermente irritata <<mi sembra che però i soldi per viverci in questa casa siano per una parte miei>> dissi, Caroline sospirò <<sei vuoi riempirti i polmoni di fumo sei libera di farlo, ma non voglio essere coinvolta, Ashlynn>> dissi, spensi la sigaretta stanca di sentirla lamentarsi <<stasera devi lavorare anche tu?>> Chiesi spostando il discorso su qualcosa di più serio <<si, perché?>> Chiese, ovviamente non potevi chiederle qualcosa senza che lei chiedesse dettagli e spiegazioni.. <<andiamo con la tua macchina, la mia la tiene Esther>> dissi, cazzo, lasciava l'amaro in bocca pronunciare il suo nome dopo quello che era successo <<ho sentito che lei ieri sera ti ha detto di aspettare ma tu le hai semplicemente detto di tenersi la macchina. Avete litigato?>> Ma era possibile che a questa ragazza non le si potesse nascondere nulla? <<Pensa che io possa prenderla in giro solamente perché le piace Davis. Ma ti sembra normale che devo sentirmi dire queste cose da una persona con la quale mi sono messa completamente a nudo?!>> Erano più uniche che rare le volte in cui io parlavo con mia sorella dei miei problemi, se succedeva più che altro era il contrario, Caroline sembrò sorpresa della cosa, sicuramente non si aspettava che Esther potesse provare qualcosa per il più piccolo dei Park visto che lei sosteneva che Esther e Drake sarebbero stati una bella coppia <<ha pensato per un momento che potessi farlo, Ashlynn. Proprio perché ti conosce aveva paura della tua reazione>> la difendeva? Non potevo crederci <<sa tutto di me, tutto quello che mi è successo, cazzo!>> Dovevo calmarmi <<era meglio che rimanevo in camera mia>> dissi e salì di nuovo le scale, non sarei uscita fino a quando non sarei dovuta andare a lavoro.

Non c'era molta gente la domenica sera, non capivo perché il nostro amatissimo capo continuasse ad aprire anche di domenica. C'erano solo i soliti ubriaconi che veramente non avevano una vita e si buttavano nell'alcol, era la settima volta che Caroline si avvicinò al loro tavolo per versare altro liquore in quei maledetti bicchieri che poi avrei dovuto lavare io, non vedevo l'ora di laurearmi anche se avevo appena iniziato. Quella sera eravamo in 4: io e mia sorella e altri due ragazzi, di solito quando lavoravo il sabato o addirittura nella settimana eravamo molti di più considerando la gente che c'era <<mi sono rotta di avvicinarmi a quel maledetto tavolo, puzzano di non so cosa quei due>> disse mia sorella disgustata, risi e scossi la testa <<se dici ad uno dei due idioti di occuparsene lo faranno senza problemi e lo sai>> dissi indicando i due ragazzi che lavoravano con noi stasera, ma lei era troppo buona per approfittarsi del fatto che quei due pendevano dalle sue labbra per lasciare a loro il suo lavoro <<non dire stupidaggini, è una mia responsabilità>> disse, come pensavo... La serata passò troppo lentamente, arrivarono solo alcuni clienti ma nulla di rilevante, Caroline era andata in cucina e io stavo sistemando i bicchieri nel mobiletto, quando sentì dei passi e qualcuno sedersi sullo sgabello in pelle per niente silenzioso, mi voltai per servire il prossimo cliente ma mi ritrovai Carla Smith <<ciao, tesoro>> salutò soddisfatta.

the good boy and the bad girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora