4. La solita fortuna

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È passata la giornata, eppure non sembrava, le ore sono letteralmente volate; si è fatta sera ed accompagnata dai miei amici ci dirigiamo verso la mensa per riprendere le energie perse a causa degli allenamenti pomeridiani.

Oltrepassiamo le porte della sala e cerchiamo un tavolo dove poterci sedere, pian piano la mesa si riempie sempre di più fino a che è quasi impossibile muoversi.

Jean: "Ragazza patata non ingozzarti in quel modo o ti strozzerai"
Dice il ragazzo cercando di toglierle il pezzo di pane che stava mordendo se non fosse per il fatto che la ragazza morde pure la sua di mano, non mollando la presa.

Connie: "Sasha lascia! Quella è la mano di Jean, non voglio ucciderti, perciò molla!"
Connie prova ad allontanarla quasi soffocandola, interviene Mikasa che prende il pezzo di pane che i due le avevano tolto e glielo rimette in bocca senza aggiungere nulla, dopo di che ritorna la "pace".
Jean: "LA MIA MANO"
La sventola mostrando il segno dei senti che Sasha aveva lasciato sulla sua pelle.
Connie: "sputaci sopra e passerà il dolore"
Risponde di scatto convinto e siero del suo impeccabile consiglio; Armin si schiarisce la voce.
"Beh tecnicamente sputare non-"
Lo interrompo con un "shh" per non infrangere i sogni del ragazzo il quale si era impegnato nel dare quella risposta.

Dopo queste perle di saggezza l'unica cosa che contava era mangiare e criticare i piatti più sostanziosi che altri ricevevano; ma soprattutto impedire che Sasha morda qualcun altro.
Nella calma e silenzio più assoluto sento che Historia, seduta alla mia destra, mi da una leggera gomitata con l'intento di avere la sua attenzione. Lascio sul piatto la forchetta che stavo impugnando per mangiare la carne, giro la testa verso di lei e aspetto che mi dica qualcosa.
Historia: "mi sa proprio che qualcuno ti stia guardando"

Con un cenno della testa mi indica il punto in cui era seduta questa persona, cosa che fanno anche gli altri.
Con lo sguardo oltrepasso i tavoli e noto qualcuno che in effetti mi sta guardando, è... il capitano Levi...?

AH

Per un arco di pochi secondi i nostri sguardi si incrociano, guardo subito altrove per non rendere l'atmosfera ancora più imbarazzante di quanto già non lo sia.
Eren: "wow"
Historia mi sorride dicendomi:
"Per essere i tuoi primi giorni qui sei una delle migliori col dispositivo di manovra tridimensionale e soprattutto molte ragazze ti invidiano per... come dire... Validi motivi"
Sasha annuisce masticando ancora la sua porzione di carne.

Jean: "penso che tu abbia sentito della sua ossessione per la pulizia, vero?"
Rimango un po' confusa da tutto ciò.
T/N: "ossessione?"
Eren: "ci costringe a pulire ogni centimetro di questo posto e se non gli va bene si arrabbia"
Dice il ragazzo catturando la mia attenzione per poi continuare:
"Armin è ancora traumatizzato dall'ultima volta"
Ci voltiamo verso il biondo.
Armin: "non fatemelo ricordare..."
Da quanto mi dicono deve essere uno severo e antipatico, certo questa mattina non mi è sembrato simpaticissimo però non sembra così male.
Si vedrà...

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Abbiamo finito di cenare ed abbiamo deciso di andare nella camera di Eren per passare un po' di tempo tutti insieme.
In mezzo alla stanza ci sono Jean e conche che stanno "combattendo", Eren è seduto su un lato del letto con mikasa mentre io e Sasha stiamo cercando di fare un'acconciatura ad Armin.
Armin: "Ahia!"
T/N: "cavolo non pensavo avessi tutti questi nodi, Eren hai una spazzola?"
Glielo chiedo nella speranza che mi dica di sì, non voglio rendere Armin pelato.
Jean: "come può avere una spazzola? Non ne ha mai vista una in vita sua"
Eren: "parla per te faccia da cavallo"
T/N: "dato che dici così, posso prendere la tua di spazzola?"
Dico a Jean sapendo quello che mi dirà.
Non risponde.
Eren: "non dici niente eh?"
Jean: "i miei capelli sono perfetti ok?!"
Connie: " tosse tosse, la "mia" criniera"
Sasha: "AHAHAHAH"
Jean: "ALLORA-"

Nel frattempo dico ad Armin che vado in camera mia a prendere una spazzola; esco dalla camera trattenendo una risata.
Mi incammino verso la mia stanza non molto distante da qui, percorro l'enorme e poco illuminato corridoio.
Vengo rapita dal cielo stellato di questa sera ben visibile grazie alle ampie finestre; sono completamente immersa dei miei pensieri che vado a sbattere contro QUALCUNO.
Per l'impatto cadiamo entrambi per terra.
Alzo lo sguardo.
Sono andata a sbattere contro il capitano Levi... ovviamente.
Stava tenendo due secchi pieni d'acqua che a causa della botta si sono rovesciati, sia su di me che su di lui.
T/N: "CAPITANO MI PERDONI IO-"
Mi blocco di scatto per capire ancora cosa sia appena successo...
Ma qualcosa cattura la mia attenzione.
In effetti non mi sono mai soffermata a guardare il capitano, i suoi capelli corvini adesso sono bagnati e gli ricadono sugli occhi freddi, blu scuro, non è molto alto ma di sicuro lo è più di me.
Non mi ero mai accorta della sua bellezza...
Tutto d'un tratto ho una strana sensazione, è come se il mio cuore stesse per scoppiarmi in petto da un momento all'altro.
Poggia una mano sul pavimento, con una spinta si alza, mi prende per il colletto tirandomi verso di sé sfidando le leggi della fisica.
Ok adesso ho un po' di timore mi sta per tirare un pugno?
Chiudo di scatto gli occhi girando la testa nella direzione opposta. Non succede nulla, apro  un occhio e lascia la presa.
Levi: "SI PUÒ SAPERE COSA TI DICE LA TESTA MOCCIOSA?!"
T/N: "non l'ho propio vista... stavo guardando il cielo..."
Levi: "non pensare di passarla liscia, domani all'addestramento dovrai fare il doppio degli esercizi" prende i secchi e se ne va.
"FaRaI iL dOpPiO dEgLi EsErCiZi"

Barbotto imitando il suo tono.
Cercando di non scivolare faccio dei piccoli passi sperando di arrivare sana e salva in camera mia.
"Sono venuto a cercarti, pensavamo fossi- ma che ti è successo??"
Senza alzare la testa capisco che questa è la voce di Jean.
T/N: "Ehm..."
Rispondo senza aggiungere altro; si avvicina a me toccando con il pollice e l'indice la mia maglia vedendo che è fradicia.
Jean: "riesci a camminare senza cadere?"
T/N: "non posso assicurarlo"
Rido per l'imbarazzo.
Jean: "posso aiutarti? Metti un braccio attorno al mio collo e ti sostengo... se ti va"
T/N: "direi che non ho altra scelta"
Mi sorride.
Jean: "e poi dite che non sono un gentiluomo"

Come aveva già detto metto il mio braccio dietro al suo collo, invece la sua mano sinistra poggia sul mio fianco ed in questo modo ci incamminiamo.
Gli racconto l'accaduto accompagnato dalle nostre risate; non l'ho mai visto ridere come oggi, ha un bel sorriso.

T/N: "Jean"
Gira la testa verso di me.
Jean: "mi dica"
T/N: "ti da fastidio se ti chiamo: "faccia da cavallo"?"
Jean: "BEH- non è uno dei soprannomi più belli ma tu puoi dirlo"
Annuisco con la testa.
Jean: "PERÓ"
Ecco la fregatura.
Jean: "anche tu avrai un soprannome... NANA"
Non posso di certo dire che non sia vero-
Jean: "chi tace acconsente E NANA SIA"
T/N: "vedo che hai molta fantasia"
Jean: "modestamente"
T/N: "eccoci arrivati al capolinea"

Mi stacco dalla presa del mio amico e poggio una mano sulla maniglia della porta.
Jean: "allora buona fortuna per l'allenamento di domani nana"
Mi saluta con un gesto della mano.
T/N: "buona notte anche a te faccia da cavallo"

Apro la porta della camera, mi cambio e con la grazia di un elefante mi butto sul letto e mi copro gli occhi con le braccia ripensando al capitano.
Ai suoi capelli scuri.
Ai suoi occhi misteriosi.
A come ho appoggiato le mie mani sul suo letto prima di cadere...
TERRA CHIAMA T/N,  VUOI DIRE CHE-
NO
HO SOLO DETTO CHE È CARINO.

【Anime di un tempo】|| Levi x Reader  (completo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora