Capitolo 1: I corsi estivi

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Ad Hogwarts in Inghilterra, nella sala comune dei grifondoro, la strega più brillante della sua età stava cercando di convincere il suo ragazzo e il suo migliore amico ad alzarsi dai divanetti per andare a lezione, inutile dire che stava ottenendo scarsi risultati. "Dai Hermione, siamo a fine agosto! La scuola dovrebbe già essere finita da un pezzo, lasciaci riposare. Ti supplico!" Si lamentò Ron che sembrava determinato a non smuoversi da lì. "Infatti Hermione, i corsi estivi? Sul serio?" Esclamò Harry. "Abbiamo salvato il mondo quando? Due mesi fa? Andiamo, abbiamo bisogno di una pausa!" "Esatto e poi Filius oggi vuole fare una lezione 'speciale' ricordi?!" Ribatté Ron nell'esatto momento in cui Neville e Ginny varcarono l'ingresso dal ritratto della Signora grassa. "Hey, sbrigatevi ragazzi o non rimarrà nulla per colazione! Luna ci sta già aspettando fuori" esclamò Ginny "Su forza!" Li richiamò non avendo ottenuto una risposta a lei soddisfacente. Dopo vari minuti, gli studenti di Hogwarts videro cinque grifondoro e una corvonero dirigersi lentamente verso i giardini del castello, dove si sarebbero svolte le lezioni del giorno. Appena arrivati notarono che un gran numero di studenti era già riunito attorno a dei grossi banchi che i professori avevano fatto apparire e quasi completamente ricoperto di carte geografiche e oggetti di tutti i tipi, per lo più babbani. Il professor Vitius stava i piedi sul suo sgabello cercando di attirare l'attenzione degli studenti, un numero ben maggiore rispetto ad una normale classe, mentre la professoressa McGranitt, alle sue spalle, sembrava star cercando di contare gli studenti. Non appena li vide sussurrò qualcosa all'orecchio del professor Vitius, poi si puntò là bacchetta alla gola e amplificandosi la voce annunciò: "PERFETTO VEDO CHE SIAMO TUTTI PRESENTI! OGGI FAREMO UNA LEZIONE PARTICOLARE, VI CHIEDO DUNQUE DI ANDARE A PRENDERE POSTO ATTORNO AI TAVOLI E DI ASCOLTARE IL PROFESSOR VITIUS!" Una volta che tutti si furono sistemati il professore spiegò che l'incantesimo del giorno sarebbe stato più complicato del solito, chiese di dividersi in gruppi da tre e di osservare attentamente i movimenti della bacchetta: avrebbero imparato a costruire una passaporta. Harry,Hermione e Ron si divisero i compiti: Ron essendo un purosangue avrebbe dovuto trovare un oggetto che non risultasse troppo strano ai babbani, ma neanche troppo appariscente; in questo modo si sarebbe esercitato in babbanologia. "Ma io neanche la studio quella materia!" Sbuffò allontanandosi, seguito da Luna. Hermione essendo la migliore in incantesimi si sarebbe occupata dell'incantesimo principale, lasciando ad Harry il compito di indirizzare la passaporta in un preciso luogo. Anche a Neville era toccato quel compito quindi entrambi si diressero verso le mappe magiche per localizzare il punto di arrivo: secondo i professori per poterlo considerare un successo, sarebbero dovuti arrivare nei pressi di Ilvermorny, nel raggio di cinque kilometri dalla scuola di magia americana. "Harry, tu hai capito come fare?" Chiede timidamente Neville, il quale in incantesimi, era risaputo, non fosse certo il migliore. "Si Neville, bisogna colpire così l'oggetto" disse facendo un movimento con la bacchetta "e poi devi dire il nome del luogo in cui vuoi apparire; nulla di più facile, un po' come la metropolvere. Il lavoro più complicato lo stanno facendo Hermione e Ginny, non preoccuparti." Lo rassicurò sorridendo. Passarono quasi tre quarti d'ora a osservare le cartine finché le ragazze non gli portarono le quasi-passaporta: una forchetta piegata di plastica verde che secondo Ron nessuno sano di mente avrebbe voluto toccare, mago o babbani che fosse, ed un imbuto un po' arrugginito, ma che Luna diceva gli ricordasse il profilo di uno schiantoso purpureo. Finito il lavoro i due grifondoro raggiunsero i loro compagni ai tavoli centrali. "Harry! Hai finito? La professoressa McGranitt ha detto di sbrigarsi ed ha ragione, ho programmato la passaporta perché si attivi entro dieci minuti, ne mancano solo due!" Spiegò agitata, ma un sorriso le illuminava il volto: aveva sempre desiderato visitare l'America ed incontrare maghi di altri stati e nazioni, soprattutto dopo il Torneo tremaghi. "Si sta illuminando! Presto appoggiatevi!" Harry posò l'indice sulla forchetta che stava cominciando a irradiare luce azzurra, l'ultima cosa che vide fu la professoressa McGranitt alle prese con un gruppo di Tassorosso ritardatari. D'improvviso si senti strattonare all'altezza dell'ombelico, il suo corpo si sollevò leggermente ed infine i tre maghi sparirono in un lieve 'pop'.

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Appena toccò terra Harry capì che qualcosa non aveva funzionato: Ilvermorny avrebbe dovuto trovarsi su un monte e l'aria sarebbe quindi dovuta essere fredda e rarefatta... invece lui percepiva molto caldo e odore di sale nell'aria, per non parlare della distesa di sabbia su cui erano atterrati.

"Harry, dove siamo finiti?"

Ecco la prima parte della mia storia, come vi sembra come inizio?
(Personalmente sono molto soddisfatta dell'idea di usare i corsi estivi e la passaporta come mezzo di unione di tempo e spazio per le trame dei due libri)

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