Capitolo 33: Una tassa sanguinolenta

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"Fidati di me."
Così gli aveva detto Harry.
Leo non aveva fatto in tempo a rispondere perché l'anziana strega era sopraggiunta, visibile irritata, e lui aveva saggiamente deciso di svignarsela. Non appena aveva varcato la porta dell'infermeria si era ritrovato cinque paia di occhi che lo fissavano insistenti."Harry si riprenderà." la voce risaluta della rossa lo riscosse. Voltandosi a guardarla, Leo notò come le sue spalle fossero molto più rilassata rispetto a poco prima; anche la lieve ruga di preoccupazione che il semidio aveva osservato durante il suo dialogo con Harry era sparita.
Sembrava comunque ancora in grado di atterrare un'empusa col solo sguardo, carattere che gli ricordò spaventosamente una certa   di sua conoscenza. "Ha la testa dura..." uno sbuffo divertito lasciare labbra della ragazza e Leo si sentì orgoglioso di questa piccola conquista. "Oh sì, decisamente." Commentò la strega alzando gli occhi al cielo. "Deve sempre fare l'eroe in qualche modo, che si tratti di afferrare un boccino o consegnarsi al nemico." Sospirò stanca strofinandosi il viso tra le mani, le ho scorso i segni violacei delle occhiaie sotto al trucco; non doveva essere stato facile per lei durante quelle ultime notti, sapendo cosa rischiasse il suo ragazzo e non potendo fare nulla. Il senso di colpa lo colse all'improvviso; era così che si erano sentiti i suoi amici quando era morto? Leo scoprì quanto fosse facile immaginare i suoi amici, già sentita, rigirarsi nei loro letti, svegli come nella loro prima missione. "Ma alla fine se la cava sempre, qualche modo... e finiamo sempre qui: lui in infermeria e noi qua fuori ad aspettarlo." Per la seconda volta aveva sorpreso in uno stato di trance. La ragazza indicò con uno sguardo lo spazio intorno a se. "Seamus ha inciso le sue iniziali su quella panchina, e non scherzo quando dico che so il numero delle tessere delle vetrate del corridoio." "Ehi, avevi detto che non lo avresti detto a nessuno!" Esclamò il ragazzo che doveva essere Seamus. Ginny lo guardò con aria divertita, a braccia incrociate.
"Persino la Mcgranitt da che sei stato tu, la tua calligrafia è inconfondibile." Lo scontro fu evitato dall'intervento inaspettato dell'unica ragazza dall'uniforme blu; Leo l'aveva notata appena all'inizio poi, quando l'aveva vista nell'infermeria, non era riuscito a smettere di guardarla per ieri minuti buoni (Calipso lo avrebbe ucciso). Sembrava in preda a strane visioni e si guardava intorno come addormentata. Anche adesso il suo tono era un po' impastato e calmo, il che aiuto molto a sedare la situazione. "Non credo che Harry possa riposare se facciamo così tanto rumore... anche i nargilli si stanno allontanando." Trattenendo un sorriso Ginny si alzò in piedi, le mani sui fianchi e l'aria decisa. "Bene, perché non intendo aspettare un secondo di più! Harry sta bene e se c'è una cosa che accomuna noi Weasley oltre ai capelli..beh quella è la fame. Forza sono sicura che anche Harry vorrebbe vederci mettere qualcosa sotto i denti!" Lo stomaco di Leo non aveva nulla da protestare a riguardo, così ci pensò Dean. "L'ora di pranzo è passata da un pezzo." Osservò. "Dove pensi di trovare del cibo scusa?" "Dimentichi che c'è qualcuno sempre pronto a sfamare i suoi ospiti..." Suggerì Neville sorridendo. Leo penso che chiunque fosse questo individuo doveva essere una gran brava persona e il suo stomaco era d'accordo con lui. A quel punto anche Dean sembrava aver capito perché esclamò: "La stanza delle necessità!"
"Si beh, io pensavo più alle cucine e a tutti quegli elfi domestici che aspettano solo nuovi ordini, ma se preferisci il cibo di una stanza magica..." "No, no! Ritiro tutto, adiamo alle cucine!" Saltò su il ragazzo. Si stavano già incamminando giù per una stretta scalinata quando Ginny si accorse della mancanza del semidio. "Leo? Non vieni?" Domandò sorpresa.
Il ragazzo deglutì, onestamente avrebbe voluto seguirli, ma sapeva di avere poco tempo ("La Passaporta si attiva da sola al tramonto: tardate è solo uno di voi tornerà al campo...") e doveva assolutamente rientrare in quella stanza.
"Io..non mi sento molto bene." Inventò di sana pianta il ragazzo.
"Sul serio? Non lo ha detto a Madama Chips.." Osservò la strega scettica.
"Bhe non...credevo fosse importante." Disse brevemente cercando di apparire convincente.
"Ma ora ci ho ripensato.."
"Che cosa hai?" Indagò la rossa.
"Ehm. Mal di stomaco." Rispose Leo con una smorfia in viso. "Uhm." Ginny lo squadrò con sospetto. "Sicuro non sia solo fame? Magari un bel cosciotto potrebbe farti bene."
La pancia di Leo brontolò rumorosamente la sua approvazione alla parola 'cosciotto', ma Leo strinse i denti e rispose asciutto. "No grazie, passo." No, la rossa non era affatto convinta, ma non poteva fare molto se non lasciarlo andare, si disse Leo.
E invece a quanto pare poteva.
Ginny insistette per accompagnarlo ai dormitori e non servì a niente assicurarla che avrebbe trovato da solo la strada, la ragazza non solo lascio andare fino a quando non furono davanti ad un quadro raffigurante una grossa signora vestita in abiti seicenteschi.
"Fenice." Borbottò Ginny e il quadro si spostò lasciando libero il passaggio ai due.
"Io ecco.." Iniziò Leo.
"I dormitori sono in cima alle scale, riconoscerai quello maschile: non puoi entrare nel nostro.. fatti una dormita, puoi usare il letto di Ron se vuoi." Gli spiegò Ginny.
"Ehm grazie." Leo si rese conto di dover entrare, tipo subito, così fece un passo avanti e quando fu passato attraverso la cornice, il quadro tornò a spostarsi verso la sua posizione originale. "Ti mando un elfo, una tisana ti farà bene." Disse Ginny prima di allontanarsi tranquilla, e Leo ebbe la certezza che in quel modo avrebbe saputo se avesse lasciato l'edificio. "Grazie." Urlò comunque mentre l'intelaiatura coprì definitivamente la sua visuale.
Dieci minuti dopo stava correndo fra i corridoi diretto verso l'infermeria.
Si sentiva terribilmente in colpa per aver mentito a Ginny, ma non conosceva ancora il piano di Harry e non poteva rischiare di incasinare tutto dopo che lui gli aveva assicurato di aver trovato un modo per aggirare la profezia. Svoltando all'ennesimo incrocio gli parve di vedere un movimento, come di un ombra che scivola verso il muro; ma fu solo un secondo e bastò convincerlo di essersela immaginata, non si fermò neppure in effetti, ma continuò a passare di corridoio in corridoio. Raggiunta l'infermeria, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno nei paraggi, fuse la maniglia ed entrò lentamente. Harry lo stava aspettando già vestito, era seduto sul bordo del letto un sorriso malandrino gli increspava le labbra. "Ho detto Madama Chips che mi girava ancora la testa, è andata a prendere l'infuso nel magazzino delle pozioni..." Rispose alla tacita domanda del semidio. "Dovrebbe metterci ancora qualche minuto a capire che lo abbiamo finito tutto durante l'ultima lezione del professor Lumacorno, forse anche di più, a quel punto andrà a raccoglierlo nelle serre, ma dobbiamo comunque sbrigarci..." Disse scendendo dal lettino e raggiungendolo.
"Frena amico, quale è il piano? Non ho detto niente a nessuno, ma non mi piace tutta questa segretezza." Harry scrollò le spalle. "Tranquillo, puoi dirlo a Percy e Annabeth, volevo solo evitare che i miei amici lo scoprissero perché insisterebbero a venire anche loro e..."
"..tu vuoi proteggerli." Concluse Leo annuendo. "Ti capisco, non ho detto niente a Cal per non preoccuparla e sono giorni che invento nuovi problemi al magazzino per giustificare la mia sosta prolungata al campo. Lei è a scuola adesso, segue un corso di moda perché dice che vuole imparare ad adattarsi ai vestiti mortali..."
Leo temeva ogni giorno che Calipso scoprisse la sua bugia e... Leo non era certo di cosa avrebbe fatto, ma sarebbe stato sicuramente terribile. Harry non sembrava aver capito a pieno la storia dei vestiti, ma fece un sorriso triste come a dire che 'hey, almeno non sei solo'. "Ora, qual è il piano?"
"Prima di tutto usciamo da qui. Io so dove andare, ma non posso smaterializzarmi entro i confini di Hogwarts." Leo gli lancio uno sguardo inorridito. "Non vorrai mica tornare nella foresta spero!" "Certo che no! Sarebbe uno spreco enorme di tempo. Useremo l'uscita principale e passeremo dai cancelli." Lo rassicurò il mago. "Ok, ma come pensi sia arrivarci scusa? Dovresti rimanere in infermeria, non credi che qualcuno ti noterà se provi a uscire come se nulla fosse?"
"Ed è qui che ti sbagli, perché nessuno ci vedrà." Rispose enigmatico il mago. "Dovresti farmi un favore in effetti, ci sono delle cose che mi servirebbero."
Alcuni minuti dopo Leo era di ritorno con gli oggetti più strani che gli fossero capitati fra le mani negli ultimi tempi. La prima era una specie di coperta, ma non ci voleva un genio per capire che era impregnata di magia: sembrava infatti realizzata interamente di vetro, con la differenza che era morbida e che qualunque cosa venisse coperta con essa sembrava sparire. Invece il secondo oggetto era risultato molto più deludente, si trattava di una vecchia pergamena ingiallita, completamente bianca che probabilmente sarebbe servita ad Harry solo per spiegare meglio i passaggi della loro 'fuga'.
Era la seconda volta che si sbagliava quel giorno.
"Amico sei fantastico." Esclamò Harry quando lo vide entrare. "Ti ha visto qualcuno?"
Il figlio di Efesto scosse il capo. "Sono molto silenzioso quando voglio. Però non ho trovato Percy e Annabeth da nessuna parte..."
Harry si grattò distrattamente il capo mentre sistemava la pergamena su un tavolino.
"Strano, sarà meglio sbrigarci allora, Annabeth ha la Passaporta con sé e a quanto pare dovremmo anche cercarli."
"Credo di aver capito cosa vuoi fare con quello." Commentò il semidio indicando il manto con un cenno del capo. "Ma sicuro che riusciremo a starci in due là sotto?"
"Forse ci spunteranno i piedi, ma eviteremo di incontrare chiunque, il mantello è solo una precauzione aggiuntiva." Assicurò il mago.
"Idea brillante, vedi attraverso le pareti?" Scherzò l'amico ed Harry colpì la pergamena.
"In un certo senso..."

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Quando il torace di Leo si alleggerì e l'aria tornò nei suoi polmoni, i due erano in piedi su un terreno roccioso. (Ok va bene, Harry era in piedi, ma io non ero messo COSÌ male.)
Leo riusciva a sentire il fragore del mare e una debole luce proveniva da un punto impreciso alle loro spalle. Tutto intorno a lui gli ricordava una piccola grotta, come quelle che si trovano a pelo d'acqua vicino ai porti. "Ha funzionato?"
Domandò per sicurezza.
"Si... sei tutto intero vero? Non ti ho spaccato?"
"Oddei no, perché?" Chiese confuso il semidio guardandosi le mani e dandosi fuoco per assicurarsi fossero al loro posto e perfettamente funzionanti. "Non importa, meglio così.."
Spostandosi verso le pareti, le braccia in fiamme a illuminare il percorso, Leo poté constatare che sì, quella era decisamente una grotta su sbocco marino e il sale incrostato sulle pareti ne era l'ennesima conferma.
Ad un certo punto Harry si fermò e iniziò a tastare la parete, il figlio di Efesto seguì il suo sguardo fino ad una strana macchia scura che sembrava incrostata assieme al sale. "Che è quella roba?" Chiese avvicinandosi, quando l'altro si abbassò a cercare qualcosa sul pavimento.
"Sangue." La voce di Harry suono strana, come appena trattenuta. "Sangue?!" Si stupì Leo.
"Che ci fa del sangue incrostato sulla parete di una grotta?" Purtroppo dirlo ad alta voce non lo rese meno spaventoso come il ragazzo aveva sperato e quasi gli prese un colpo quando girandosi intravide dietro di sé la sagoma di Harry, una pietra acuminata stretta in mano.
"Questa non è solo una grotta, è un accesso." Cominciò lui con voce tetra. "Quella è la moneta." Rispose indicando alla macchia, ormai la luce  tremolante lo aveva illuminato del tutto evidenziando il lungo taglio sulla mano sinistra. "E questa la tassa che dobbiamo pagare."
Quindi portò la mano al muro e il pavimento cominciò a tremare.



Angolino dell'autrice:
Ma buonsalve!
Oggi pubblico più in ritardo del solito, scusate, ma che ci crediate o meno ma sono stata a scuola fino alle 13 e non ho avuto tempo di ricontrollare il capitolo fino a qualche ora fa...

La tassa è stata pagata, il sangue è stato versato! Fortunatamente non come (spero) pensavate.

Leo e Harry sono sempre più complici, Ginny avrà un esaurimento nervoso, la Mcgranitt pure, mentre Percy ed Annabeth saranno ancora traumatizzati dalla loro ultima scoperta.

Ricordate di lasciare una stellina ed un commento <3
Tra l'altro ho visto che in tantissimi nell'ultimo periodo hanno iniziato questa storia: spero davvero che vi stia piacendo!

Ci vediamo fra due settimane: 28/01
Maty~

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