Capitolo 23: Dove si prendono diversi colpi

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"Possiamo farcela." Era la quarta volta che se lo ripetevano, Ron aveva tenuto il conto, ma stranamente si rese conto di non essere minimamente scoraggiato.

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Quella mattina il rosso si era alzato sentendosi quasi leggero, senza preoccupazioni di nessun genere e con l'insolita certezza che sarebbe stata una bella giornata.

A colazione si erano seduti assieme, lui, la sua ragazza, il suo migliore amico e tutta la combriccola di semidei figli di Ecate.
Non aveva ancora capito perché gli altri non potessero unirsi a loro, o perché loro non potevano sedersi con gli altri, Percy addirittura sedeva da solo, ma era troppo interessato all'enorme fetta biscottata che gli era stata poggiata davanti per preoccuparsi dei posti a tavola.

"Mangia con calma Ron, finirai per strozzarti se continui così!" Lo aveva ripreso Hermione, una tisana alle erbe e agrumi le fumava davanti al viso, se non avesse avuto una vista eccellente, aveva pensato il ragazzo in quel momento, le si sarebbero di certo appannati gli occhiali.
Ragionando su quanto fosse fortunata la sua ragazza, un po' meno il suo migliore amico, addentando un pezzo di pane e imburrandone un altro, il rosso finì la sua colazione.

"Per che ora pensate di tornare?" Domandò poi ai suoi amici mentre si alzavano dal tavolo ormai semivuoto.
"Il prima possibile, anche se ammetto che forse potrei fermarmi a cercare qualcosa di utile a Hogwarts mentre saremo là... magari qualche pozione nei sotterranei, o libro in biblioteca." Rifletté il moro.
"Noi invece potremo dilungarci parecchio..." Ammise Hermione. "Dopotutto non siamo neppure certe di cosa stiamo cercando ne se lo troveremo effettivamente, anche Will e il suo ragazzo avranno lo stesso problema immagino." Aggiunse mentre si sistemava i capelli ricci dietro alle orecchie e riponeva la bacchetta nella tasca interna della sua giacca.

"Pensi ti servirà?" Si interessò Ron riferendosi a quest'ultima con un sopracciglio alzato. "Dopotutto dovrete solo visitare un...monumento, giusto?"
"Beh, sono una strega Ron, non mi separo dalla bacchetta, non si sa mai. Inoltre dovremo attraversare l'Oceano e il Mar Nostrum... credo sia il Mediterraneo, ma Hazel dice che non è un luogo semplice per i semidei." Alzò le spalle mentre pronunciava queste ultime parole, come se non sapesse nient'altro e queste fossero solo dicerie. Ad ogni modo la risposta sembrò bastare al suo ragazzo.

"Allora ciao, ci vediamo questa sera." Hermione gli si avvicinò e, dopo un bacio veloce, si unì alle compagne di viaggio.
"Ciao anche a te eh!" Le gridò Harry falsamente offeso; la ragazza lo guardò di sbieco, ma entrambi videro chiaramente che era arrossita per la vergogna.

Ridendo Harry si girò verso l'amico. "Io non ho intenzione di baciarti sappilo." "Non ci tengo grazie." Lo derise l'altro a sua volta.
E con un cinque a stretta di mano, i due si salutarono.

Mentre si dirigeva verso le stalle, qualcuno lo raggiunse alle spalle, afferrandolo da dietro.
"Ron!" Il ragazzo quasi perse un battito e quando si girò il viso era talmente pallido che avrebbe potuto fare concorrenza ad un vecchio mago oscuro di sua conoscenza. "Non farlo mai più." Sibilo piano portandosi una mano al petto. Il biondino rise imbarazzato e si portò una mano alla nuca. "Scusa, non volevo coglierti alla sprovvista, ma oggi siamo nello stesso gruppo no?" Il mago annuì per poi aggiungere: "anche... Gron..ehm sai il ragazzo capra... Grooten?" "Grover?" Suggerì il semidio. "Si esatto, Grover. Ieri mi ha chiesto aiuto con gli animali, insomma mi era sembrato piuttosto nervoso a proposito di Xanto, non è facile addomesticare un Ippogrifo... ti spiace se prima passiamo a controllare? Stavo andando alle stalle in effetti."
"Oh nessun problema, in effetti l'ultima volta che ho visto Xanto mi ha provato a staccare la testa, ma alla fine non è nulla di così strano da queste parti." Disse Jason, forse più a se stesso che al suo interlocutore, alzando le spalle quasi a dire che per lui non cambiava molto.

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