Capitolo 27: Paura di fallire

55 3 6
                                    

"Detesto questo piano." Mormorò a denti stretti Hazel dondolando minacciosamente in avanti. "Su resisti! Manca poco ormai!" La rassicurò Rachel dandole una lieve pacca sulla schiena. "È da troppo che manca poco." Si lamentò pallidissima la figlia di Plutone.
Poche ore prima erano giunte sulle sponde di una spiaggia italiana talmente bella che le era sinceramente dispiaciuto rimettervici sopra il suo stomaco dopo il salto nello spazio.
La strega le aveva accennato ad una vacanza con i genitori, ma Hazel era stata distratta dal rumore delle onde che in breve avevano coperto la voce della amica. Sembrava impossibile che meno di un anno prima avesse attraversato quella distesa azzurra e mortale, non ricordava neanche più quanti mostri marini avessero provato a mangiarla in effetti.
"Dove si trova il tempio?" La domanda di Rachel era stata rivolta ovviamente a lei, in quanto un'oca del gruppo ad aver visitato in precedenza il luogo in questione. "Con Arion avevamo corso per pochi minuti dopo aver superato questa baia.. ma immagino che senza di lui c'è ne metteremo qualcuno in più." Aveva concluso guardando oltre le colline. "Non ci possiamo smaterializzare fin laggiù? Di collina in collina?" Rachel lanciò uno sguardo speranzoso ad Hermione, forse sperando di aver trovato la soluzione per non dover percorrere il sentiero tortuoso che si snodava di fronte a loro.
"Preferirei preservare le energie in realtà." Si scusò Hermione sorridendo dispiaciuta.
"Anche io..." Sospirò la rossa bloccandosi quando vide lo sguardo della strega.
Hazel sapeva che la stavano osservando, in altre circostanze lo avrebbe trovato fastidioso, ma in quel momento ringraziò mentalmente Hermione per averle risparmiato ulteriori sbalzi che sicuramente il suo stomaco non avrebbe retto.
"Bene allora!" Batté le mani Rachel. "In marcia!"
Si erano arrese a metà della terza collina.
La strada era in terra brulla, fragile e argillosa, che scivolava sotto i loro piedi triplicando la fatica. Per un momento, il suo piede era affondato nel fango semi secco ai margini del sentiero, la figlia degli inferi aveva temuto in un possibile ri-risveglio di Gea, madre Terra.
Il sole estivo non migliorava affatto le cose e in breve le ragazze si ritrovarono sudate e arrossate a riposare all'ombra di un albero. Era stato lì che le cose avevano iniziato a peggiorare; prima Hermione aveva avuto uno strano Incubo inerente ad una grotta, un tunnel misterioso e qualcosa di grosso e minaccioso che la ragazza non riusciva proprio a ricordare (Hazel aveva provato uno strano dejavu quando l'amica gliene aveva parlato), poi quel terribile vecchietto le aveva trovate e si era gentilmente offerto di dare a tutte loro un passaggio con il suo mezzo: un carretto.
Per carità, Hazel non aveva nulla contro i vecchietti, ma quel carretto che si muoveva al passo del suo tiratore (una mula ingobbita con le mosche sugli occhi) riusciva a simulare l'oscillazione del mare così bene da far venire la nausea alla semidea. Adesso ad ogni buca la ragazza rischiava di cadere a terra mentre il suo stomaco si rimescolava peggio delle pozioni rimescolanti che aveva imparato due lezioni prima e non veniva afferrata da una mano amica che prontamente la sorreggeva impedendole di spaccarsi la testa su un sasso o di finire sotto le ruote.
"Quanto manca?" Chiese di nuovo sperando futilmente in una risposta diversa. "Haz... se non lo sai tu ormai..." Un lamentò sfuggì dalle labbra della riccia. "Finitemi qui." Socchiuse appena gli occhi, cercando di ignorare i fastidiosi raggi del sole che la colpivano in viso.
"Come hai detto che era il posto?" Si intromise Hermione. "Il tempio era integro?"
"No." Biascicò la semidea. "Era...distrutto." Si prese qualche secondo per fermare un conato. "Era in cima... ad un colle."
" speriamo di trovarlo prima dell'acquazzone." mormorò la strega. "In effetti le ricerche potrebbero complicarsi, i mostri adorano la pioggia: il terreno è più scivoloso e combattere è più difficile." Ammise Rachel con tono perso come se stesse ricordando qualcosa.
"Perché dovrebbe piovere?" Chiese Hazel alla disperata ricerca di un pensiero a cui aggrapparsi in previsione della prossima salita.
"Come?" La voce di Rachel suonò confusa.
"Ho chiesto...perché dovrebbe piovere."
Rispose Hazel con gli occhi ancora sigillati, quel giorno sembrava che Apollo ce l'avesse con lei!
"Non hai visto che nuvoloni? Tra l'altro sembra proprio che gli stiamo andando incontro..." Commentò la Pizia stranita.
"No, non è..." Hazel spalancò gli occhi di colpo e li richiuse subito dopo, accecata da qualcosa che da lontano, come un faro, la stava puntando. Nella frazione di secondo in cui suoi occhi poterono scorgere l'ambiente circostante però, la ragazza vide il cielo, che fino a poco prima era stato di un azzurro splendente, completamente oscurato dalle nubi e lontano, sulla collina seguente, un cumulo di rocce particolarmente familiare.
Era da lì che proveniva il fascio di luce.
"Là! È là che dobbiamo andare!" Semi urlò saltando in piedi (quasi e dico quasi, cadendo) e indicando freneticamente il luogo.
Rachel ed Hermione si girarono contemporaneamente nella direzione indicata.
"Dove? Sei sicura?!" Domandò Hermione con voce leggermente confusa.
"Si, lo vedo anch'io!" Assicurò Rachel aiutandola a puntare la loro preda, un ammasso di rocce informi che sembravano trovarsi al centro della tempesta.
La strega impallidì. "Pensate sia sicuro?"
Le semidee si scambiarono uno sguardo scettico. Conoscevano già la risposta.
"Abbiamo scelta?" Fece Rachel alzando un sopracciglio.
La strega deglutì piano e si voltò verso la semidea romana. "Ok, neanche a me piace questo piano."

Maghi e semideiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora