Capitolo 35: Ragno-meccanico

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Un gruppo di Inferi riuscì infine a superare parzialmente i muri di fuoco e ad accerchiarli, Leo ed Harry si strinsero contro il pilastro di pietra preparandosi allo scontro.
"Leo, come ti senti? Credi di farcela ancora per un po'?" Chiese il mago. "Potrei andare avanti tutto il giorno.." Rispose spavaldo il ragazzo, nonostante il fiato corto e la fronte già mantida di sudore. Dopo aver eliminato i nemici più vicini, Harry si concentrò sul sigillo dorato e su come estrarlo dalla solida roccia. "Forse con un incantesimo.." pensò muovendo la bacchetta, ma nulla funzionò e dieci minuti dopo le sue ultime opzioni si ridussero drasticamente. "Oh mi arrendo!" Sbuffò alzando gli occhi al cielo. "Protego maxima!" Uno scudo si materializzò sotto forma di una sfera argentata di circa due metri di raggio, avvolgendoli entrambi.
Leo, che era a metà di uno scontro faccia a faccia con un annegato, lo guardò storto. "Mi stai dicendo che avresti potuto farlo prima?"
Domandò infastidito, ma si ritrasse quando vide l'incantesimo cominciare subito a incrinarsi. "La magia non è abbastanza potente per tutti... non riesco a liberare il sigillo." Spiegò l'altro indicando il blocco di metallo, ancora perfettamente incastrato sul fondo del bacile. "Non credo di avere abbastanza forza per romperlo a mano... e sciogliere la pietra mi sembra piuttosto complesso." Disse Leo cercando di ignorare i sinistri lamenti dei loro avversari. "Però forse..." Con una mano sfiorò il suo fidato marsupio e un'idea si formò nella sua mente. Senza dare spiegazioni iniziò a rovistare fra i chiodi, pinze e rotoli di scotch vari. "Gli dei non possono darci una mano?" Domandò Harry preoccupato, le crepe sempre più grandi e profonde.
Un verso di scherno sfuggi dalle labbra di Leo che si limitò a sorridere amareggiato. "Non credo gli interessi molto..." Rispose mentre collegava fili di ferro e bulloni al piccolo congegno che aveva creato ad una velocità impressionante. "Cosa? Ma sono stati loro a affidarci la missione! E poi Efesto non è tuo padre?" Esclamò incredulo il ragazzo. "Dovrebbe andare.. questo va là..." borbottò intanto Leo, concentrato unicamente sulla sua invenzione che intanto stava prendendo forma e crescendo sempre più tanto che da 'tappo di bottiglia' era salito a 'pallina da tennis'.
"Leo?!" Richiamò la sua attenzione Harry.
"Ancora un secondo, mi serve.. oh sono sicuro che era qui! Deve essere scivolata verso il fondo..." Ormai il semidio aveva un intero braccio infilato nel marsupio, che sembrava esageratamente profondo rispetto alle sue dimensioni. Quando la cupola crollò Leo non era pronto, ma Harry sì, allontanò i primi mostri ed evocò subito una seconda barriera che appariva però più trasparente e sottile rispetto alla prima. "Ripeto, gli dei non possono aiutarci? Non dovrebbero essere potentissimi e poter spazzare via questi mostri solo schioccando le dita?"
"Si, credo che saprebbero polverizzarli con lo sguardo, ma non verranno in nostro soccorso."
"Perché?! Sono loro a voler ritrovare questi sigilli no?" Osservò Harry.
"Perché loro 'non interferiscono con il destino dei mortali'..." spiegò il ragazzo premurandosi di fare il segno delle virgolette e sottolineare all'ironia della situazione. "E poi, se non troviamo i sigilli i nostri mostri potrebbero attaccarvi, così come i vostri stanno già facendo con noi... scusa, ma abbiamo già abbastanza problemi senza doverci preoccupare di nuove creature da combattere."
"Gli animali fantastici non attaccano senza motivo." Protestò Harry. "Secondo me tutto questo è abbastanza inutile. Se possono farlo loro, perché siamo qui noi?" Leo alzò le spalle, aveva una vite tenuta fra i denti.
"I nostri genitori non si sprecano per missioni di questo tipo.." Rispose avvitandola. "Finché non rischio la pelle mi sta bene."
"Ti sei reso conto della situazione?" Osservò Harry scioccato. "Siamo ancora nella fascia media, del tipo: magari no, ma non ancora così male." "Stai scherzando spero." Disse Harry leggermente alterato. "I genitori dovrebbero proteggere i loro figli, fare qualsiasi cosa per rimanere con loro!" Suo padre era morto e così sua madre, entrambi per difenderlo da qualcuno troppo potente per loro, l'idea di un genitore che nonostante ne abbia la possibilità di rifiuti di aiutare il proprio figlio sembrava assurda ai suoi occhi. "Si beh, mio padre si preoccupa più per i suoi.. automi." Disse Leo facendo un vago gesto con un cacciavite appena spuntato dal marsupio. "Essere nelle sue grazie non è fra le mie priorità in questo momento...Quando combatti contro i giganti le prospettiva cambia molto..."
"Credo che tu ti riferisca a qualcosa di peggio di Grop." Commentò a bassa voce il mago.
"Chi?" Interruppe il lavoro Leo guardandolo confuso. "Lascia perdere...comunque non credo che qualcuno debba 'essere' nelle priorità di un proprio genitore. Sei suo figlio, non dovrebbe essercene la necessità."
Leo sorrise triste. "I genitori mortali sono molto diversi da quelli divini...anche mia madre era così.." Un annegato colpì lo scudo poco lontano ai due formando una spaccatura nella protezione delle dimensioni di un pugno. "Leo...quanto ti manca? Non so quanto riuscirò a resistere." Lo ammonì Harry, che ormai aveva iniziato a rafforzare lo scudo, finendo per sopportarne il peso maggiore.
"Non troppo...mi sono arrangiato con una Brugola esagonale, avrei preferito una Torx classica, decisamente più funzionale, ma..."
"LEO!"
"Scusa! È l'ADHD!" Si giustificò il ragazzo.
"Leo..." chiamò Harry con urgenza, lo sforzo per mantenere la barriera attiva evidente nella voce.
"Ci sono quasi."
Si udì clic.
"Fatto!" Il ragazzo fece scivolare la sua  l'opera nel catino. Aveva una forma strana, un bozzolo in fil di ferro con sei prolungamenti laterali che lo facevano sembrare un grosso ragno.
"Che cosa..?" "Stai a guardare." Disse con semplicità il semidio, gli occhi scintillanti di orgoglio. Il meccanismo cominciò a muoversi, zampettando intorno al sigillo come studiandolo, quindi si posizionò sopra di esso e cominciò a ruotare su se stesso, surriscaldandosi e iniziando a fumare. Quando il fumo si diradò il ragno-meccanico era svanito, ne rimanevano solo piccoli pezzi fumanti qua e là, al centro però agganciato a una calamita fumante, stava il sigillo.
L'incantesimo si ruppe. E gli inferi cominciarono ad avanzare.
I due ebbero appena il tempo di afferrarlo che il bacino si frantumò, pezzi di pietra cominciarono a rotolare a terra, quindi, come se esso fosse stato il suo pilastro portante, la grotta cominciò a tremare.
"Harry, le grotte magiche di solito vibrano?"
Chiese Leo anche se in cuor suo temeva di sapere la risposta.
"No." Infatti... "Presto!" Urlò il semidio mentre le stalattiti cominciavano a cadere, portandosi dietro tutto ciò che incontravano: inferi, rocce e.. "LA BARCA!" Urlò il mago, ma era troppo tardi per qualunque incantesimo, ormai non rimanevano che assi di legno a galleggiare sul pelo dell'acqua. "Ma porco Cr.." "Attento!" Gridò Harry spingendo il semidio di lato, giusto in tempo per evitare un masso delle dimensioni di in anguria.
Intanto anche il suolo aveva cominciato a muoversi, la polvere scendeva dal soffitto e le onde impedivano alle fiamme di Leo di fare il loro dovere, così eliminare gli inferi, che sfortunatamente non sembravano scomporsi nonostante la situazione, divenne ancora più complicato. "La grotta sta crollando!" Disse Harry schivando l'ennesima stalattite. "Tu dici?" Commentò Leo con più stizza di quanto avesse voluto. "Dobbiamo uscire di qui!"
"Hai altre idee geniali?" Harry si tenne per se il commento pungente e cerco invece di ragionare (cosa alquanto difficile vista la situazione e la necessità di saltare da un punto all'altro per evitare zombi e spuntoni).
Ora, l'ultima volta con Silente la grotta era stata quasi impossibile prima da localizzare poi da penetrare e per tutta la durata della loro 'permanenza a dir poco traumatica' Harry aveva percepito il potere di Tom impregnato dovunque, talmente in profondità che persino quando vi era tornato con Leo, dopo la morte di Riddle, era riuscito a sentirne la presenza. Adesso invece sembrava che insieme alla grotta stessero crollando anche le sue difese magiche.
Che il sigillo fosse il nucleo magico che alimentava l'incantesimo?
Ma soprattuto, adesso sarebbe stato possibile smaterializzarsi? Harry si guardò intorno quindi alzò lo sguardo: tutto stava collassando e arrivare all'uscita (sempre che non fosse crollata) sarebbe stato certamente impossibile.
"Leo, vieni." Disse il mago afferrando l'amico per un braccio. "Oi, spero davvero che tu abbia un'altra idea adesso..." Leo aveva un taglio lungo la guancia, il viso sporco di fuliggine e i capelli completamente impolverati a causa di quella 'pioggia' sempre più fitta; Harry sospettava di trovarsi nelle medesime condizioni, quanto meno i suoi occhiali erano ancora intatti, solo un po' appannati.
"Spero funzioni... preparati." Lo avvisò prima di stringere la presa sul suo braccio.
"Cosa.. oh no, non vorrai m-" Leo non riuscì a finire la frase che l'aria venne risucchiata dai suoi polmoni, e come spinto in un tubo di gomma si ritrovò al buio. Pregò brevemente suo padre di non rigettare nulla all'arrivo.
Quando la luce li investi di nuovo Leo era miracolosamente in piedi, lo stomaco appena sottosopra, ma nulla di preoccupante.
Il semidio prese mentalmente nota di sacrificare metà del suo piatto a Efesto.
Intorno a loro decine di case e strani negozi si affacciavano sulla stradina in pietra su cui erano atterrati. Diversi uomini e donne camminavano tranquilli, senza degnarmi di uno sguardo, come se apparire dal nulla fosse per loro cosa comune; solo qualche bambino in effetti si fermò a guardarli ridendo.
Sopra di loro un'insegna di legno recitava: I tre manici di scopa. "Dove siamo?" Chiese non riconoscendo il posto.
"Benvenuto a Hogsmeade, villaggio magico di soli maghi. Non potevamo materializzarci ad Hogwarts e non credo ci converrebbe tornare nella foresta proibita, quindi..." Indicò con un cenno del capo un cartello poco distante. Recitava: "Hogwarts: 20 minuti."
"..forza, saremo al castello in men che non si dica."

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