Capitolo 25: La Foresta Probita

65 5 2
                                    

"A destra! A destra!" Urlava Annabeth correndo. "Qualcuno li blocchi da destra!" La sua voce era però un sussurro lontano paragonata alle urla che li circondavano. In quel momento i quattro ragazzi si trovavano nella Foresta Proibita, ancora lontani dalle calde e sicure mura di Hogwarts; la passaporta che li aveva trasportati lì e che li avrebbe dovuti far tornare indietro (un semplice mestolo in metallo leggero) era ora appesa al fianco della ragazza e tintinnava scontrandosi ora con il pugnale, ora con la armatura. A causa delle svariate protezioni che limitavano l'accesso al castello, non si era potuto indirizzare quest'ultima direttamente all'interno delle mura, così i ragazzi erano stati costretti ad attraversare tutto il bosco oscuro. Mentre avanzavano, Harry si rese conto di quanto grande esso fosse effettivamente, c'erano zone che non aveva mai visto, fu solo quando riconobbe il luogo che un tempo ospitava il fratellastro di Hagrid che trasse un sospiro di sollievo. Non lo avesse mai fatto.
Nel giro di pochi minuti infatti erano stati accerchiati dai centauri del luogo che, rifiutando categoricamente ogni scusante per la loro presenza sul territorio, si erano lanciati al loro inseguimento armati di lance e archi. "Pensavo che ai centauri piacesse solo fare festa!" Urlò Percy deviando una freccia con un colpo di spada e ricominciando a correre. "Se...solo potessi..usare... il mio potere..." ansimò Leo ormai senza fiato. "Bruceresti l'intera foresta Leo!" Lo ammonì Harry riparandosi dietro ad un tronco e afferrando il diretto interessato per il colletto, tirandoselo dietro. "..saprei..contenerlo invece!" Brontolò il ragazzo offeso dalla poca fiducia del mago.
"Tu non conosci questa foresta Leo, è talmente intricata che non ci sarebbe modo di isolare le fiamme. Inoltre è la casa dei nostri inseguitori e non mi pare il caso di aizzarceli contro ancora di più!" "Uffa! E va bene! Che facciamo allora??" Cedette il semideo. "Annabeth? Sei tu quella sveglia qui!" Urlò all'amica sperando di essere udito. "Si ma non ho la benché minima idea di dove ci troviamo!" Rispose una voce alle sue spalle, i due ragazzi sobbalzarono colti di sprovvista. "Dove..?" Balbettarono. "Sono qui!" Rispose la ragazza apparendo all'improvviso davanti a loro, il berretto di sua madre stretto in mano. "Come?" Iniziò Harry confuso. "Te lo spiego dopo." Rispose sbrigativa la ragazza dopo che una freccia, ora saldamente conficcata nel tronco, l'aveva mancata di striscio. "Manca poco." Spiegò Harry guardandosi intorno alla ricerca di punti d riferimento. "Continuiamo a correre!" Gridò ponendosi in testa al gruppo. "Dobbiamo raggiungere Hogwarts, li daremo al sicuro" Temendo poi che Percy si fosse perso rincaro la dose urlando a pieni polmoni. "Sempre dritti!"
Continuarono a correre, Harry davanti, Leo qualche metro dietro di lui che tentava di tenere il passo, Annabeth...beh era scomparsa di nuovo, ma il mago sperò li stesse seguendo, quanto a Percy invece Harry cominciò davvero a preoccuparsi: non poteva essere stato catturato, giusto? E se fosse stato preso invece? E se fosse caduto? Magari ora i centauri lo stavano trascinando via come avevano fatto con la Umbridge al suo quinto anno; il pensiero successivo lo fece trasalire, perché se così fosse stato, non ci sarebbe stato nessun Albus Silente a risolvere la situazione. (1)
Assalito da questi pensieri il ragazzo non si rese neppure conto che ormai avevano raggiunto il limitare della foresta, le luci del sole ormai visibili a illuminare la radura. Rallentò il passo fino a fermarsi del tutto, le grida degli assalitori non si erano fermate, ma sembravano lontane; Harry azzardò l'ipotesi che i centauri non volessero spingersi oltre un certo punto verso l'uscita, forse temendo di inimicarsi troppo gli insegnati o di ritrovarsi in uno spazio aperto, dove gli incantesimi li avrebbero raggiunti troppo facilmente. Difatti tutti gli schiantesimi e gli incantesimi di blocco che Harry aveva provato a lanciare, erano stati per la maggior parte schivarti o bloccati dalla folta vegetazione che i nemici, esperti, utilizzavano come scudo.
"Li abbiamo... Seminati!" Esultò il figlio di Efesto sorridendo raggiante, tenendosi però la milza dolorante. "Forse, anzi, penso ci abbiano solo lasciato andare in realtà...solo che..." mormorò perplesso il mago. "Solo che..?" Lo incitò l'altro incuriosito e anche un po' timoroso dallo sguardo spaventato del primo. " ...solo che, a giudicare da quanto vedo, non abbiamo seminato solamente i centauri.."
"Annabeth dici? No, sarà qui da qualche parte vedi ha questo berretto che..." ma si interruppe perché improvvisamente intorno all'oro era calato il silenzio, aspetto inquietante visto il luogo in cui si trovavano. "... Annabeth?" La voce gli morì in gola mentre entrambi si guardavano attorno, scrutando il buio della foresta proibita senza riuscire a scorgere nulla. "È rimasta indietro, e Percy con lei." Decretò alla fine il semideo. "Dobbiamo andare a cercarli!" Aggiunse afferrando il mago per un braccio pronto a trascinarlo con se in una seconda corsa contro il tempo; ma quando provò a partire qualcosa fece resistenza.
"Che fai Harry?! Dobbiamo muoverci!" Chiese Leo notando che a fare resistenza era stato proprio il giovane mago, il quale scrollò energicamente il capo.
"No! Rischieremo di perderci nuovamente, siamo in troppi e solo io conosco il bosco, andrò io a cercarli."
"Ma sono i miei amici!" Protestò il semidio.
"Sono anche miei amici ora no? Lo siamo tutti."
"Si ma..." Leo non voleva mandarlo da solo, dividersi non è mai una buona idea dopotutto no? I film parlano chiaro.
"Tu rimani qui invece, se dovessi incontrare solo uno di loro lo manderei da te. Hai detto che saresti in grado di controllare le tue fiamme vero?" Cercò di persuaderlo Harry.
"Si, ma cosa cen...oh. Ohhhhhhhh, ho capito!" Sorrise furbamente l'altro.
"Potrebbero non ritrovare la via, ma se vedessero il tuo fuoco." Continuò il mago.
"Saprebbero che Leo Valdez è nei paraggi!" Finì per lui il figlio di Efesto battendo le mani ed esclamando: "Conta su di me allora, sarò il più bel segnale luminoso che tu abbia mai visto! Altro che quelli del bowling!"
I due si stavano già separando quando un dubbio assalì il mago. "Ma se dovessero vederti prima di incontrarmi..?"
"..manderò delle scintille tali che le noterai anche tu, tranquillo, puoi sempre fidarti del Fantastico Leo!" Lo tranquillizzò subito il ragazzo evocando una sfera di fuoco e lanciandola in aria come un giocoliere. "Fidati di me!" E così i due si salutarono e Harry cominciò a tornare sui suoi passi, percependo già l'aria farsi più calda e un luce proveniente  dalle sue spalle rischiarare il sentiero.
Incespicando su radici e pietre smosse avanzò svelto, la bacchetta stretta in mano, cercando di scorgere gli amici fra le ombre che lo circondavano. Un rumore sordo, come di un ramo che cadeva al suolo, fece rallentare la sua corsa fino a fermarsi completamente. "Percy? C'è qualcuno?" Domandò incerto continuando a guardarsi intorno con circospezione. Nessuno rispose, ma Harry giurò di aver visto qualcosa muoversi alla sua sinistra; cercando di sembrare indifferente alzò la bacchetta contro una direzione casuale, virando però il colpo all'ultimo in direzione del suono. La luce dello schiantesimo gli illuminò il volto teso prima di spegnersi poco dietro al luogo in cui aveva mirato. Qualcuno urlò saltando fuori dai cespugli, le mani alzate in segno di resa. "Fermo! Sono io! Non colpirmi!" Gridò Annabeth in cappello in una mano e il pugnale nell'altra. Non sembrava spaventata, anzi, Harry lesse sollievo nel suo sguardo. "Annabeth!" Pronunciò abbassando la bacchetta, prima contento, poi il suo sguardo divenne quasi arrabbiato. "Perché non hai risposto? Avrei potuto colpirti!" La ragazza lo guardò stranita e alzando un sopracciglio rispose con ovvietà: "Beh, sai era piuttosto buio ed ero inseguita da individui probabilmente intenzionati ad uccidermi, in queste situazioni generalmente non rispondo a: c'è qualcuno?"
Harry non trovò nulla con cui ribattere, così decise di andare dritto al punto.
"Dov'è Percy? Perché non ci hai seguiti?"
"Vi stavo seguendo, ma ho visto un lampo di luce e ho riconosciuto la sua spada..."
"Sta bene?" "Si, solo qualche graffio. Nulla di che per lui dopotutto." Lo tranquillizzò la semidea guardandosi intorno. "Come usciamo di qui?"
"Continua dritta in quella direzione, Leo sta creando una pira abbastanza grande da essere visibile anche fra i tronchi, seguila finché non lo vedi ok?" Harry le indicò la strada da seguire e si girò verso il sentiero opposto cupo in volto.
"Sbaglio o parli al singolare?" Si insospettì la ragazza dagli occhi grigi.
Harry si girò nuovamente a guardarla. "Vado a cercare Percy." E fece per incamminarsi quando la compagna gli afferrò un braccio, trattenendolo. "No Harry! Fidati, Percy e perfettamente in grado di affrontarli da solo."
"Non ne dubito, ma..."
"Neanch'io avrei voluto lasciarlo, non lo avrei mai fatto. Ne abbiamo discusso, ma non ha voluto sentire ragioni." La voce quasi le si ruppe e Harry si convinse che ci fosse dell'altro, probabilmente appartenente al loro passato, ma non chiese nulla. " abbiamo affrontato e superato situazioni ben peggiori. Percy voleva che ci mettessimo al sicuro." Continuò un po' più calma. "Annabeth, non dubito delle tue parole, come sono certo di non poter neanche immaginare quali difficoltà voi abbiate superato, ma non vuol dire che dobbiate affrontarne altre." Rispose l'altro con benevolenza liberandosi delicatamente dalla prese della ragazza che intanto stava riflettendo su quelle parole. "Inoltre, beh lei non sa che deve seguire la luce per uscire vivo di qui no?" Ripropose Harry ironizzando, nel tentativo di alleggerire un po' la situazione. Ottenne dalla semidea un piccolo sbuffo è un mezzo sorriso. "Seguire la luce è un'altra cosa che generalmente non si consiglia di fare in situazioni di pericolo. Voi maghi fate tutto al contrario eh?" Poi però si zittì e alzò lo sguardo così che i loro occhi si scontrassero. Harry percepì che stava per dire qualcosa di importante. Con sua sorpresa però la ragazza fece uno slancio e gettandogli le braccia al collo lo strinse calorosamente. "Riportamelo indietro ok?" Sussurrò con voce tremante, ed il ragazzo si ritrovò nell'imbarazzante situazione di non sapere cosa rispondere.
"Fidati." La ragazza si allontanò, gli occhi sembravano leggermente lucidi, Harry si chiese se avesse reagito allo stesso modo quando si era dovuta separare dal suo ragazzo, oppure se si fosse tenuta tutto dentro fino a quel momento, spaventata da cosa sarebbe accaduto se si fosse lasciata andare. Sorrise, fece un cenno imbarazzato, a mo di saluto, e si allontanò nella selva.
Fece in tempo a vedere la figura di Annabeth scompare in lontananza, prima di ritrovarsi in una zona ancora più buia e perdere completamente le tracce del sentiero.
Tirò fuori la bacchetta, ora che si era fermato riusciva a sentire molto meglio i suoni attorno a sé, vi era un frusciare lontano di foglie che sarebbe stato normale se, all'interno della radura, il bosco non fosse stato a inquietantemente fermo, acutì i sensi e finalmente lo sentì, il suono degli zoccoli e alcuni versi animaleschi provenire da un punto non troppo precisato di fronte a sé. Alzò la bacchetta, fece un movimento circolare e pronunciò: "Animalum Revelio!" (2)
Una scia luminosa scaturì dalla bacchetta e proseguì in avanti, girando attorno a rami, alberi e evidenti ostacoli. Harry la seguì pronto, facendo attenzione a ogni rumore e ogni movimento sospetto e non che lo circondava.
Finché non lo vide: arrampicato su un albero, la spada in mano che squarciava l'aria, Percy stava contrastando le frecce che i centauri, posizionati sotto il tronco e nei dintorni, gli lanciavano contro. Il ragazzo teneva il braccio destro a penzoloni, il tessuto della maglietta in quel punto era pericolosamente rosso, lo sguardo era concentrato, sporco di terra, come fosse caduto. Nel complesso però il ragazzo stava bene, anche se probabilmente era stato meglio.
"Scendi di lí ragazzo! Non puoi continuare in eterno!" "Non vogliamo distruggere la nostra casa, ma abbatteremo quest'albero se saremo costretti!" Gli gridavano, e lui rispondeva: "Scommettiamo?" Vedere come nonostante la situazione non avesse perso il suo entusiasmo fu per Harry ammirevole e doloroso: possibile che avesse vissuto esperienze così drammatiche da fargli prendere un gruppo di centauro inferociti così alla leggera?
Scacciò questo pensiero, adesso aveva altro a cui pensare, si disse.
D'altra parte Percy iniziava a temere che volessero veramente buttare giù il suo rifugio, quando però una freccia lo aveva quasi colpito al ginocchio (sarebbe stato un problema enorme a quel punto scappare a piedi e in quel luogo, lui, di mezzi non ne aveva visti) una voce familiare fece girare lui e tutti i suoi inseguitori. "PIETRIFICUS TOTALUS!"
Un centauro dal manto ramato si irrigidì e cadde al suolo. Come se tutti fossero stati vittime dell'incantesimo, nessuno si mosse, finché il semidio non urlò incredulo. "HARRY?" Il giovane mago sembrò non ascoltarlo, invece lanciò un secondo incantesimo sulla folla di centauri che attorniavano il suo tronco e che, intuite se sue intenzioni, si sparpagliarono tutti, eccetto uno che, colpito dal raggio bianco, cadde al suolo. Comprendendo che non ci sarebbero state molte altre occasioni, il semidio saltò a terra e provò a correre verso l'amico, facendo indietreggiare le creature, ormai ripresesi dallo shock iniziale, che si erano gettate sui due malcapitati urlando frasi e minacce sovrapposte a versi animaleschi.
"Harry!" Chiamò il figlio di Poseidone, sferzando colpi a destra e a manca, attento a non muovere troppo il braccio ferito.
"Percy!" Rispose l'altro, che dalla visuale del primo stava scagliando lampi bianchi, viola e rossi intorno a se, muovendo la bacchetta come uno strano direttore d'orchestra.
"Cosa ci fai qui?!" Domandò ironicamente contento il ragazzo, perché se da un lato era contento di vederlo, dall'altro si era gettato in pasto ai lupi per far sì che i suoi amici guadagnassero terreno, sforzi inutili visto che qualcuno era tornato indietro... (in quel momento Percy riuscì a immaginarsi il volto di Ares mentre rideva malignamente della situazione, forse facendo scommesse con Apollo su chi sarebbe stato il primo a finire infilzato da un freccia)
"Secondo te?" Percy non poteva vedere il volto del mago, ma era sicuro che avesse alzato gli occhi al cielo, forse sorridendo. "Grazie."
"Prego." A quel punto parlare divento quasi impossibile, ma il numero di nemici diminuiva progressivamente e grazie agli incantesimi paralizzanti del mago in un breve tempo il terreno fu cosparso di corpi simil morti. Una vera fortuna, sennonché alcuni di essi cominciarono a rialzarsi inferociti, Percy se ne rese conto solo quando quello su cui si era arrampicato, per avere una postazione migliore, non si mosse afferrandolo per le caviglie e il semidio si trovo costretto a passarlo a fil di spada.
"Harry, perché si muovono?!" Domandò spaesato come se improvvisamente
"Alcuni li ho schiantati, altri pietrificati, ma penso che gli schiantesimi non durino a lungo su di loro... molto meno che sugli uomini a quanto pare." Si difese il ragazzo.
"Dobbiamo andarcene di qui!"
"Qualche idea?"
"Separiamoci."
"Qualche altra idea?"
"Se ci separiamo si dovranno dividere anche loro!"
"È una pessima idea, fidati. La foresta proibita non è un buon posto per rimanere soli."
I due ormai erano spalla a spalla, e si battevano senza sosta lanciando magie e deviando frecce, un incantesimo scudo alla loro sinistra e nient'altro a separarli dai uomini-cavallo.
"Come usciamo dalla foresta? Come capiamo da che par-" Il figlio di Poseidone non riuscì a finire la frase, una fitta di dolore lo costrinse a serrarsi il braccio, interrompendo così il precario equilibrio che si era creato. Harry ahi prontamente evocando uno scudo completo intorno a loro. "Percy!" Il ragazzo si era messo a sedere, approfittandone per riprendere energie. "Sto bene, mi serve solo... un po' di ambrosia." "Sono testardi. Ho provato a convincerli a lasciarci andare, niente da fare."
"Non mi sorprende. Tornando alla domanda di prima, come ritroviamo la via?" Harry spiego a lui come ad Annabeth dell'idea che avevano avuto con Leo, che sarebbe bastato seguire i segnali di fumo una volta che l'intreccio dei rami si fosse diramato, poi avrebbero visto il fuoco e in breve tempo sarebbero stati in grado di raggiungere il castello con i loro amici che, Harry specificò, si trovavano già fuori pericolo. "Ottimo, quindi tanto per cominciare ci serve tirare giù qualche ramo." Si affrettò a ragionare il semideo. "Quel tronco sembra essere abbastanza resistente..." si girò verso il compagno. "Riesci a tenerli a bada da solo per un po'?"
"Credo di sì. Cosa hai intenzione di fare?" Rispose Harry.
"Aspetta e vedrai, cerca solo di coprirmi fin che puoi."
"Non è il piano migliore di sempre, ma ho affrontato d peggio."
"D'accordo allora!"
"Pronto? Vai!" Ordinò il mago spezzando l'incantesimo di protezione. Subito i centauri cercarono di colpirli, ma furono frenati da resistenti catene che fuoriuscendo dalla bacchetta del ragazzo andarono a stringersi intorno al gruppo più vicino, ostacolandoli, facendoli cadere e rallentando quelli dietro di loro. Approfittando del trambusto Percy riuscì a raggiungere il suo obbiettivo, un vecchio platano dalla corteccia scura, chiuse Vortice, e cominciò la sua scalata. Arrivò alla cima in breve tempo, non credeva che gli allenamenti di arrampicata al campo gli sarebbero potuti davvero servire, o almeno nell'ultimo burrone in cui era caduto non era servito granché. Guardò giù, Harry se la stava cavando abbastanza bene, ma i suoi movimenti sembravano rallentare e faceva pause sempre più lunghe fra un maleficio e l'altro, limitandosi a schivare. Altri stavano arrivando, risvegliatosi dagli incantesimi, per dar man forte si compagni. Il figlio di Poseidone aspetto che un gruppo consistente passasse sotto di lui per sfoderare la sua spada e recise di netto i rami più alti e possenti che, inevitabilmente, finirono per schiacciare i nemici sottostanti.
"Sembra che qualcuno sia un po' appesantito!" Li schernì dall'alto, continuando a tagliare fronde, finché non si creò un buco nello spesso tetto della foresta.
Una goccia.
Due. Tre, quattro, cinque. Percy alzò lo sguardo verso il cielo scuro, densò di nuvole nere. Il rumore scrosciante della pioggia inondò il campo di battaglia, persino i centauri smisero di lottare, tanto insolito era l'accaduto.
Il semideo sorrise, il viso e i vestiti ormai fradici; una nuova carica di adrenalina gli scorse nelle vene, investendolo di energia come uno tsunami. Che Zeus per una volta tanto avesse deciso di aiutarlo? O era stato quel matto di Zefiro? Si domandò mentre saltava a terra, ascoltando il suono dell'acqua delle pozzanghere che si stavano iniziando a formare, infrangersi sotto le suole.
"Beh che dire. Ragazzi, non è il vostro giorno fortunato!" Pronunciò prima che un geyser esplodesse ai piedi (o forse sarebbe meglio agli zoccoli?) scaraventandoli lontano.
"Harry, sei pronto a correre?"
Fra le grida di rabbia e il rumore degli zoccoli sul terreno Percy non riuscì a udire la sua risposta.
"Harry? Harry ho visto il fumo! So dove andare, ci sei?"
Di nuovo nessuna risposta.
"Harry?" Il ragazzo si girò, mandando al tappeto un centauro e aprendosi un varco nella cupola di esseri che sembravano star circondando qualcosa. In terra, scomposto e a faccia in giù, giaceva il ragazzo.
Cazzo, pensò Percy. La situazione forse non stava migliorando.


P.s. Tecnicamente la Foresta Proibita è parte dei territori di Hogwarts, ma ho immaginato che al suo limitare gli incantesimi di protezione non fossero presenti, così da poter dare ai protagonisti un modo per raggiungere il castello.

(1)Ci si riferisce alla cattura/rapimento della professoressa Umbridge in "Harry Potter e l'Ordine della Fenice"

(2)Variazione (da me inventata) di "Hominum Revelio" incantesimo che permette di percepire la presenza persone nell'ambiente circostante. Anche la descrizione del suo funzionamento è stata inventata, mentre l'originale fu utilizzato nel settimo libro, HP e i doni della morte, dai mangiamorte nella casa dei Lovegood.

Angolino dell'autrice:
Ma salve! La storia continua e penso inizi a essere sempre più difficile seguire il filo degli eventi. O almeno per me è così... 
Come al solito se la storia vi sta piacendo lasciate un commento o una stellina, ma prima ho una domanda:
Ho notato nella storia un buco di trama abbastanza grossolano, che verrà ovviamente corretto una volta conclusa la storia.

Riuscite a capire quale è?

Maghi e semideiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora