Arrivata in camera, cerco di scegliere un outfit che, almeno per una volta, possa sembrare una decisione mia. Mi faccio una doccia veloce, cercando di rimanere lucida, e poi mi infilo un vestito nero brillante, corto, con una scollatura audace sorretta da due sottili fili che lasciano le spalle scoperte. Ai piedi, tacchi a spillo YSL, perché quando una prigioniera ha l'opportunità di brillare, perché non farlo?
Esco dalla stanza e trovo Regulus ad aspettarmi, come se fossimo alla première di un film. "Sei bellissima," mi dice con un sorriso che potrebbe essere più genuino se non avessi la costante sensazione di essere sotto osservazione. Mi porge la mano, e lo seguo fino al salotto, dove Riddle è già pronto a farmi sentire come se fossi l'ospite d'onore a una cena con un cammino oscuro.
Ci dirigiamo verso l'uscita, dove una Lamborghini nera, un altro simbolo di questo mondo che mi sento di non appartenere, mi aspetta. Mi apre la portiera come un gentiluomo (o forse è solo parte del suo gioco di potere) e salgo. Mi sento un po' più inquieta adesso, mentre finalmente posso vedere la strada. Cipressi, alberi in fila, una curva e poi il villaggio. Memorizzo ogni dettaglio, ogni segno, come un piccolo piano di fuga, perché chi sa quanto mi possa durare questo "sogno" di lusso e paura.
Arriviamo finalmente in un ristorante a Londra. Un cameriere ci guida verso il tavolo, porta i menù e io inizio a leggere distrattamente. "Ho saputo che hai incontrato tua zia al centro commerciale," dice Riddle con quel tono da inquisitore.
Annuisco senza guardarlo troppo negli occhi.
"Le hai detto qualcosa?""No," rispondo con una menzogna che mi scivola via con una facilità che mi fa persino paura.
"Sei sicura? La tua voce trema."
Sospiro, abbassando il menù per guardarlo con lo stesso disinteresse di sempre. "Non le ho detto nulla," rispondo, fermamente.
"Sei ancora in tempo per dirmi la verità," dice, come se fosse il mio salvatore, e io, ovviamente, non cado nella trappola.
"Questa è la verità," rispondo, anche se la pressione cresce ogni secondo che passa.
"Vedremo... Se scopro che hai mentito, uno dei tuoi compagni verrà torturato. Ti do un'ultima possibilità... Hai detto qualcosa?"
"No," dico, con un tono che potrebbe sembrare più sicuro se non fosse per l'adrenalina che mi sale alla testa. La sua silenziosa attesa mi fa rabbrividire.
"Avete scelto?" chiede il cameriere, interrompendo la tensione.
"Io prendo dei ravioli e una bistecca," dico, con la solita calma.
"Stessa cosa" dice Riddle, e poi, con un sorriso che non ha nulla di amichevole, mi chiede: "Vuoi del vino?"
"No, grazie," rispondo educatamente, perché non c'è nessuna possibilità che beva qualcosa in sua presenza. Non è solo un principio: non ho mai bevuto senza il controllo dei miei genitori, e di certo non lo farò con uno sconosciuto maniaco.
"Allora, solo un calice del miglior vino rosso," dice lui, mentre il cameriere sparisce.
Quando finalmente arrivano i piatti, mi sento come se fossi in un film, un film che non voglio davvero vedere.
"Come mai mi hai portato a cena fuori?" chiedo, cercando di sembrare meno inquieta di quanto mi senta.
"Non posso?" mi risponde lui, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
"Beh, è strano... Sono pur sempre una prigioniera, ma dormo con te, mi fai fare shopping e ora mi porti a cena fuori in uno dei migliori ristoranti di Londra," dico, elencando ogni dettaglio che non ha nessun senso.
"Penso che tu sia una bella ragazza e non potevo tenerti in uno scantinato," risponde, come se fosse un complimento, ma lo trovo più inquietante che altro.
"Ah, quindi tutto si basa solo sul mio aspetto?" rispondo, un po' sarcastica.
"Sembra anche che tu abbia carattere, a differenza di molte belle ragazze. Mi sembri perfetta," continua, come se la conversazione fosse una serie di complimenti.
"E cosa te lo fa pensare?" chiedo, ora più curiosa che mai.
"Il tuo atteggiamento. Come mi hai mentito, sei brava. Mi tieni testa mentre tutti gli altri obbediscono senza fiatare. Una persona così o la ami o la odi," mi risponde, e mi fa venire la pelle d'oca.
Poi, come se non fosse già abbastanza bizzarro, un volto familiare appare nel ristorante.
"Beth?" mi saluta Audrey, madre di Dylan e proprietaria del locale. "Non eravate in gita?"
"Si... mi ha fatto la stessa domanda mia zia," rispondo con un sorriso sardonico, perché sì, ogni dettaglio sembra voler gridare quanto sia surreale questa situazione.
"Capito... Offro io la cena, e vi faccio portare anche un dolce!" esclama Audrey, con quell'aria affettuosa che mi fa sentire stranamente a casa. "Sono sicura che ti piacerà il tiramisù! O preferisci la mousse?"
"Il tiramisù va più che bene," rispondo, mentre Riddle ordina una zuppa inglese con lo stesso tono di chi sta solo aspettando che la cena finisca.
Quando finiamo di mangiare, vado a salutare Audrey, e poi torniamo alla villa, dove Regulus mi accompagna in camera.
Prendo il pigiama dalla valigia, vado in bagno per cambiarmi e mettermi a posto con la mia skin care e i denti. Nascondo il GPS nella valigia, per essere pronta a togliermi il reggiseno, e poi, con disinvoltura, mi sdraio nel letto. Mantengo la distanza, come sempre, ma Riddle non mi dà tregua. Si avvicina e mi bacia dietro la testa.
"Buonanotte," mi sussurra.
"Notte," rispondo, girandomi dall'altro lato, cercando di non fargli vedere quanto la sua presenza mi turbi.
Tranquilla, Elisabeth. Tutto questo finirà presto. Lo sanno già due persone. Ci vuole solo tempo. E prima o poi, arriveranno.

STAI LEGGENDO
Riddle's: A Strange Love
FanfictionRiddle's: a strange love (1) Tom Riddle si innamora di una babbana rapita per ucciderla. Non ostante litigi e incomprensioni, farà il possibile per proteggerla e averla con se.