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Quando torno a casa, mamma scende subito, pronta a darmi una mano a portare l'abito nella cabina. In salotto, c'è un'intera squadra di uomini che cerca di montare una TV gigante. "È tanto difficile capire la parola AL CENTRO?" sbuffa Tom. Mi avvicino, curiosa. "Ma che sta succedendo?" chiedo, come se non avessi appena visto un film horror. "Non avevi detto che volevi una televisione e una playstation?" mi chiede, con quel tono che significa "non ti sei mai chiesta perché non mi ascolti?"

Abbraccio Tom come se fosse la soluzione a tutti i problemi tecnologici della vita. "Elisabeth! L'abito non si appende da solo!" mi richiama mamma. La solita mamma che si prende la responsabilità di tutto. "Infatti ci sei tu," rispondo con il sorriso di chi sa che la risposta è ovvia. "ELISABETH!" mi rimprovera, ma la raggiungo comunque, lasciando Tom al suo dramma della TV. Mettiamo l'abito su una delle innumerevoli aste e poi torniamo in salotto.

"Ti ho già preso l'appuntamento per l'estetista e parrucchiera," mi dice mamma, mentre scendiamo. "Ancora non sono riuscito a montare un televisore," commenta Tom, con un'aria di esasperazione che non posso fare a meno di apprezzare.

"Mamma, conviene chiamare anche papà," sussurro. Lei inizia a ridere, chiaramente lo sa già.

Matheo ci passa davanti correndo e Bellatrix inizia a urlare "MATHEO, VIENI QUI SUBITO!" Ah, la tipica scena familiare... "Ecco vedi? Il compito di un buon figlio è fare esasperare i genitori," esclamo.

"TOM, I MIEI GENITORI RESTANO A CENA!" urlo. Tom si avvicina, mi stampa un bacio, e senza nemmeno voltarsi dice: "Ti prego smettila di provare a montare la tv. Ci pensa mio papà. È una tortura vedere quel povero televisore fare avanti e indietro per la stanza." Ma la cosa migliore è che, nonostante tutto, lui ci prova.

"Oh Tom. Jonathan non c'è," dice mamma. "E perché?" chiedo, non credendoci nemmeno. "Doveva uscire con i suoi amici...cenavano e un certo Take-off."

"Mamma, è uno dei pub peggiori di Londra...danno alcol ai minorenni!" rispondo, come se fosse il mio dovere fare la guardiana della moralità.

"E come fai a saperlo?" mi chiede, incrociando le braccia.

"Perché ci sono stata un paio di volte. Avevo anche trovato lavoro come trottola su un palo; sta tranquilla, l'ho rifiutato...avrei finito troppo tardi."

"TU COSA?!" urla mamma, come se avessi appena confessato un crimine. Tom scoppia a ridere. "Alla faccia della figlia modello," commenta, divertito.

"Ho rifiutato un lavoro fruttifero...la prossima faccio di testa mia," rispondo, con l'aria di chi sa che la madre non la prenderà mai sul serio.

"Lasciamo perdere che è meglio," dice mamma, ma io so che la situazione è già al limite. "E non rimproveri Jonathan?" chiedo, come se fossi io l'adulta della situazione. "L'hai detto tu...il compito di un buon figlio è fare esasperare i genitori e già mi basti tu che mi fai esasperare," risponde Tom, con tono definitivo.

"MATHEO, NON PUOI CORRERE PER TUTTA LA STANZA!" continua a gridare Bellatrix, chiaramente esasperata. "Imobilus," dice Tom, immobilizzando suo figlio, con un'espressione che suggerisce che, finalmente, ha il controllo.

"Tom, ne abbiamo parlato questa mattina," lo rimprovero.

"Il figlio è mio e se mi fa esasperare, ho i miei metodi," ribatte, con una sicurezza che solo un padre può avere.

"Tom ha un figlio?" chiede mamma, quasi incredula.

"Mi creda signora...quando l'ho scoperto, sono rimasto scioccato quanto lei," risponde Tom, con un sorriso che non riesce a nascondere la sua sorpresa.

"Non preoccuparti mamma; abbiamo parlato anche di questo prima che io scegliessi di sposarmi," dico, con una tranquillità che solo un bravo diplomatico può avere.

Quando arriva papà, finalmente monta la TV in un batter d'occhio, aggiungendo anche i canali streaming. Poi ci sediamo in salotto, come se nulla fosse successo.

Matheo inizia a piangere "Bellatrix fallo stare zitto"gli ordina Tom. Bellatrix dice al bambino di fare silenzio ma ovviamente non funziona.

"Non ci vuole tanto cervello"dico facendo sedere il piccolo davanti la tv. Gli metto un cartone a caso e gli do il telecomando. "Con questo mandi avanti e con questo indietro; torni alla home per scegliere qualcos'altro da vedere, fai partire il cartone, alzi il volume e abbassi il volume. Divertiti.

"Noi andiamo. Ci sentiamo," saluta mamma, come se avesse appena risolto un grande mistero. "Ok. Ci sentiamo e ti prego rimprovera Jonh," rispondo.

"Perché dovrebbe rimproverarlo?" chiede papà, con aria innocente.

"Perché in questo momento sta bevendo," rispondo, con l'aria di chi sa come vanno le cose.

"Se puzza d'alcol lo rimprovero, altrimenti farò finta di non sapere nulla," dice mamma, sorridendo, e si avvia verso l'uscita, lasciandoci con la nostra "meravigliosa" serata.

Riddle's: A Strange LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora