Non riuscivo a dormire. Le sirene fuori dalla finestra mi ricordavano che la mia zia era riuscita a fare quello che speravo di evitare: far venire la polizia. Senza pensarci due volte, mi alzo, mi affaccio alla finestra e vedo almeno quattro pattuglie che circondano la villa. "Ottimo," penso tra me e me, "la situazione si sta complicando."
A quel punto, Riddle, che probabilmente stava dormendo nel suo letto dorato, si sveglia di soprassalto e mi guarda con aria furiosa. "Che cosa hai fatto?" mi urla, ma io lo ignoro, completamente disinteressata. L'unica cosa che mi interessa ora è scappare.
Poi arriva lui. Un rumore improvviso alla porta, che viene abbattuta senza troppe cerimonie. Ed è mio fratello, Jon. "Beth!" urla, mentre mi abbraccia con forza, come se volesse salvarmi da questa follia. "Jon!" rispondo con un sorriso tremante, mentre cerco di non lasciarmi sopraffare dalla paura.
Riddle, che evidentemente non apprezza il nostro bel momento di reunion familiare, afferra un bastone di legno come fosse una bacchetta magica e ordina: "Lasciala e andate via da questa casa." Ok, calma, è solo un bastone. "Eh no," risponde Jon, con il suo solito spirito. "Non ti lascio. Vattene prima tu."
La sua insistenza mi fa sorridere, ma Riddle non è il tipo che sorride facilmente. Anzi, si infuria. "CRUCIO!" urla, lanciando il maleficio verso Jon. Lui si piega in due per il dolore, e io resto paralizzata, incapace di agire. "Jonathan! No!" urlo, le lacrime che mi bruciano gli occhi.
"Sorellina, vai!" mi dice lui tra le fitte di dolore. "Non ti lascio!" grido, ma lui mi spinge via con uno sguardo deciso. "Vattene, Beth. VAI!"
Ma no, non è così che funziona. Non posso lasciarlo. Corro verso di lui, ma Riddle mi afferra per il polso con una forza che mi fa venire voglia di urlare. "Lasciami!" urlo, ma lui non molla. Mentre cerco di liberarmi, vedo i miei genitori arrivare. "Elisabeth!" mi urla mia madre.
A questo punto, papà interviene: "Lasciate mia figlia!" Riddle risponde con una calma inquietante: "Ve ne andrete, e non tornerete mai più senza invito. E la ragazza resta con me."
"Ridammi mia figlia!" urla mamma, ma Riddle sembra divertirsi. "Avrei preferito non farlo," dice, impugnando nuovamente il suo bastone. Poi comincia a spingere tutti fuori dalla casa con l'aria di chi sa che ha il controllo della situazione. "Cancellate la memoria e uccidete i poliziotti," ordina con la freddezza di un generale.
"NOOO! Ti prego, non farlo!" urlo, ma è inutile. Siamo già oltre.
Mi portano via e in un batter d'occhio mi ritrovo di nuovo nello scantinato. Mentre cerco di capire cosa stia succedendo, noto che i miei compagni di prigionia sono ancora addormentati. Ma come fanno? Io, al loro posto, avrei fatto a pezzi il materasso a furia di girarmi e rigirarmi. Ma evidentemente sono più forti di me.
Poi sento un rumore: Riddle entra, facendomi sobbalzare. "MI AVEVI DETTO CHE NON AVEVI RACCONTATO NULLA, Smith!" urla, svegliando probabilmente mezza prigione. "C-come sai il mio cognome?" balbetto, terrorizzata.
"Le tue pagelle," risponde lui con un sorriso malizioso. "Ma ne parleremo dopo. Dormirai qui stanotte e domani vedrai che tengo sempre la parola data." Il che, da parte sua, è un po' inquietante, ma vabbè. Si allontana, lasciandomi con Regulus e Bellatrix, i quali, con maschera o senza, non sono esattamente i miei preferiti.
"Perché l'hai fatto?" mi chiede Regulus, il suo sguardo pieno di preoccupazione. Bellatrix invece è meno comprensiva: "Sai quante ragazze farebbero qualsiasi cosa per stare dalla sua parte? E tu lo tradisci così!" La cosa divertente è che non so nemmeno se lo stiano dicendo sul serio o se stiano recitando.
"Non preoccuparti," dice Regulus, cercando di tranquillizzarmi. "Non ti farà del male." Per quanto mi riguarda, il danno è già fatto, ma apprezzo l'intenzione.
Dylan e Wendy si avvicinano, ma la cosa che più mi sorprende è quello che Dylan dice. "Lily, non è colpa tua," dice, abbracciandomi. "Siamo umani, tutti sbagliamo." Eppure, come se non bastasse, Dylan mi sorprende con una confessione: "Io ti amo, Elisabeth."
Mi scoppia il cuore. "C-come?" rispondo, confusa. Perché non mi aspettavo davvero questa dichiarazione da lui. Lo vedo come un amico, niente di più. Ma quando lo bacio – e non so nemmeno perché lo faccio – la sua reazione mi fa sentire ancora più confusa.
Ed è proprio mentre mi stacco da lui che vedo Riddle. Fissarci. "Bene, Smith... mi hai dato l'idea di chi torturare," dice, con una calma glaciale. Non serve aggiungere altro, so già cosa sta per succedere. "CRUCIO!" urla, e questa volta tocca a Dylan.
Eppure, nonostante tutto, io non riesco a fermarmi. "Non farlo," dico con la voce che trema. "Ti prego, non farlo."
"Ho parlato con i tuoi genitori," dice, "e mi hanno confermato che sei una ragazzina viziata che ottiene sempre tutto ciò che vuole. Ma con me non sarà così. Io ottengo sempre quello che voglio." E da come mi guarda, capisco che sono nella lista delle cose da ottenere.
Mi sono stancato del ragazzo...ora tocca a te"dice e smette di torturare Dylan. Si avvicina a me e mi prende per un polso per poi ritrovarci in camera sua. "Complimenti, di solito la prima volta si vomita. Non ti farò del male Elisabeth, ma sono costretto a punirti...non potrai uscire senza il mio permesso, starai chiusa a casa senza visite se non da me o dai miei servi; ti sarà proibito avvicinarti allo scantinato e se bacerai un'altra volta quel ragazzo lo ucciderò...Tutto chiaro?" mi chiede dopo aver finito l'elenco. Annuisco spaventata "Vai a sciacquarti la faccia, sei piena di lacrime" mi dice lasciandomi.
Entro nel bagno senza nemmeno guardarlo. Mi guardo allo specchio e vedo i miei capelli scombinati, le occhiaie evidenti e gli occhi rossi per il pianto. Non posso crederci. Il mio migliore amico dice che mi ama, l'assassino psicopatico che mi ha rapito la stessa cosa.
Voglio svegliarmi da quest'incubo.
Mi sciacquo la faccia, poi entro in doccia. Esco dal bagno con l'accappatoio e Riddle è seduto su una poltrona a leggere dei fogli "Non mi aspettavo andassi così male a scuola".
"Non puoi leggere le mie pagelle"dico levandogli i figli di mano.
"Studierai un'ora al giorno"mi dice.
"Non posso fare la prigioniera che non studia come tutti gli altri?" chiedo di nuovo.
"No e per due motivi...tu non sei una prigioniera e soprattutto non sei come tutti gli altri".
"Se non sono una prigioniera cosa sono?"chiedo incrociando le braccia, incuriosita e allo stesso tempo infastidita.
Lui mi prende per i fianchi e mi fa sedere a cavalcioni sopra di lui. Per fortuna l'accappatoio riusciva a coprire tutto.
"Sei la ragazza della mia vita Smith"mi dice e poi mi bacia lentamente spostando le sue mani sul mio culo."Vatti a vestire," dice, come se avessi appena fatto una cosa di routine.
"E perché mi hai baciata?" gli chiedo, ancora scioccata.
"Perchè mi andava di farlo." risponde semplicemente, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Ma nulla qui è normale.

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Riddle's: A Strange Love
FanfictionRiddle's: a strange love (1) Tom Riddle si innamora di una babbana rapita per ucciderla. Non ostante litigi e incomprensioni, farà il possibile per proteggerla e averla con se.