Arriviamo finalmente a casa e Tom, come se fosse il capo della mia vita, mi ordina con tono autoritario: "Vai a prepararti, che tra poco arrivano i tuoi."
"Questo è un ordine?" gli chiedo, facendo l'aria di chi non ha la minima intenzione di farsi comandare.
"No, è una richiesta gentile... puoi cambiarti come vuoi... scegline una." Il suo tono quasi impassibile mi fa venire voglia di lanciargli un cuscino in faccia, ma mi trattengo.
"Così va meglio," rispondo, stampandogli un bacio sulle labbra e salendo le scale per cambiarmi, mentre lui resta lì, con un sorriso beffardo che dice tutto. Mi vesto in fretta con un lupetto e una minigonna azzurra, per non sembrare una che ha appena saltato fuori dalla spazzatura, e scendo le scale con l'aria di chi ha appena vinto una battaglia silenziosa.
"Alla fine ti sei cambiata," dice Tom, quando mi vede. Indossa una camicia nera sotto uno smoking impeccabile. Sembra uscito da una rivista di moda, e io... beh, sono solo quella che non ha ricevuto il memo sulla "dress code".
"Se mi faccio trovare come una scappata di casa, penseranno che mi maltratti," dico, mettendogli le mani attorno al collo con un sorriso che potrebbe sembrare innocente, ma solo se non conoscessi il mio sarcasmo.
"Non potrei mai," risponde lui con quell'espressione che quasi mi fa venire voglia di credergli. Poi mi mordicchia il labbro e mi bacia, lasciandomi senza fiato – o forse è solo l'ennesimo momento di "stupidità romantica" che mi invade.
A interrompere la scena arriva Bellatrix, con uno sguardo che sembra quasi disgustato dalla nostra presenza. "Signore. Sono arrivati," dice con una freddezza glaciale.
"Falli entrare," ordina Tom, e lei se ne va, mentre io mi preparo mentalmente per l'incontro con i miei genitori. Un incontro che, giuro, avrei preferito evitare.
I miei genitori fanno la loro entrata: papà e Jon con smoking nero e camicia bianca, mamma con un vestito nero e attillato che sembra venire direttamente da una passerella. E io, con la mia minigonna e il lupetto, mi sento come una che si è persa nel tempo e nello spazio. Ma va bene, facciamo finta di nulla.
Ci sediamo in salotto. Il silenzio è denso, imbarazzante. Mio padre mi fissa come se volesse smaltirmi dalla sua vista con lo sguardo, mentre Jon è terrorizzato e mamma cerca, inutilmente, di mantenere la calma. La tensione è palpabile. Poi finalmente, come se fosse la salvezza, Walburga interrompe il silenzio. "La cena è pronta," dice con tono da perfetta padrona di casa, vestita di velluto verde e chignon impeccabile.
Ci alziamo e ci spostiamo in sala da pranzo, dove c'è un servizio d'argento che sembra appartenere a qualche regina medievale. Tom si siede a capotavola, io accanto a Jon a destra, mio padre vicino a Tom e mamma di fronte a me. La disposizione della tavola è un perfetto esempio di "provare a fare buona impressione", come se avessimo partecipato a una sorta di teatro sociale.
"Mia figlia è stata sequestrata, potrei sapere il motivo?" chiede papà, con quella voce che di solito userebbe per interrogare un criminale. Tom alza lo sguardo, come se non fosse minimamente impressionato. "Non lo definirei sequestro, è libera di uscire, di vedere la sua famiglia e se mi farà richiesta, anche i suoi amici," risponde con quella calma che mi fa pensare che stia per scrivere un libro su come manipolare le situazioni.
"Allora perché non la fai tornare a casa?" chiede di nuovo papà, sempre più arrabbiato.
"Perché altrimenti non potrei più vederla," risponde Tom, come se fosse ovvio.
"E c'era bisogno di torturarmi?" si intromette Jon, con una naturalezza che mi fa quasi ridere.
"Si... sareste scappati," risponde Tom, e la conversazione crolla nel silenzio di nuovo.

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Riddle's: A Strange Love
FanfictionRiddle's: a strange love (1) Tom Riddle si innamora di una babbana rapita per ucciderla. Non ostante litigi e incomprensioni, farà il possibile per proteggerla e averla con se.