Quando mi sveglio, Tom è ancora addormentato, povero cucciolo. Non voglio disturbarlo, quindi mi alzo silenziosamente, quasi come una ladra in casa, e vado a prepararmi.
Quando esco dalla cabina armadio, vedo Tom che sembra più disperato di un bambino senza caramelle. Sta cercando qualcosa, non so cosa, ma è evidentemente qualcosa di molto importante. "Tutto bene?" gli chiedo, con tono innocente.
"Grazie a Merlino sei qui. Ma dov'eri finita?" mi chiede, con un tono che farebbe preoccupare anche un genio della lampada.
"Ero andata a lavarmi. Ti ricordi che oggi vado a comprare l'abito?" gli ricordo, come se fosse qualcosa di secondario, tipo un incontro con l'FBI.
"Giusto. Me l'ero dimenticato," ammette, grattandosi dietro la testa. Ah, l'amnesia mattutina... se solo fosse contagiosa. "Non è divertente," mi rimprovera, ma io rido lo stesso. "Sì che lo è. Vado a fare colazione. Ti aspetto in cucina," dico, dandogli un bacio sulla guancia, perché sono una persona gentile.
Scendo in cucina, e chi trovo? Bellatrix, ovviamente, che sta preparando un biberon con la stessa calma di chi sta preparando una pozione mortale. Matheo è seduto sul seggiolino, e sembra che sia già più sveglio di me. "Ehi Elisabeth," mi saluta Bellatrix, come se fosse una mattina qualunque.
"Chi è?" chiede Matheo, con una naturalezza che non può che far pensare: ok, come fa un bambino a parlare prima di aver finito la pappa?
"Come mai già parla?" chiedo, un po' incredula.
"Il Signore Oscuro gli ha dato una pozione per farlo parlare e capire prima," risponde Bellatrix, come se fosse una cosa normale, tipo mettere zucchero nel caffè.
"Gli avevo detto..." Bellatrix mi interrompe con quella sua aura di sapienza che solo chi ha seguito una formazione su come essere "una cattiva madre" potrebbe possedere. "Lo sai com'è fatto; puoi dirglielo anche cento volte, ma farà sempre di testa sua."
"Il trenta ci sposiamo," la informo, con un sorriso che tradisce la mia convinzione che le cose vanno sempre come devono andare... cioè, quando Tom decide.
"Merlino! Sono contenta per te!" dice Bellatrix, abbracciandomi con l'entusiasmo di chi ha appena vinto alla lotteria. "Sei più felice tu che tutta la mia famiglia messa assieme."
"Matheo avrà la matrigna migliore del mondo... ovvio che sono felice!" aggiunge, quasi come se la sua nuova posizione fosse la cosa migliore che potesse succedere a un bambino con un padre come Tom.
"Cos'è una matrigna?" chiede Matheo, che evidentemente ha già imparato a fare domande filosofiche a soli sei mesi.
"Ecco...vedi piccolo... tuo padre si sposerà, ma non con tua madre. Sta tranquillo; la tua matrigna è la migliore del mondo," spiega Bellatrix, come se stesse risolvendo una crisi mondiale.
"Che cosa succede qui?" chiede Tom, entrando con la grazia di un elefante in un negozio di porcellane.
"Mi vuoi spiegare perché non fai mai quello che ti dico?" lo rimprovero, perché chi non ama un po' di drammi domestici?
"Di cosa stai parlando?" mi chiede, facendo finta di non sapere nulla. Classico.
"Parlo di tuo figlio e della pozione che gli hai dato," ribatto, con un tono che suggerisce che non sono proprio d'accordo con il suo metodo educativo.
"Come hai ben detto, è mio figlio e so cos'è meglio," risponde, con quella fiducia che solo chi ha un ego davvero grande può avere.
"È un bambino! Pozioni e incantesimi non gli fanno certo bene!" protesto, cercando di fare la voce della ragione in mezzo a tanto caos.
"Ti accompagno. Dov'è che vi dovete vedere?" mi dice, prendendomi per la vita come se stesse facendo un favore mondiale.
"No. Questa volta non funzionerà," dico, ma non sono sicura che lui capisca quanto seriamente lo stia dicendo.
"Ero serio. Dove ti devo accompagnare?" continua a insistere, perché chiaramente ho bisogno di un "accompagnamento" come una bambina che va a scuola.
"Davanti al negozio," gli dico, come se stessi pianificando un viaggio interplanetario.
"E per il ritorno?" mi chiede, ripetendo la domanda come se non avesse sentito niente della conversazione precedente.
"Mi accompagna mia mamma," rispondo, rimanendo calma, come se fosse un programma settimanale.
"Ok. Andiamo allora," dice, ma non prima che io prenda il mio cornetto.
"Non ho fatto colazione. Aspetta," dico, con una naturalezza che non lascia spazio a dubbi: mangiare è una priorità.
"Non puoi pensare sempre a mangiare," mi ordina, come se fosse il mio personal trainer.
"Non so se te l'hanno mai detto, ma il nostro organismo si nutre delle varie sostanze che si trovano dentro il cibo e senza si muore. Io ho fame, quindi mangio," rispondo, con una sicurezza che nemmeno un nutrizionista potrebbe contraddire.
"Muoviti," mi ordina, chiaramente non capendo il concetto di 'nutrizione'.
"Dovrei avere più fretta io che tu. A posto di darmi ordini, renditi utile e inizia a scegliere il menu. Considera le allergie di mia nonna, grazie," gli dico, lanciandogli un'occhiata per vedere se capisce l'urgenza.
"Non so se lo sai, ma anche questo è un ordine," ribatte, con un sorriso che grida "sono il capo".
"Esatto. Datti. Una. Mossa," dico, iniziando a mangiare, perché il mio cornetto non si mangia da solo.
"Non puoi darmi ordini!" si lamenta, come se fosse il protagonista di una tragedia shakespeariana.
"Si che posso. Muoviti o perdiamo ancora più tempo e abbiamo fretta, ricordi?" gli dico con un sorrisino, come se la situazione non fosse abbastanza surreale.
Lui sbuffa, si siede accanto a me e fa apparire carta e penna. Inizia a scrivere come se fosse un direttore d'orchestra, pronto a fare magie.
"Ha una scrittura indecifrabile," commento, cercando di leggere quello che ha scritto, ma è chiaro che è tutto un codice segreto.
"Mai quando la tua," dice, stampandomi un bacio, come se fosse una firma d'autore.
Vedo Matheo fare una faccia disgustata, e non posso fare a meno di ridere. Anche Bellatrix sta trattenendo le risate, perché a quanto pare la vita familiare in casa Black è una sitcom.
"Perché ridi?" mi chiede Tom, con la sua solita faccia da "serio e implacabile".
"Nulla," rispondo, continuando a ridere, perché la sua faccia è un programma comico che non smette mai di stupirmi.
"Non capirò mai come funzionate voi babbani," commenta, dandomi un altro bacio, come se volesse chiudere una giornata di pura magia.
"Mamma, è disgustoso," commenta Matheo, e io non riesco più a fermarmi dal ridere.
"Matheo, ti ho già detto che non devi parlare se non per cose importanti," lo rimprovera Tom, con tono autoritario.
"Se non doveva parlare, non gli davi la pozione," lo rimprovero io, con un sorrisino che mi tradisce.
"Non puoi schierarti dalla parte di un bambino!" sbuffa Tom, ma so che è solo una questione di tempo prima che cambi idea.
"Si che posso, e ora accompagnami o faremo tardi," dico, alzandomi e tirandolo dietro come un sacco di patate.

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Riddle's: A Strange Love
FanfictionRiddle's: a strange love (1) Tom Riddle si innamora di una babbana rapita per ucciderla. Non ostante litigi e incomprensioni, farà il possibile per proteggerla e averla con se.