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Quando mi sveglio, Tom è ancora addormentato. Cerco di alzarmi delicatamente, ma sento subito la sua mano fermarmi e mi ritrovo di nuovo contro il suo petto. "Buongiorno, piccola," dice con un sorriso sornione.

"Ti ho svegliato?" chiedo, preoccupata di averlo disturbato.

"No, andiamo a prepararci," risponde, non preoccupandosi affatto del tempo.

"Ok, vado a farmi la doccia," dico, iniziando a scivolare via dal letto.

"Senza di me?" chiede con un sorriso malizioso.

"Tom Orvoloso Riddle, sono le otto di mattina!" rispondo con tono esasperato, ma lui non sembra affatto impressionato.

"E allora?" ribatte, sollevandomi di peso e portandomi in bagno. Non mi lascia nemmeno il tempo di ribattere, e in un attimo siamo sotto la doccia, lui che mi insapona con calma, mentre le sue mani si muovono con delicatezza sulla mia pelle. Mi spinge dolcemente contro le piastrelle fredde mentre baciava le mie spalle, il suo corpo che si muoveva con una sicurezza che mi lasciava senza parole. Quando il momento si fa più intenso, mi ritrovo completamente coinvolta, ma un pensiero mi attraversa la mente.

"Tom, dovremmo finire di lavarci," dico, purtroppo interrompendo il momento.

"Sì, hai ragione," dice, ma non prima di lasciarmi alcuni segni d'affetto sul seno, i suoi baci morbidi e decisi. Dopo poco, ci prepariamo e, mentre mi infilo un vestito elegante chiaro con maniche a sbuffo, scendiamo in cucina.

Druella e Walburga sono già sedute a tavola. Quando entriamo, ci salutano con un semplice "buongiorno" e si alzano, lasciandoci in solitudine. Tom si prepara il suo solito succo, mentre io mi faccio un caffè con latte e aggiungo dei cereali al mio bicchiere.

"Che hai detto ai genitori di Dylan?" gli chiedo, curiosa di sapere come abbia gestito la situazione.

"Che l'ho trovato nel bosco mentre facevo una passeggiata. Il mio serpente gli ha lasciato il segno di un morso, e questa mattina Orion e Cagnyus sono andati a sistemare il corpo," mi spiega con un tono di calma glaciale. La situazione non è mai semplice, ma lui sembra averla presa con distacco.

Appena ci sediamo, Bellatrix entra con aria tesa, interrompendo il nostro momento tranquillo. "Mio signore," dice, la sua voce carica di gravità. "Devo darle una notizia. Io aspetto un bambino, un suo bambino."

Il silenzio cade improvviso, e la reazione di Tom non si fa attendere. "Che cosa?! Non è possibile!" grida, incredulo.

"Sono quasi al nono mese," spiega Bellatrix con una calma che contrastava con la tensione che stava salendo nella stanza.

"Non mi interessa!" urla Tom, e io, cercando di mantenere la calma, metto la mano sopra la sua. "Tom, non c'è bisogno di agitarsi," gli dico con tranquillità.

"Elisabeth, non ti intromettere. Questi non sono affari che ti riguardano," mi rimprovera con un tono gelido.

"Sì, invece," rispondo fermamente. "Visto che sarò la matrigna del bambino."

"Il bambino è di Bellatrix; di mio avrà solo il cognome. Chiaro?" Tom chiede a Bellatrix, che annuisce senza protestare. "Ora sparisci," le ordina, e lei se ne va senza una parola.

"Sul serio?! È tuo figlio!" lo rimprovero, ma lui mi guarda con occhi freddi.

"E avrà il mio cognome. Molto probabilmente vivrà qui, visto che Bellatrix è una Mangiamorte," dice con calma, come se stesse semplicemente facendo un elenco di fatti.

"Le avevo promesso che non ti saresti arrabbiato," dico con un sospiro, ma la tensione tra noi è palpabile.

"Tu lo sapevi?" mi chiede ancora una volta, più arrabbiato.

"Me l'ha detto ieri sera. A cena l'ho vista preoccupata e le ho chiesto se fosse successo qualcosa. Mi ha detto che era incinta di te," rispondo, cercando di spiegare la situazione.

"Elisabeth, non mi importa. Voglio un futuro con te. Bellatrix è solo una serva," dice, la sua voce finalmente più calma, mentre mi prende la mano e la posa sulla sua.

"Quando hai intenzione di dirlo a tutti, che ci sposeremo?" gli chiedo, cercando di alleggerire la tensione.

"Domani. Dopo il ballo," risponde con un sorriso tranquillo.

Annuisco e, prendendogli la mano, lo seguo in salotto, dove la casa è decorata per il ballo. Lucius e Alec sono seduti su una poltrona, e appena vedono me, Malfoy non perde occasione di fare una battuta.

"Non ci credo. Dovrò sopportare la babbana anche al ballo," mormora.

"E anche la mia famiglia," rispondo con un sorriso malizioso.

"Ti hanno restituito la lingua?" mi chiede con il solito tono sarcastico.

"A dire il vero, l'ho sempre avuta. Sai, Malfoy, penso che dovrai sopportarmi anche dopo il ballo," dico, facendogli una smorfia divertita.

Tom, che stava ascoltando la conversazione, mi fa una domanda. "Elisabeth, i tuoi hanno qualche allergia?"

"Mia nonna," rispondo subito. "Fumo, soia, conservanti, glutine, e è intollerante al lattosio."

"E cosa ci facciamo preparare?" mi chiede, facendosi già un'idea.

"Della carne o del pesce, ma niente crostacei, per favore," rispondo. "Lei è allergica."

"Vedrò cosa posso rimediare," dice con un sorriso, stampandomi un bacio sulla fronte.

"Tom, visto che è la vigilia, non devo studiare, vero?" gli chiedo speranzosa.

"No, non devi studiare," sbuffa, ma non sembra troppo contrariato.

Faccio un urletto di gioia. "Lo sai che ti amo, vero?" chiedo ironica.

"Altrimenti non staresti a girovagare per casa," risponde con il suo solito tono saccente.

"Che simpatico," dico, facendo una smorfia, per poi baciarlo con passione.

Riddle's: A Strange LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora