CAPITOLO 2

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Per una settimana non incrociai Julian né i miei appunti, non avevo intenzione di andare a cercarlo, utilizzai quelli di Rachel che, bene o male erano scritti bene e corretti; passò un'altra settimana e finalmente arrivò il mio compleanno, sarei tornata a casa per il weekend ma Rachel mi convinse a andare a ballare venerdì sera

-Sav, sei pronta? – mi guardai allo specchio un'ultima volta, dovevo ammettere che l'abitino nero che avevo scelto mi stava davvero bene

-arrivo subito- mi appuntai una ciocca di capelli dietro l'orecchio con una forcina di perle e uscì dalla stanza

-sei uno schianto- feci un giro su me stessa

-anche tu non sei niente male- la mia migliore amica indossava un top glitterato e una gonnellina nera, mi prestò le sue scarpe con il tacco che, secondo Rachel erano obbligatorie per andare in discoteca

-da stasera non ti servirà più il documento finto, sei contenta? – annuì e in poco tempo raggiungemmo il locale, la musica si sentiva fin dal parcheggio e dalle finestre uscivano fasci di luce colorata

-vieni, balliamo! – buttai giù lo shottino che tenevo in mano e raggiunsi Rachel, mi trascinò verso la pista e cominciammo a ballare, prima senza un senso logico ma poi prendemmo il ritmo

-buonasera Kane- mi voltai e un brivido mi corse lungo la spina dorsale mezza nuda, notai due occhi verdi che mi squadravano da capo a piedi, come fossero stati dei laser, sentì caldo

-buonasera Clark- non capivo perché non ci chiamavamo per nome ma non mi importava, ero quasi ubriaca dopo aver bevuto solo tre shot

-da quando frequenti questo locale? – prima che potessi ragionare su cosa dire le parole mi uscirono di bocca da sole, potevo benissimo chiederli di farsi gli affari suoi ma dissi la verità

-è il mio compleanno- dovetti urlare per farmi sentire

-ventuno giusto? – annuì e mi allontanai di mezzo metro

-io raggiungo Rachel- non aspettai una risposta, mi voltai e tornai dalla mia migliore amica che sembrava confusa da quanto accaduto, prima che potesse domandarmi qualcosa indicai il suo ragazzo dietro di lei

-c'è Nik- si voltò a guardarlo

-io vado a casa- mi guardò e poi controllò l'ora dal cellulare

-va bene, io torno con Nik- annuì e presi le chiavi dell'auto che mi stava porgendo, uscì dal locale e mi rintanai nella mia stanza, impostai la sveglia alle nove e mi addormentai.

-la festeggiata è arrivata! – raggiunsi gli altri in salotto

-Savannah! – abbracciai mia zia Kayla

-ciao zia- salutai zio Lee e Christian che ormai aveva quindici anni

-Sav, sei arrivata! Buon compleanno! – mi voltai appena in tempo per abbracciare la piccola Taylor, subito dopo arrivò anche Thomas, i gemelli erano identici a Lee e non erano più tanto piccoli, aiutai mamma e zia Kayla a cucinare rispondendo alle loro innumerevoli domande sulla vita al college, nel frattempo arrivarono zio Ryan e zia Katie con April e Dustin

-ecco i soliti ritardatari! – disse mio padre quando dall'auto parcheggiata sul vialetto scesero zio Alex, Zia Kimberly, Lewis e Michel, andai a salutarli

-auguri Sav- aiutai a portare la torta fatta dalla zia Kimmy dentro casa

-grazie zio- mi guardai attorno: in casa c'erano tutte le persone che amavo, la mia famiglia, non desideravo altro per il mio compleanno.

-come sta Rachel? – mi chiese mamma quando tutti furono andati a dormire, il mio sguardo vagò dalla mia vecchia stanza a lei

-benissimo direi- mi stampò un bacio in fronte

-buona notte amore mio- spensi la luce e mi sdraiai

-notte mamma-.

Il weekend passò velocemente e mi ritrovai ancora nella mia minuscola stanzetta dell'appartamento con la testa piegata sui libri, ero troppo stanca per concentrarmi sulla filosofia così andai in cucina, mi soffermai a guardare le foto con i miei zii e i miei cuginetti che tenevo appese sulla bacheca sopra alla scrivania, mi mancavano così tanto!

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