Capitolo 2

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Un raggio di sole colpì fastidiosamente il suo viso, e Lauren provò a voltarsi per evitarlo... Ma un corpo caldo e nudo, come lei, la teneva inchiodata al materasso. 

Camila.

Fu il suo primo pensiero. Ma non si trattava di lei. No, quello non era il suo odore. No, quello era odore di frutti rossi, un profumo di shampoo comune e tutto in quel corpo le fece pensare ad un'unica persona.

"Mani?" Chiese aprendo gli occhi, sconvolta. La ragazza di colore era accoccolata dietro di lei, con una mano sul suo addome nudo, e il seno schiacciato contro la sua schiena.

"Altri dieci minuti, Laur. Non rompere." Le rispose l'amica senza aprire gli occhi, con la frase che le ripeteva tutte le mattine.

La corvina tentò nuovamente di muoversi, provocando un lieve sfregare del suo culo sull'intimità dell'altra. Il contatto fece spalancare gli occhi di Normani.

"Laur?" Disse, mentre mollava la presa e allontanava il suo corpo da quello dell'amica. Il suo tono era teso, mentre realizzava. "Laur, cosa cazzo ci faccio nuda nel tuo letto?"

"Porca puttana, non lo so. Che cazzo abbiamo combinato?" 


L'autopompa si fermò, permettendo loro di scendere. Lauren individuò i tre veicoli. Camila era già intervenuta sul più vicino, tirando fuori una donna e tamponando con forza un'emorragia mentre il suo collega scaricava la barella dall'ambulanza. DJ invece si stava dirigendo verso la seconda auto. Una gomitata di Normani la risvegliò e la riportò alla realtà.

"Andiamo, Laur, tiriamo fuori quei poveracci. Ce la fai?" Le chiese con dolcezza mentre raggiungevano la terza auto, accartocciata.

"Si. È Solo... assurdo." L'amica annuì. Ne avrebbero parlato, ma sapevano entrambe che non era né il luogo né il momento adatto. 

Eseguirono l'intervento al meglio, tirando fuori le persone dai veicoli accartocciati e lasciandole alle cure dei sanitari. Il tenente decise di rientrare con l'autopompa, mentre l'ambulanza trasportava il ferito più grave in ospedale. Gli altri feriti erano stati stabilizzati dal team di Camila, e affidati ad altri mezzi di soccorso arrivati dopo di loro. A Lauren sembrò di sentirsi osservata mentre risaliva sul camioncino, e Normani ebbe la medesima impressione.

Appena rientrate in caserma, timbrarono e corsero fuori dall'edificio, rifugiandosi, in compagnia di Sam, a casa loro. Alla fine avevano accettato quella birra, ne avevano proprio bisogno. Ma il locale era diventato il loro appartamento, e la birra era diventata uno shot di whiskey... Tanti shots di whiskey.

Il silenzio iniziale era stato rotto da Sam.

"Allora, bimbe...Chi di voi due, mi spiega cosa diamine sta succedendo?"

Lauren e Normani svuotarono contemporaneamente l'ennesimo bicchierino, poggiandolo poi sul tavolino davanti a loro.

"Camz... La mia Camz..." Mormorò Lauren, già brilla. Gli occhi, già prima lucidi, le si riempirono di lacrime. Sam e Normani abbassarono lo sguardo, finché la mora non parlò.

"Sai che Camila era la fidanzata di Lauren, e DJ la mia. Stavamo insieme dai tempi del liceo, per entrambe era stato amore a prima vista. Siamo andate tutte e quattro a vivere insieme, nello stesso appartamento. Loro all'università, e noi all'accademia. L'ultimo anno, però, con le scelte delle specializzazioni, sono arrivati i problemi. Noi avevamo già scelto l'azione." Fece un sospiro, perdendosi nei ricordi. "Loro erano... spaventate. Erano spaventate per noi. Non riuscivano a pensare ad altro. E noi ci sentivamo..."

"Soffocate." Concluse Lauren. "Volevamo soltanto il loro sostegno, non continue prediche, lezioni su ustioni, traumi da schiacciamento e tutto quello che avrebbe potuto accaderci durante il lavoro. E da lì sono nate le discussioni."

"Alla fine discutevamo per qualsiasi cosa. Pasta? No, noi vogliamo la carne. Cinema? No, andiamo a vedere la partita."

"Capisco. E poi cos'è accaduto?" Chiese Sam, buttando giù una manciata di patatine.

"Loro hanno avuto delle proposte di lavoro a Miami, e noi qui, a New York. E come al solito, nessuna ha ceduto."

"Ma le amate ancora..." 

"Si, ma l'amore non è tutto. Non basta voler creare una famiglia, non basta avere progetti di matrimonio." Scosse la testa Lauren. Riprese la bottiglia per riempire i tre bicchierini vuoti. 

"Laur... Non reggerò ancora per molto." Avvisò Sam, portandosi il bicchiere alle labbra.

"E qual è il problema? Dormi qui."

"In effetti non sarebbe la prima volta. Il divano però è scomodo, voglio un letto."

"Ok, ti lascio il mio... Dormirò io con Lauren."

"Voi si che siete delle amiche." Continuò Sam.

Ripresero a bere, arrivando poi a stento a letto. Normani non si ricordava di aver iniziato a piangere, ma ricordava Lauren che le asciugava le lacrime e l'abbracciava. E poi era successo tutto all'improvviso. Quei baci dolci sulle guance si erano trasformati in qualcosa di più passionale. Normani si era ritrovata a cavalcioni sull'amica, che le teneva le mani sul culo. I gemiti, le carezze sempre più intense, fino al darsi piacere a vicenda. E quando erano all'apice, entrambe avevano mormorato i nomi delle proprie ex. Finito l'amplesso, avevano ceduto al sonno.


"Porco cazzo." Lauren si passò una mano tra i capelli, sintomo di nervosismo. "Noi abbiamo bevuto un sacco e poi abbiamo"

"Scopato." Concluse per lei Normani. "Laur, questo deve rimanere tra noi due, giuramelo."

"Puoi scommetterci. Non è mai successo." Si fissarono imbarazzate, prima di voltarsi dall'altra parte e iniziare a rivestirsi in fretta. "Vado a fare il caffè, ne abbiamo davvero bisogno." La corvina lasciò rapidamente la propria stanza da letto. Come le era saltato in mente di andare a letto con la sua migliore amica? Ok, erano entrambe ferite ed estremamente ubriache, l'aver rivisto le proprie ex le aveva sconvolte, ma ora la situazione era ancora più complicata di prima.

Camila.

Perché era lì, a New York? Sapeva che lei si era trasferita in quella città da quasi...

Tre anni, cazzo.

Era quello il tempo intercorso dal loro ultimo incontro/scontro. Da quando si erano urlate addosso di tutto e di più. Da quando avevano distrutto definitivamente il loro rapporto e il loro futuro.

E ora ricompare. Così, d'improvviso. Nella mia cazzo di caserma, nel mio fottuto turno. Non può essere una coincidenza. Non esiste.

L'aroma del caffè bloccò i suoi pensieri incasinati, almeno momentaneamente. Avrebbe dovuto fare i conti con quella situazione, prima o poi.

Meglio poi, ora ho ancora i postumi della sbronza e non voglio nemmeno pensarci.

"Posso... averne un po'?" Chiese Normani alle sue spalle, con voce titubante. Lauren chiuse gli occhi, cercando di cancellare i flash della notte precedente. Si obbligò a voltarsi con un sorriso, e le porse una tazza.

"Certo... Buongiorno Mani." Disse, facendo ricominciare idealmente la sua giornata da lì.

"Bu-buongiorno Laur."

I Have Questions - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora