Capitolo 6

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Lauren uscì dall'ufficio del capitano con un peso in più sul petto. Normani l'aspettava nei paraggi, facendo finta di sistemare delle manichette. Le fece cenno di seguirla nel magazzino, e la corvina la seguì, passandosi una mano tra i capelli.

"Cosa voleva il capitano? Sei uscita con una faccia..."

"Voleva sapere chi ti stavi scopando nello spogliatoio!"

"Cosa? Oh cazzo, mi licenzierà! Porca troia!" Si agitò l'amica, prima di intravedere il sorriso vendicativo di Lauren. "Stronza, non è vero, giusto?"

"Che stavi scopando è vero, purtroppo ho avuto modo di appurarlo con questi miei poveri occhi." Commentò lei, con un pizzico di acidità.

"Sai a cosa mi riferivo." Indicò con la testa l'ufficio dal quale l'amica era appena uscita.

"Peggio che andar di notte." Scosse la testa, facendo ondeggiare i capelli che teneva sciolti sulle spalle. "Ha notato che siamo molto distaccati dal gruppo dei sanitari e..."

"E vuole che leghiamo?" Concluse Normani al suo posto allibita. "No, non ci credo."

"E invece si. Sembra che abbia detto la stessa cosa anche a quel Zac, quindi dovremo passare del tempo insieme a loro. Certo, per te non sarà un problema, no?" Di nuovo quel tono acido. Normani alzò lo sguardo al cielo, prima di provare a parlarle.

"Laur, sai quello che provo nei confronti di DJ. E sai che per me è impossibile resisterle..."

"Tu non ci provi nemmeno!" Sbottò la corvina, dandole le spalle per cercare di calmarsi. Fece dei respiri profondi, poi continuò con voce più calma. "Camila ha provato a parlarmi, ma non gliene ho dato la possibilità, anche se è stato difficile per me. Comunque, la vita è tua, il cuore pure. Se sei pronta a rivivere tutto quello, se sei pronta a rimetterti in gioco, a soffrire con lei e per lei, fa pure. Non sarò io a fermarti." Sospirò, chiudendo gli occhi mentre i ricordi venivano a galla ancora una volta.



"Lauren, cazzo! Fermati!" La cubana le afferrò il polso per cercare di non farla andare via. Ignorò la pioggia fredda che le stava inzuppando dopo che erano uscite dal locale.

"No, Camila, io me ne vado. Tu resta pure qui a fare la cretina con Shawn, non ho intenzione di assistere a queste scene ridicole ed umilianti." Disse la corvina, cercando invano di asciugarsi il volto.

"Stiamo solo parlando dei corsi, cosa c'è di tanto ridicolo?"

"Cosa? Il fatto che ti sbavi addosso, innanzitutto. È ridicolo che io debba assistere a tutto ciò."

"Sai cosa? Sei tu, ad essere ridicola, Lauren. Tu e la tua stupida gelosia!"

"Non dovrei essere gelosa se quel coglioncello non facesse il cretino tutto il tempo. E tu che fai? Ridi? Gli sorridi quando ti tocca? Ti rendi conto?"

"Te l'ho detto mille volte, Shawnie è solo un amico, sa che stiamo insieme."

"Beh, non mi sembra affatto." Il tono di voce le uscì molto più basso del normale.

"Cosa?" Chiese spiazzata la cubana, lasciando la presa sul polso dell'altra.

"Non... non lo so, ok?" Le si ruppe la voce, non riuscì a continuare a parlare.

"Cosa, Laur? Non ti sembra che Shawn lo sappia? O non ti sembra che stiamo insieme?" La corvina alzò finalmente lo sguardo nel suo. Non era solo la pioggia a rigarle il viso, ora era mischiata alle sue lacrime. Si rendeva conto che era arrivata ad un bivio, ed era il momento di affrontarlo.

"Entrambe." Disse dopo un lungo silenzio, abbassando lo sguardo. Il bruciore di uno schiaffo in pieno viso le fece riportare la testa in alto. "Non ci credo. Non l'hai fatto sul serio." Mormorò sconvolta.

"Cosa, questo?" Camila la schiaffeggiò nuovamente, e ancora e ancora e ancora. Lauren le bloccò le mani quando si accorse che la cubana aveva perso il controllo. Ormai stavano piangendo entrambe, singhiozzando sotto la pioggia. "Stai buttando tutto nel cesso, Laur."

"Non credo che sia tutta colpa mia. Mi dispiace, Camz. Non posso più andare avanti così. Io... io non ce la faccio più."

"Ti prego, non dire così. Abbiamo dei sogni da realizzare insieme, i bambini, il matrimonio... Non può finire così." 

"Già, erano dei bei sogni, e sono destinati a rimanere tali. Mi dispiace, davvero. Staremo meglio, lontane l'una dall'altra." Nonostante cercasse di essere forte, il cuore di Lauren era spezzato come quello di Camila, che continuava a scuotere la testa, senza avere la forza di parlare. Le mancava l'aria, le sembrava di soffocare.

Lauren le accarezzò la guancia un'ultima volta, prima di lasciarla andare. "È la cosa migliore per entrambe, te ne renderai conto anche tu. Starò in un hotel finché non troverò una nuova sistemazione. Addio, Camz."

"No, non andartene Laur." Annaspò Camila. "Non mi lasciare." Pregò ancora una volta, allungando una mano verso di lei, sperando che la prendesse. Aveva bisogno di un tocco, di sapere che non lo stava facendo realmente. "Io ti amo." Tentò alla fine. Si rese conto che quelle parole le risultavano sconosciute negli ultimi tempi. Avevano speso tutto il tempo a litigare, a scontrarsi per qualsiasi cosa. Chiuse gli occhi, rendendosi conto che forse la corvina aveva ragione, e abbassò la mano lungo i fianchi. Lauren non l'avrebbe stretta, in ogni caso.

"Anche io ti amo. Ma a volte, l'amore non basta." Detto questo, la corvina si allontanò sotto la pioggia scrosciante, senza girarsi, lasciando la cubana immobile e scossa dai singhiozzi. Se l'avesse vista, avrebbe perso la sua fermezza. Era la cosa giusta. Si stavano solo logorando.

Si era lasciata andare in un pianto inconsolabile solo quando si allontanò con la sua auto, diretta verso quella che era la loro casa, per prendere le sue cose e non rivederla più per molto, molto tempo.



"Laur?" Normani le si avvicinò, poggiandole una mano sulla spalla. Lauren si riscosse, si accorse delle lacrime che le rigavano il volto e le asciugò.

"Va tutto bene, è che... averla qui sta risvegliando tutti i ricordi, e il dolore."

"Non potresti darle un'altra possibilità? Siamo tutte maturate ora, magari andrà diversamente."

"O magari stavolta tutto questo ci ucciderà. Non riuscirei ad affrontarlo di nuovo." 

Normani capì che insistere era inutile. "Ok, lo rispetto. Di cosa voleva parlarti Camila?"

"Non lo so, e non voglio saperlo. Non le ho dato modo di dirmelo."

"Ehi puttanelle, la smettete di leccarvi la figa a vicenda?" La voce di Ty fece alzare gli occhi al cielo ad entrambe. "Potreste pensare anche un po' a me... Che ne pensate di farmi un servizietto?" Si propose il tenente mettendo un braccio attorno alle spalle di Normani e uno attorno a quelle di Lauren.

Si scrollarono l'uomo di dosso simultaneamente, senza riuscire a trattenere delle smorfie di disgusto.

"Fai schifo Ty." Esclamò Normani, molto più delicata rispetto all'amica.

"Ficcati un dito nel culo e pensaci da solo a te stesso." Fortunatamente il tenente rise, trascinando le due in una sonora risata interrotta dalla solita voce che annunciava.

EMERGENZA AL 1024 DI BARE STREET, INCENDIO IN UN CONDOMINIO. RICHIESTO SUPPORTO SANITARIO.

I Have Questions - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora