Capitolo 23

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Camila si svegliò in paradiso. Era tra le braccia di Lauren, immersa nel suo profumo idilliaco, persa nel suo calore confortevole. La corvina la teneva stretta per la vita, e poteva sentire il suo respiro regolare. Il suo torace si alzava e si abbassava ritmicamente, facendo si che la cubana sentisse il suo seno tra le sue scapole, morbido e tanto, tanto allettante. Col bacino poteva invece sentire il fuoco che ardeva tra le cosce di Lauren. Restò in quella posizione, immobile, con la paura di svegliarla e rompere quella magia.

Osservò Angy, che durante la notte si era allontanata leggermente da lei, probabilmente per cambiare posizione. Normalmente l'avrebbe raggiunta nel sonno. Ma, normalmente, non c'era Lauren incollata a lei. E Camila voleva di più, solo un po' di più. Voleva capire se aveva sempre lo stesso effetto sulla corvina, ed egoisticamente voleva sentirla come una volta. Spinse il sedere contro il centro di Lauren, sentendola subito gemere di piacere. Sorrise, richiudendo gli occhi già soddisfatta.

"Stronza." Le mormorò piano Lauren nell'orecchio.

"L-Laur?" Chiese agitata la cubana, senza osare muoversi. "S-sei s-sei"

"Sveglia? Si..." La sua voce roca era fottutamente eccitante. "Ti piace ancora giocare, eh, Cabello?" Le chiese prima di stringerle forte il seno, facendole morire il fiato in gola. "Dovrei proprio punirti, ma ho paura che possa piacerti troppo." I capezzoli della cubana, sotto il leggero tessuto della maglietta che indossava, si inturgidirono subito. Lauren ne approfittò per stringerli tra pollice e indice, aumentando sempre più l'intensità.

"Mamme?" Una vocina le indusse a fermarsi. "Ho fame."

"Buongiorno, piccola. Ora mamy andrà in cucina a prepararci la colazione, vero Camz?" Chiese Lauren, mentre sotto le lenzuola strizzava ancora un po' il capezzolo di Camila, che strozzò un gemito.

"S-si." Rispose lei, restando però immobile. Non poteva, non voleva mettere nemmeno un centimetro di distanza da Lauren.

"Cosa aspetti?" La stuzzicò Lauren, che non aveva ancora lasciato la sua presa.

"M-magari Angy v-vuole dormire un altro po'." Sperò che fosse così, ma la piccola scosse la testa, fissandola.

"Mamy, perché sei tutta rossa?" Chiese la piccola con innocenza.

"P-perché fa c-caldo, amore. La-la mamma è bollente." Soprattutto tra le gambe. Improvvisamente sorrise. Potevano giocare in due a quel gioco. Strofinò il suo sedere nuovamente sull'intimità dell'altra, ma con molta più forza di prima, sentendola soffocare un gemito. Sapeva quanto l'altra amasse il suo culo, e il contatto con esso.

"Ok, ok, tregua." Le disse Lauren dopo qualche istante, lasciando la presa sul suo seno.

Angy stava scendendo dal letto, così anche Camila la seguì, allontanandosi dalla corvina. Quando si chinò per prendere le ciabatte, una sonora pacca sul culo la fece gemere forte. Alzò gli occhi spaventata, ma si tranquillizzò vedendo che sua figlia era già per il corridoio, ignara di tutto.

"Ma sei impazzita? Avrebbe potuto vedere." Disse sottovoce, spaventata, girandosi verso la sua ex.

"Stai zitta, che l'hai adorato." Il sorrisino soddisfatto di Lauren la sconvolse. Non che non avesse ragione. Lo testimoniavano le sue mutandine già leggermente umide. Si voltò prima che l'altra potesse accorgersi che stava arrossendo, raggiungendo la bimba in cucina, e sperando di riprendere a respirare normalmente.

Lauren si stiracchiò soddisfatta sul letto, con un sorriso malizioso stampato sul viso, prima di rendersi conto di tutto. Spalancò gli occhi, sconvolta. Che cazzo ho fatto? Porca puttana!

Quando si era svegliata con la sua Camz tra le braccia, aveva pensato fosse un ricordo, ma nei loro ricordi, Angy ancora non era nemmeno in programma. Poi aveva pensato ad un sogno, ma le sensazioni che le suscitava l'altra le erano sembrate davvero reali. Solo quando aveva sentito Camila svegliarsi, e poi sfregare piano il culo addosso a lei, aveva capito che era la realtà... E si era lasciata prendere dal momento. Dio, il mio corpo ha appena tradito il mio cervello.

Perché il suo corpo lo sapeva, lo sapeva bene che amava ancora la cubana, nonostante il suo cervello tentasse di negarlo, o di costringersi a farlo. E il suo corpo, allo stesso modo, sapeva che la desiderava come non aveva mai desiderato nessun'altra. Ma non posso rovinare quello che si sta creando. Devo farmi perdonare. Imbarazzata da morire, si alzò e raggiunse la mamma di sua figlia in cucina. Erano entrambe sedute con una tazza di latte e cereali davanti. Sul tavolo, accanto a sua figlia, un'altra tazza con dentro i cereali, il latte a parte e una tazza di caffè ancora fumante. Lauren sorrise, perché Camila aveva ricordato che odiava i cereali troppo molli. Erano le piccole attenzioni che l'altra le dedicava, a farla impazzire. Passò dietro le due, sfiorando il fianco della sua ex e abbassandosi per sussurrarle nell'orecchio.

"S-scusa per prima, non avrei dovuto." Vide Camila arrossire nuovamente, mentre si mordeva le labbra. Le diede un bacio sulla guancia, facendo la stessa cosa anche con Angy, e raggiungendo poi i suoi cereali.


Camila finalmente tornò a lavoro. Amava prendersi cura degli altri, e soprattutto, amava vedere Lauren tutta sudata. Le ispirava sesso selvaggio.

"La smetti di mangiartela con gli occhi?" Sobbalzò, prima di riconoscere la voce di Zac.

"Ehi, bellimbusto." Lo salutò, tirandogli una spallata che non lo smosse di un centimetro, mentre la sua spalla ebbe una fitta di dolore. "Ouch." Mormorò, massaggiandola piano. Il ragazzo continuava a fissarla, malizioso.

"Devi dirmi qualcosa, bimba?"

"No, nulla. E tu? Hai già trovato il tuo daddy?"

"Vuoi stare zitta?" Le disse, mettendole una mano sulla bocca e guardandosi attorno allarmato.

"Oh, andiamo, almeno il 70% degli uomini qui presenti sono gay, o bi. Vuoi dirmi che non hai notato i comportamenti di Harry, Liam, Zayn, Louis e Niall?!? Non ho ancora capito bene chi si scopa chi, ma di etero in quel gruppo c'è ben poco!"

"Si, ma quelli sono troppo incasinati... Sono stanco delle solite storielle di una sera, da una scopata e via. Voglio qualcosa di vero."

"Mhhhh... E che mi dici di Sam?"

"L'amico di Lauren?" Chiese dubbioso.

"Oh Gesù, Zac. Devi farti riparare quel cavolo di gay-radar, non ti funziona per nulla!" Disse esasperata la cubana, alzando gli occhi al cielo.

"M-ma m-ma"

"Non lo trovi sexy?" Si mise dietro di lui, mentre entrambi fissavano l'uomo, che rideva e scherzava con la corvina mentre lavoravano. Gli occhi di Zac luccicavano, mentre osservava il corpo scolpito dell'altro. "Esattamente." Camila si sentiva un po' come il diavoletto e l'angioletto che si posizionavano sulle spalle delle persone indecise. "Se non ci vai tu, vado a parlargli io per te."

"Co-cosa? N-no, vado io." Disse, senza spostarsi di un millimetro.

"Su, forza." Lo spinse la cubana, non solo con le parole. Finalmente il ragazzo si avvicinò al collega, e rimasero a parlare per qualche minuto, finché non tornò da lei con un sorriso stampato sul viso. "Allora?" Gli chiese, entusiasta.

"Allora domani sera usciamo, in quattro." Le confessò, imbarazzato, prima di continuare di slancio. "Le altre due persone siete tu e Lauren." Camila restò immobile. Prima era successa quella cosa nel letto con la sua ex, e ora dovevano andare ad un appuntamento? Qualcuno lassù si sta divertendo a prendermi in giro.

"Non sei serio." Gli disse minacciosa.

"Oh, si che lo sono." E il suo sguardo sicuro non mentiva.

"Io ti ammazzo, è già tutto così strano!"

"Tutto cosa?" Le chiese il ragazzo, sentendo puzza di bruciato. Alzò un sopracciglio, in attesa di risposte.

"Sta zitto, Zac!" Lo spintonò via, allontanandosi velocemente per rifugiarsi in cucina, già agitata per quella novità.

I Have Questions - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora