Lauren entrò nell'auto elegante che l'aspettava, ma il suo umore non era quello che ci si aspetta per un'uscita romantica.
"Ciao, piccola."
"E-ehi, Olivia." Mormorò prima che la donna la baciasse sulle labbra. Non riuscì a ricambiare il bacio, e l'altra si allontanò rapidamente, mentre la scrutava, interdetta.
"Va tutto bene?"
"S-si." Mentì, nonostante sapesse di non essere molto convincente. "Vedi, mia figlia ha avuto una crisi, non voleva che uscissi." Rivelò parte di verità.
"Mocciosi... Loro e i loro stupidi capricci!" Sbeffeggiò la donna, provocando una punta di rabbia nella corvina, che irrigidì la mascella.
La verità è che, oltre al pianto inconsolabile di Angy, aveva visto la tristezza e la rassegnazione nello sguardo di Camila. La cubana non le aveva detto nulla, se non di divertirsi, ma la cosa che più desiderava Lauren era restare a casa con sua moglie e sua figlia. Oddio, ho appena pensato alla mia ex come 'mia moglie'. Sto impazzendo.
Mentre era occupata in questi pensieri, l'avvocato era ripartito, facendo iniziare ufficialmente il loro appuntamento. La donna fu di parola, la serata fu contornata da pizza e cinema. Fortunatamente era facile intrattenere una discussione con lei, e al cinema non c'era bisogno di parlare.
Ma quando furono nella sala buia, tra le ultime file, la donna fece scivolare la sua mano sulla gamba di Lauren, sempre più su. La corvina cercò di spostarla, ma la donna le sorrise.
"Tranquilla, non se ne accorgerà nessuno, basta che tu sia silenziosa, piccola..." Le disse prima di sbottonarle il bottone dei suoi jeans, e cercare di abbassarle la zip.
Lauren quasi saltò sulla poltroncina del cinema, e le spostò decisa la mano che cercava di avventurarsi tra le sue mutandine.
"Olivia, no." Disse a bassa voce, ma decisa. Non voleva assolutamente fare una scenata nel cinema, ma non voleva nemmeno essere scopata lì da lei. Né da un'altra parte. Realizzò che voleva essere scopata solo da un persona, la proprietaria di quegli occhi marroni che la denudavano all'istante. La sua Camila.
"Oh, andiamo!" Sbuffò la donna. "Cosa c'è che non va in te? Nessuna rifiuta mai di essere scopata così. Non ti eccita farlo in pubblico?"
"Non è questo..." non sapeva se confessare o meno i suoi sentimenti per la propria ex fidanzata.
"È per colpa sua, vero? La madre di tua figlia? Ti sta convincendo a riprovarci?"
"No, Olivia, non è così." Lauren negò, anche se con un grande senso di colpa.
"Non dire stronzate, bellina, l'ho capito subito quando hai cambiato idea sulla custodia... Ma fattelo dire, ti stai facendo manipolare da quella donna. Vuoi essere il suo burattino? Beh, accomodati!" L'avvocato si alzò, lasciandola in piena confusione nella sala proiezioni.
Lauren era rimasta di sasso, aspettò qualche minuto, sperando che la donna tornasse. Quando capì che era stata mollata nel bel mezzo di un appuntamento, si alzò dal sedile per uscire fuori. Rabbrividì nell'aria gelida stringendosi nel cappotto leggero. In giro c'era poca gente, non si vedeva l'ombra di un taxi. Prese il cellulare per chiamarne uno, ma si accorse che la batteria era completamente scarica.
"Perfetto." Mormorò, alzando le braccia e facendole poi ricadere sui fianchi. "Mi tocca camminare." Si disse, avviandosi verso il proprio appartamento, che non le era mai sembrato tanto lontano.
Arrivò a casa un'ora e mezza dopo, completamente fradicia. Naturalmente doveva anche piovere a dirotto. Aveva riflettuto per tutto il cammino, alcuni taxi le erano passati accanto, ma lei se ne era accorta solo quando erano già lontani.
Amava Camila, nonostante tutto. E voleva viversi a pieno la sua famiglia. Doveva soltanto iniziare a fidarsi nuovamente della cubana. Capire se le cose erano realmente cambiate. Aprì la porta d'ingresso, beandosi del calore che le arrivò, e della vista. Sul divano, Angy rideva e saltellava sulle gambe di Camila, che aveva le lacrime agli occhi dalle tante risate. È questo che voglio nel mio futuro.
"Mamma, sei tornata!" La piccola la risvegliò dal suo stato di torpore.
"Laur, sei zuppa. Cos'è successo?" Le chiese preoccupata la cubana, raggiungendola. "Ti prenderai un brutto raffreddore, se non ti togli questa roba di dosso." Disse, sfilandole il cappotto. "Ti riempio la vasca, hai bisogno di un bagno caldo."
Lauren, zuppa e incantata, la seguì in bagno, mentre una curiosa Angy andava dietro le sue due mamme.
"Posso fare il bagno con mamma?" Chiese ingenuamente.
"Angy, aspetta il tuo turno." Camila quasi rise alla domanda della figlia.
"Perché no?" Intervenne Lauren, divertita. "Ci sono abbastanza bolle per tutte, no?"
"Anche per mamy?" Le due adulte arrossirono alla domanda... Entrambe sentivano il cuore accelerare. La piccola alternava il suo sguardo supplicante tra le due, sorridendo quando le vide entrambe togliersi i vestiti.
Lauren e Camila si spogliarono piano, mentre la vasca si riempiva, senza staccare gli occhi da quelli dell'altra. Lauren entrò per prima nell'acqua calda, lasciando che per un attimo si sommergesse anche la testa, e risalendo subito. Gli occhi di Camila non l'avevano abbandonata nemmeno per un attimo, così come i suoi tornarono immediatamente su di lei.
Camila prese in braccio Angy, passandola alla corvina, prima di immergersi a sua volta di fronte a loro. Chiuse gli occhi, resistendo alla tentazione di avvicinarsi e farsi cingere dalle braccia di Lauren. Una Lauren nuda e ancora fottutamente attraente come tre anni prima. Tirò la testa indietro, cercando di rilassarsi nel calore dell'acqua.
"Mamy, facciamo vedere alla mamma i nostri giochi?" Lauren rise all'espressione imbarazzata di Camila, prima che quest'ultima aggiungesse la famiglia di papere galleggianti e altri giochi da bagno.
Mentre Angy giocava, le due continuavano ad osservarsi. Fu così che le videro Normani e Dinah, che le cercavano preoccupate, rompendo l'atmosfera che si era creata.
"Oh, beh, wow." Disse Normani, imbarazzata, mentre le due adulte cercavano di coprirsi il più possibile con le bolle e con le mani.
"Non era di certo questo, quello che mi aspettavo!" DJ rise, trascinando fuori la sua fidanzata. Erano entrate per cercare Camila, credendo di trovarla sola e depressa, non certo nuda e in compagnia di Lauren e loro figlia. "Le Camren regnano ancora." Ribadì prima di chiudersi la porta alle spalle.
"Che significa?" Chiese la bambina, incuriosita.
"Oh, è solo un soprannome che la zia DJ ha dato a me e alla mamma, unendo i nostri nomi." Rispose dolce Camila, alzandosi dalla vasca e allungando le braccia per tirare fuori anche lei. Lauren lasciò il suo sguardo vagare sul corpo nudo e bagnato dell'altra, apprezzandolo come sempre, mentre l'altra si voltava per avvolgere la bimba in un morbido asciugamano, e poi fare lo stesso col proprio corpo.
"Mi piace. Perché non mi fate una sorellina, così la chiamiamo Carmen?"
Le due quasi si strozzarono simultaneamente.
"N-non è c-così facile, amore." Rispose la cubana.
"Già... Ci vuole un po' di tempo per fare un bambino, e non è detto che sia una femminuccia." Continuò Lauren, lasciando Camila di sasso.
"Oh." Si imbronciò la piccola. "Allora iniziate a farlo, io voglio una sorellina per Natale." Mancavano meno di tre settimane a quella data. Le due donne iniziarono a ridere.
"Amore, credo che ci vorrà un po' di tempo in più... Magari per il prossimo Natale..." Disse la corvina, uscendo anche lei dall'acqua. Notò lo sguardo ipnotizzato di Camila, prima che la stessa le porgesse un asciugamano. La ringraziò silenziosamente, mentre l'altra portava la piccola a letto.
"T-ti aspettiamo di là." Disse, uscendo dal bagno.
Lauren si asciugò velocemente i capelli, volendo raggiungere le due il prima possibile. Entrò in camera che Angy teneva a stento gli occhi aperti.
"Notte, mamma. Notte, mamy."
"Buonanotte, amore." Risposero le due, prima di fissarsi negli occhi. Lauren si sistemò poi dietro Camila, stringendola per la vita come amava fare da sempre, e si addormentò con la sua famiglia tra le braccia.
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I Have Questions - Camren
FanfictionLauren e Normani hanno cominciato una nuova vita a New York, dopo aver abbandonato Miami a causa della rottura con le loro fidanzate, Camila e Dinah. Ma il destino decide che è ora di riunire il gruppo.