Capitolo 20

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Camila ed Angy dormivano da circa un'ora, e ormai anche Lauren stava quasi per lasciarsi andare al sonno. Nel dormiveglia sentì un gemito, e inconsciamente sorrise, riconoscendolo. Ma si accorse che non era un gemito di piacere.

Spalancò gli occhi, improvvisamente agitata, girando lo sguardo sulla sua ex, che iniziava a tremare violentemente. Aveva la testa buttata all'indietro, si vedevano soltanto le sclere degli occhi, mentre le pupille dovevano essere rovesciate all'indietro.

Istintivamente prese in braccio Angy per evitare che potesse farsi male, correndo fuori dalla stanza. La prima che vide fu Ally, e la richiamò a gran voce per svegliarla. La bionda, che dormiva sul divano, si svegliò subito allarmata.

"Lauren? Che succede?"

"Camila ha le convulsioni, tieni Angy." Le disse, mettendole la figlia in braccio ancora profondamente addormentata. Corse poi in camera di Normani, spalancando la porta senza premurarsi di bussare.

"LAUREN! CHE CAZZO?!" L'aggredì DJ, cercando di coprirsi, visto che era nuda a cavalcioni di Normani che le stringeva le tette.

"Camila ha le convulsioni." Disse, uscendo per correre di nuovo in camera sua. Sentì dei passi alle sue spalle, raggiungendo la cubana che tremava più forte di prima.

DJ, che aveva infilato una maglietta al volo, la controllò da lontano, raggiungendo poi la sua borsa. Ne tirò fuori una siringa che velocemente infilò nel braccio della cubana.

"Cosa le fai?"

"Valium, dovrebbe farla smettere."

"Da quanto ne soffre? Sono crisi epilettiche, giusto?"

"In realtà non si sa, le è capitato solo una volta, quando era incinta di quattro mesi, poi non si è più ripetuto. Le hanno fatto degli esami, ma trattandosi di un caso isolato non si può parlare di epilessia." Spiegava la bionda, controllando che l'amica respirasse correttamente, mentre molto lentamente la crisi iniziava a passare. "Ma per sicurezza, le ho detto di tenere sempre del Valium in borsa, e meno male che per una volta mi ha ascoltata."

"Oh, ok... Pensi che sia dovuto allo shock di oggi?"

"Credo di si, Lauren." Dinah sospirò, ripensando a quello che avevano visto poche ore prima. "Lei ha sempre negato, ma sono quasi certa che anche la prima volta fosse stata aggredita... Aveva dei lividi, e i medici avevano visto anche delle lesioni..."

"Quel bastardo... Lo deve denunciare." Strinse i pugni. Avrebbe voluto averlo di nuovo davanti, per dargli quello che si meritava. Si toccò poi la mascella dolorante, sentendo la rabbia aumentare.

Riportarono lo sguardo su Camila, ora finalmente la crisi convulsiva era passata.

"Mila... Ehi, Mils..." La scosse Dinah, cercando di svegliarla.

"Lasciala dormire." Le consigliò la corvina, dolcemente.

"No, devo assicurarmi che non abbia avuto danni." Continuò la bionda, scuotendo la cubana. A quelle parole Lauren era rimasta congelata, non ci aveva proprio pensato a un'evenienza del genere. E non voleva pensarci, assolutamente no.

"C-che... Che su-succede?" Chiese lentamente Camila, aprendo gli occhi. Si guardò intorno, notando tutte le donne in camera con lei, preoccupate. Anche Ally le aveva raggiunte, osservando il tutto dalla porta. "Angy?" Chiese preoccupata, guardando alla sua sinistra e cercando la piccola con lo sguardo per tutta la stanza.

"È sul divano che dorme tranquilla." La rincuorò Ally, sorridendole caldamente.

"Camz, hai avuto una crisi." Le spiegò Lauren, sedendosi sul letto accanto a lei. Era rimasta incantata dal fatto che il primo pensiero fosse stato per la figlia. Le accarezzò la fronte, sentendola sudata. La cubana abbassò la sguardo, tentando di mostrarsi fredda e di evitare il discorso che sapeva sarebbe arrivato.

"Non è nulla. È tutto passato, vedi?"

"Mila, ora riposati, ne riparliamo domani mattina." L'assecondò DJ, conoscendola.

"Vado a prendere Angy." Disse Lauren, uscendo dalla camera. Sapeva che Camila non avrebbe riposato senza la figlia accanto... Ed egoisticamente, anche lei non voleva rinunciare al contatto con la più piccola.


Ci misero un po' di tempo a convincerla, ma alla fine Camila capì che la cosa migliore era denunciare Matthew. L'accompagnarono in centrale, dopo aver lasciato Ally ed Angy al nido.

In auto raccontarono a Lauren che era proprio lì che avevano conosciuto la biondina, era lei a prendersi cura della bimba, e lo faceva anche quando loro erano impegnate a lavoro. Quando poi Ally si era messa alla ricerca di una nuova casa, la cosa era stata spontanea, e si era unita alle altre. In fin dei conti, erano diventate grandi amiche.

Il racconto aveva alleggerito l'atmosfera almeno fino all'arrivo in centrale di polizia. Fatti tre passi nell'atrio, si incrociarono con una delle persone che Lauren desiderava non incontrare più.

"Camila! Che piacere vederti, sono contenta che stai bene. Cosa ti porta qui?"

"A-Ariana, ciao... Io... Io dovrei..."

"Deve denunciare un uomo che l'ha aggredita." Intervenne Lauren, per rompere il gioco di sguardi tra le due, riuscendoci. Infatti la poliziotta guardò lei, anche se lo sguardo non era di certo amichevole.

"Mi dispiace tantissimo, piccola. Vieni, mi occuperò io di te." Disse, passandole un braccio sulle spalle. "Voi potete attendere qui." Intimò, sentendo dei passi alle sue spalle. La portò alla sua scrivania, raccogliendo la sua testimonianza, e facendo qualche domanda ogni tanto.

La poliziotta scoprì così anche della figlia di Camila e Lauren, e si fece mostrare una sua foto. La cubana si sentì rassicurata dalla donna, che lasciò infine il suo posto dietro la scrivania per essere più vicina a lei. Le prese la mano dolcemente, accarezzandogliela.

"Non preoccuparti, non ti accadrà più nulla, ci penserò io a tenerti al sicuro." Le sorrise, mentre la cubana arrossiva sotto al suo sguardo. "Permettimi di esserci per te, Camila." La pregò quasi, portandola ad acconsentire piano con un cenno della testa. La poliziotta sorrise, mentre inconsciamente esultava.

"Se te la senti, sono ancora in debito con te di una cena..."

"Oh, ma non devi..."

"Non devo, ma voglio! Che ne dici di questa sera?" alzò le sopracciglia, aspettando una risposta.

Camila si sentiva messa all'angolo, dopo l'aggressione avrebbe voluto solo starsene tranquilla a casa con sua figlia, e magari con Lauren... Ma si sentì costretta ad accettare.

"Passo a prenderti alle nove." Le disse, riaccompagnandola dalle sue amiche. Le diede un bacio sulla guancia, fin troppo vicino all'angolo delle labbra, prima di salutare allegramente le altre donne. "A dopo, piccola." La salutò, prima di ritornare a lavoro.

Dinah, Normani e Lauren la fissarono in attesa di delucidazioni, facendola solo arrossire di più. Lauren sentì un moto d'ira, mista a gelosia, bruciarle nel petto, ma si astenne dal commentare. Al contrario di Dinah.

"Bene, bene, bene... Qualcuno qui ha un appuntamento romantico, stasera!"

I Have Questions - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora