Capitolo 36

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Erano le undici di sera, Camila e Lauren dormicchiavano accoccolate. Dei colpi risuonarono decisi sull'uscio di casa.

"Camz, ci pensi tu alla porta?" Lauren si voltò dall'altra parte nel letto, dando le spalle alla sua compagna, in dormiveglia.

"Come se avessi altra scelta." Borbottò Camila, ironica, scendendo dal letto e rabbrividendo per l'aria fredda. "Che poi chi diavolo è a quest'ora?" Indossò la vestaglia, stringendosela addosso mentre rabbrividiva dal freddo.

"Beh, è la vigilia di Natale, sarà Babbo Natale."

"Che bussa? Certo, come no!" ironizzò la cubana, uscendo dalla camera. Magari erano le ragazze, che dovevano ancora rientrare con sua figlia dopo averla portata fuori. Dio, è tardissimo, Angy dovrebbe essere a letto da almeno due ore. Ora le strozzo.

Aprì la porta infuriata, restando congelata alla vista del suo peggior incubo. Il ghigno di Matthew fu l'ultima cosa che vide prima del colpo alla testa, che la deprivò dei suoi sensi. Le arrivarono solo sfumate le parole di Lauren.

"Camz, cos'è stato?" Poi per lei ci fu solo il buio.

La corvina aveva sentito un leggero trambusto e il suo cuore aveva iniziato a battere velocemente, mentre una sensazione di panico ed urgenza si impossessava di lei. Si tirò su, non senza dolori e uno sforzo immane, alzandosi sulle stampelle che stava utilizzando da qualche giorno.

"Camz?" Riprovò a chiamare, preoccupata da quel silenzio. Voltandosi verso la porta, vide la figura di un uomo che la guardava, ironico. Lo riconobbe subito, nonostante l'avesse intravisto solo poche volte, diversi anni prima. Un brivido di paura le scosse le spalle. Si guardò intorno, preoccupata, cercando Camila.

"Cosa ci fai qui? Dov'è Camila?" Gli chiese, tentando di sembrare più arrabbiata di quanto fosse spaventata.

"uhm... La piccola Mila sta facendo un riposino, prima di venire via con me. Nel mentre, però, potrei divertirmi con te..." Disse, lascivo, avanzando un passo verso di lei. D'istinto, Lauren fece un passo indietro.

"Perché invece non ci lasci in pace, eh? Lascia stare Camila, dimenticati di lei!"

"Oh, sai... Non ne ho voglia... E poi voi due siete così belle..." La raggiunse velocemente, mentre lei arretrava fino ad arrivare con le spalle contro il muro. "Ho sempre sognato di scoparvi entrambe, e finalmente stasera realizzerò il mio sogno..." Le sue viscide dita le raggiunsero il viso, accarezzandoglielo. Lauren represse il senso di disgusto e cercò di allontanarsi quanto più poteva.

"Toglile le mani di dosso, pezzo di merda." La voce di Camila gli fece voltare la testa giusto in tempo per vedere un gran vaso che si abbatteva sulla sua testa. L'oggetto si frantumò in miriadi di pezzi, lasciando l'uomo ancora in piedi, seppur leggermente confuso. Lauren gli assestò una potente spallata, sbilanciandolo all'indietro, prima di colpirlo forte con la stampella che la sorreggeva, mettendolo definitivamente ko.

"Che diavolo...?" La voce di Normani riempì la stanza, prima che la ragazza si rendesse conto della situazione, rapidamente. "Ally, porta la bimba di là e chiama la polizia. DJ, tu resta qui, abbiamo un aggressore da sorvegliare."

Le due annuirono prontamente, eseguendo gli ordini dell'autoritaria Normani.

"State bene?" Chiese Dinah, notando la scia di sangue ancora fresco sul volto della sua migliore amica.

"Ora si." Rispose Camila, avvicinandosi alla propria compagna mentre fissava i suoi profondi occhi verdi.


"Devo ufficialmente scusarmi con voi." Ariana fissò le due, che a loro volta guardavano l'uomo che, ammanettato, saliva sull'auto della polizia. "Ho perso la testa, ma non ti avrei mai fatto del male." Le ultime parole erano rivolte a Camila, che continuava a sorreggere Lauren dalla vita.

La cubana annuì, senza però esprimersi ulteriormente. Era stanca, e aveva solo voglia di tornare a letto con la sua famiglia. Al caldo.

"E scusami anche tu, Lauren, per aver dubitato di te. Anche nelle tue condizioni, sei riuscita a proteggerla."

La corvina si voltò a fissare la sua ragazza, sorridendo. "Si è protetta da sola, e a dire il vero ha protetto anche me." Ammise, con un senso di orgoglio nei confronti della cubana.

"Ci siamo protette a vicenda." Concesse Camila, ricambiando il sorriso della sua fidanzata, mentre il suo fiato si condensava in piccole nuvolette bianche.

"Seppur a malincuore, devo ammetterlo: siete una bella squadra. Ora vado, se avete bisogno di qualcosa chiamatemi, dovrò pur sdebitarmi in qualche modo."

"Grazie, Ariana." Camila lasciò il fianco di Lauren per lasciarle un bacio sulla guancia. La poliziotta chiuse gli occhi per un istante, sospirando.

"Ciao, Camila." Disse con un tono lievemente malinconico, prima di salire sull'auto della polizia. Le donne guardarono l'auto allontanarsi con i lampeggianti blu accesi che nella notte erano quasi ipnotizzanti. Il riflesso fece alzare lo sguardo a Lauren, e sul suo viso si stampò un enorme sorriso.

"Abbiamo tre buone notizie. Ci siamo tolte dai coglioni Matthew una volta per tutte; la tua spasimante è rinsavita ed ha accettato la sconfitta..." Camila la fissò in attesa della terza notizia.

"E...?"

"E il primo Natale come una vera famiglia, lo trascorreremo sotto la neve."

"La neve?" Camila alzò gli occhi, meravigliata dai fiocchetti che lentamente iniziavano a scendere dal cielo. Provò l'impulso di correre di sopra per svegliare sua figlia, ma lo sguardo di Lauren la fece bloccare. Si avvicinò con le labbra al lobo della sua fidanzata, e con voce roca le parlò nell'orecchio.

"Beh... Magari le buone notizie saranno quattro..." Disse, prendendola per mano mentre si avviava all'interno del palazzo.

Pochi minuti dopo, erano in quella che era diventata a tutti gli effetti la loro camera da letto. Angy dormiva con le sue zie, mentre Camila spingeva dolcemente Lauren sul letto, iniziando a spogliarsi. Le pupille di entrambe erano dilatate dall'eccitazione e dall'aspettativa.

La cubana si denudò completamente, prima di fare lo stesso con la sua compagna. Gli occhi di Lauren non lasciavano il suo corpo per niente al mondo, mentre l'altra lo univa al suo.  Il movimento complementare dei due bacini le fece sospirare entrambe di piacere, mentre Camila portava piano due dita all'ingresso dell'altra. Lauren copiò il gesto, aspettando un cenno da parte della sua ragazza.

Il suo sorriso sereno le bastò per entrare con delicatezza dentro di lei, mentre Camila faceva lo stesso. I gemiti risuonavano per tutta la stanza, mentre facevano l'amore, raggiungendo presto il picco più alto. L'orgasmo le travolse nello stesso momento, facendole tremare di piacere.

Camila si appoggiò sul corpo dell'altra, mormorando qualcosa che Lauren non capì.

"Cosa hai detto, Camz?"

La cubana tirò su la testa per fissarla negli occhi, sorridendo timidamente.

"Ho detto: sposami." Aspettò una reazione dall'altra, che sembrava congelata sul posto. Così riprovò. "Lauren, vuoi essere mia moglie?" Ci fu un attimo di silenzio, mentre la corvina riprendeva a respirare.

"Si! Si, cazzo." Quasi urlò dalla gioia. Camila la zittì con un bacio appassionato, prima di rifare l'amore con lei per la seconda volta quella notte. E una terza.

I Have Questions - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora