Capitolo 9

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Lauren mise piede in caserma con il solito borsone pronto per il turno di notte, scrollandosi di dosso il freddo e l'umidità di quella tipica serata invernale. Si sentiva carica, si era allenata la mattina e aveva riposato al pomeriggio. Ora ho solo bisogno di un caffé. Pensò, guardandosi intorno. Gran parte dei colleghi era già lì, che si preparava per il turno nei modi diversi. Normani la seguì al piano superiore, pronte alla loro routine che prevedeva caffé in grandi quantità, e se andava tutto bene, una cena riscaldata e un po' di tv.

Entrarono in cucina, trovandovi già Camila e Dinah. Quest'ultima porse alla cubana una tazza fumante, di cui sembrava avere tremendamente bisogno. Sembra sfinita. Cosa diavolo ha fatto?  La corvina si prese del tempo ad osservarla. Aveva le mani a reggere la testa, le spalle incurvate, e dei cerchi neri sotto agli occhi. Dinah le portò una mano dietro la schiena, accarezzandogliela in modo confortevole, prima di accorgersi di loro due e tirarla velocemente via.

Vorrei capire perché si stanno comportando in modo così strano... Ci stanno nascondendo qualcosa? Ma voglio davvero saperlo? No, in realtà credeva di non volerlo. Probabilmente la cubana aveva provato a dirglielo qualche giorno prima, quando si erano scontrate nella piccola palestra a pochi passi da lì, e lei non aveva voluto darle quell'opportunità. Perché la verità è che sentiva ancora qualcosa per Camila, ma non era pronta a provarci di nuovo. A rischiare di soffrire di nuovo. Scacciò quei pensieri, raggiungendo la brocca del caffé e storcendo il naso vedendola vuota. Era una regola non scritta di non lasciare mai la brocca vuota, soprattutto durante il turno di notte.

"Stavo per rifarlo. Dammi." Le disse Dinah con leggera freddezza, leggendole nel pensiero. Mi era mancata anche lei. Pensò Lauren, rimanendoci un po' male per il tono utilizzato dalla bionda. Ma DJ era sempre stata molto protettiva nei confronti di Camila.



"Jauregui!" Quasi ringhiò la bionda di fronte a lei, trascinandola in una stradina nelle vicinanze di casa sua. Sembrava un agguato bello e buono.

"Dinah Jane, ciao." Le rispose dubbiosa la corvina, svegliandosi finalmente del tutto.

"Ciao un corno! Ti sembra il modo di comportarsi?" L'aggredì l'altra.

"Eh?" Chiese confusa.

"Prima la baci e poi non ti fai sentire per due fottuti giorni? Non ti permetterò di far soffrire la mia piccola Mila."

"I-io non... non volevo farla soffrire." Balbettò Lauren, dandosi uno schiaffo mentale sulla fronte. Era davvero stata così stupida? L'occhiataccia della più alta la spinse a continuare a parlare. "Innanzitutto è stata lei a baciarmi." Specificò, facendo stupire la ragazza di fronte a lei. "E poi, volevo solo evitare di essere... oppressiva! Darle del tempo..." Disse sinceramente. DJ alzò gli occhi al cielo.

"Aveva ragione Mani, a volte sai essere così stupida! Camila ha aspettato una tua chiamata o un tuo messaggio per tutto il week end."

"Ehm... Potrei aver fatto la stessa cosa." Confessò imbarazzata, incassando la testa tra le spalle. La ragazza le si avvicinò, facendole alzare lo sguardo.

"Ok, hai tutto il tempo di farti perdonare. Ma vedi di non fare cazzate, Jauregui. Ti tengo d'occhio!"

"Ehi, potrei dirti la stessa cosa. Che intenzioni hai con Mani?" Si difese Lauren, riprendendo sicurezza. La bionda di fronte a lei, arrossì di colpo, perdendo tutta la sua sfacciataggine e non riuscendo a risponderle. "Cazzo se sei cotta!" Scoppiò a ridere Lauren, coinvolgendola nella sua risata. Alla fine si abbracciarono, facendo un patto. Non avrebbero fatto soffrire le due ragazze di cui erano più che cotte. O almeno ci avrebbero provato.



DJ le porse la tazza di caffé appena fatto, lanciandole uno sguardo strano. Forse anche lei si era persa nel ricordo dell'inizio della loro strana amicizia. Lauren la ringraziò con un gesto della testa.

"Vi dispiace se utilizziamo la cucina per prime?" Chiese DJ, prima di fare un sorso della bevanda scura.

"No, ci scalderemo qualcosa dopo, tranquille." Rispose Normani, dirigendosi infine verso la sala relax con la corvina. Si accomodarono sui divani, facendo zapping e chiacchierando, mentre in cucina Camila e Dinah si scambiavano degli sguardi eloquenti.

"Cosa hai in mente, furbetta?"

"Ajiaco." Disse semplicemente. Anche DJ sapeva quanto Lauren amasse quel piatto, soprattutto se cucinato dalla sua amica.

"Uhm, vuoi prenderla per la gola?"

"Ogni metodo è buono, se questo mi aiuterà a riprenderla. E poi non le lascerò mangiare 'qualcosa di riscaldato'." Fece un sorso di caffé, sperando le donasse le energie di cui aveva bisogno, e si mise all'opera, sperando vivamente che non ci fosse nessuna emergenza quella notte. Era dannatamente stanca, non dormiva da più di due giorni. Quando la cena fu pronta, portarono pentolone e piatti in sala relax, guadagnandosi le occhiate dei loro colleghi.

"Ragazzi, questo è un piatto cubano, cucinato secondo la ricetta originale della mia abuela. Ce n'è per tutti." Era stato lo stomaco di Lauren a brontolare? Camila represse un sorrisino, mentre iniziava a riempire i piatti e a farli passare. Quando arrivò quello per la corvina, glielo porse personalmente, fissandola negli occhi.

Lauren era tentata di non accettarlo per una sorta di orgoglio, anche se dentro di sé sapeva che avrebbe probabilmente potuto uccidere per riassaporarlo ancora una volta. Sentì gli occhi del capitano su di sé, così si costrinse ad accettarlo. Dentro di sé, invece, gongolò, mentre l'odore le causava l'acquolina in bocca. Camila si sentì soddisfatta quando la vide assaporare il pasto, chiudendo gli occhi per apprezzarlo, e si accomodò su un altro divano, accanto a DJ.

A fine pasto, tutti si congratularono con lei, e alcuni dei ragazzi si offrirono di lavare i piatti al posto loro, così restarono silenziosamente a guardare la tv.

Dopo alcuni minuti, Lauren si voltò leggermente per sbirciare la cubana, e si stupì di vederla profondamente addormentata, con la bocca leggermente aperta e la testa riversa sulla spalla della sua migliore amica. Sospirò, ripensando alla prima volta che l'aveva vista addormentata, e a tutto quello che era successo prima di quel momento, lasciandosi cullare da quel dolce ricordo.


CONTINUA...

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