Capitolo 5

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Quel pomeriggio Lauren si era rifugiata in palestra, sfogava i suoi sentimenti repressi nella corsa da già mezz'ora quando la porta si aprì. L'ultima persona che sperava di incrociare era a pochi metri da lei, in shorts e canottiera, e la fissava come se fosse stata un bignè nel quale affondare la lingua. Cazzo... 

Quel semplice pensiero, e quello sguardo affamato, la eccitarono oltremisura, scombussolandola. Mise male un piede sul tapis roulant e rischiò di dare una facciata al pannello dei comandi. Riuscì a riprendersi giusto in tempo per evitare di fare una figuraccia. Intravide il sorrisino soddisfatto di Camila, e dentro di lei esplose la rabbia. Chi cazzo pensa di essere?

Spense rapidamente il tappeto, asciugandosi la fronte sudata con il suo piccolo asciugamani, portandoselo poi dietro al collo. Prese il resto della sua roba e si apprestò ad uscire dalla piccola palestra. Camila non si era mossa di un passo, e continuava ad osservarla attentamente. Per cercare di uscire fu obbligata a passarle accanto.

La leggera presa sul suo braccio la destabilizzò, non era convinta che fosse reale così abbassò lo sguardo per realizzare che la cubana stava realmente toccando la sua pelle. Riprovò quella sensazione di bruciore che aveva sempre provato quando lei la sfiorava. Solo lei. Il suo orologio, che segnava i battiti, salì precipitosamente dai 90 tenuti durante alla corsa, a 140.

"Lo, dobbiamo parlare." Sussurrò Camila. Improvvisamente le sembrava timorosa, quasi spaventata. Ma non quanto lei.

"No. Non voglio avere nulla a che fare con te. Siamo semplici colleghe, non c'è altro." Disse, cercando di restare fredda e liberandosi della presa dell'altra con una rapida ma netta scrollata. Raggiunse la porta senza voltarsi indietro, nonostante dentro di sé sentisse il bisogno di scusarsi e di dirle che le sue parole erano dettate soltanto dalla rabbia.

"È importante, Lauren!" Tentò ancora una volta la cubana, senza cercare nessun contatto questa volta.

La corvina scosse le spalle. Non era pronta ad ascoltarla.

"Bene!" La voce di Camila era alta e leggermente stridula, e la costrinse a fermarsi, ma non si voltò a fronteggiarla. "Ricordati queste parole, io le ricorderò." Le sue parole suonarono come una minaccia.

"Come ti pare." Lauren finse indifferenza, allontanandosi velocemente dalla sua ex. La verità era che si sentiva morire già solo alla vista di Camila, e non era pronta a parlarle. Figuriamoci sentire il suo tocco sulla sua pelle. Raggiunse rapidamente lo spogliatoio. Aveva bisogno si sentire l'acqua bollente scorrerle sul corpo per lavare via il sudore, la fatica e contemporaneamente i dubbi e le sensazioni che aveva appena sperimentato.

Aprì la porta dello spogliatoio e restò di sasso a fissare Normani e Dinah che si baciavano con passione. Poi si accorse delle mani delle due rispettivamente nei pantaloni dell'altra e lentamente richiuse la porta, sperando di cancellare quell'immagine dalla mente. Era un disastro, un fottuto disastro. Chiuse gli occhi, venendo travolta dai ricordi.



"Mani, andiamo dai. Stai bene." Disse Lauren, fissando poi la sua immagine allo specchio. Non era soddisfatta dal suo look e si sentiva estremamente agitata.

"Anche tu stai bene, Laur. Non essere nervosa." Le disse l'amica sorridendo. "La Cabello cadrà ai tuoi piedi."

"Non ne sarei così sicura. Non so nemmeno se ha capito che questo è un appuntamento." Si morse un labbro insicura, rivivendo la mattinata. 

Quando la cubana aveva attraversato le porte del liceo, gli occhi di tutti gli studenti si erano puntati su di lei. Non capitava spesso che nel bel mezzo dell'anno scolastico uno studente cambiasse liceo. Era bellissima, e la corvina si chiese se fosse tutto un sogno. Il suo sorriso imbarazzato era disarmante. Si era voltata verso di lei, chiedendole timidamente informazioni, e Lauren, si era tirata un pizzicotto prima di risponderle. Si era offerta di aiutarla, sperando che la ragazza non si fosse accorta del suo stordimento iniziale. Così si erano trovate a trascorrere gran parte della giornata insieme, rendendosi conto di andare molto d'accordo. E alla fine, Lauren si era sbilanciata, trepidante ed agitata. Nessuno in quel liceo, tolta Normani, sapeva della sua preferenza per il sesso femminile. 'Che ne dici di mangiare una cosa insieme, stasera?' 

Camila le sorrise, annuendo. 'In realtà avevo già un impegno con un'amica. Porto anche lei? Che ne dici?' 'O-ok, magari chiedo anche a Normani.' Lauren si rifugiò in calcio d'angolo. E così l'appuntamento si era trasformato in - cosa? Un appuntamento a quattro? O una semplice uscita tra amiche?

"Laur? Andiamo. Dovrei essere io quella nervosa, magari viene con una etero." 

"Magari è anche lei etero!" Si preoccupò la corvina, alzando la voce e portandosi le mani tra i capelli.

"Lo scopriremo, se andremo a questo appuntamento. Su! Su!"

E così avevano raggiunto le due ragazze che le aspettavano direttamente in pizzeria, e tra Normani e Dinah sembrò accendersi subito una forte sintonia. Si divertirono parecchio, ma la corvina non riusciva a capire che tipo di interesse avesse Camila nei suoi confronti. Alla fine della serata, si offrì di riaccompagnare tutte con la macchina che sua madre le aveva permesso di utilizzare per la serata. La prima a scendere fu Dinah, ringraziando per la bella serata e lanciando uno sguardo a Normani. Quest'ultima decise di fare gli ultimi chilometri a piedi e scese con Dinah. Lauren e Camila si scambiarono uno sguardo divertito, e quando lo riportarono all'esterno dell'auto videro Normani raggiungere DJ, che si stava voltando verso di lei, e baciarla con passione.

"Decisa la tua amica, eh?" La prese in giro la cubana prima di voltarsi verso di lei.

"Ehm, s-si." Lauren non sapeva cosa dire, invidiava la sua migliore amica che se ne fregava di essere azzardata a volte. Mantenne lo sguardo sulle sue mani sul volante.

"Mh... Tu non lo sembri, invece..." Camila sembrò riflettere, prima di aggiungere. "Quindi, non hai intenzione di baciarmi?"

La corvina alzò la testa di scatto, fissandola quasi spaventata e senza fiato. "I-i-io..."

"Allora dovrò essere io quella decisa, tra noi due." Camila pronunciò queste parole molto lentamente, mentre si avvicinava al suo volto. Lo sguardo le cadde sulle labbra dell'altra, mentre inumidiva le sue attirando l'attenzione di Lauren proprio lì. Si fermò a pochi millimetri da lei, cercando un segnale dall'altra mentre i loro respiri si mescolavano. Fu la corvina ad eliminare le ultime distanze, assaporando dolcemente la morbidezza di quelle labbra, mentre Camila le portava le mani tra i capelli e le chiedeva l'accesso con la propria lingua. Quel bacio aveva cambiato tutto nella loro vita, ogni altro primo bacio era stato paragonato a quello, e nessuno aveva retto mai il confronto.



Lauren fu riportata alla realtà da un rumore di passi nelle sue vicinanze.

"Jauregui. Cosa sta facendo?"

"Uhm signore, sto per... per andare a fare la doccia, capitano." Pregò che le due all'interno dello spogliatoio avessero sentito.

"Bene. L'aspetto tra dieci minuti nel mio ufficio."

"Si signore." Aprì la porta degli spogliatoi, entrando per non destare sospetti e chiudendo velocemente la porta dietro di sé. Gli sguardi colpevoli di Mani e DJ mentre si rivestivano, parlavano da soli. "Non una parola." Portò la mano a bloccare qualsiasi tentativo di parlare.

Si spogliò e rapidamente entrò in doccia, sperando che l'acqua lavasse via tutti i suoi pensieri.

I Have Questions - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora