Capitolo 3

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Nicholas's Pov
Guardai le truppe davanti a me marciare, e poi guardai mio padre alla mia destra, ormai era diventato troppo anziano per poter guidare l'esercito senza combattere e toccava a me farlo. A soli vent'anni sarei andato in guerra, c'è chi va a solo dieci anni in guerra, mi ricordai, ma non ero pronto. Gli uomini migliori si erano schierati dalla parte di Icaria, dalla parte di mio padre, e dalla mia, era normale che i principi andassero in guerra per la gloria e l'onore, solo che io non volevo combattere per l'onore di mio padre, ma per il mio. Ero figlio unico di una lunga stirpa di re, se non avrei combattuto avrei disonorato la mia famiglia e mi sarei fatto vedere come un codardo agli occhi di Ares, quando a quindi anni presi l'anello di suo padre dalla sua tomba. Ero accecato dal dover rendere gloria a mio padre, di dover per forza prendere tutti e cinque i gioielli, ma lei è furba, per cinque anni mi è scappata, ha conservato quella collana con sua figlia non facendola allontanare dalla loro isola. Ora invece ha mandato sua figlia in guerra, mi chiedo il perché abbia aspettato così tanto prima di esporla, lei sa che mio padre vuole la collana, ma è come protetta da un'incantesimo, se non sarà lei a darcela non potremmo prenderla. Per mio padre il potere è tutto, ha persino smesso di amare mia madre per esso, anche se non sono sicuro che l'abbia mai amata.

Quando le truppe finirono di marciare e ascoltarono ciò che voleva dire mio padre, un discorso di incoraggiamento, parlò dicendo che vinceremmo la guerra, che il potere sarebbe tornato finalmente a Icaria, ma a che prezzo? Uomini morti, donne che piangono i loro mariti defunti, e i bambini che aspettano i loro padri che non rivedranno mai più. Lui non conta tutto questo, pensa al potere, e per il potere che scoppiano le guerre, perché un uomo vuole sovrastare l'altro. Mio padre, io e alcuni nostri consiglieri arrivammo alla sala del trono, mio padre prese posto nel trono riservato a lui, e io alla sua destra, seduto a guardare gli uomini importanti davanti a me.

"In molti non ritengono che suo figlio possa essere il capo" parlò per primo quello che riconoscei fosse un consigliere del re Perseo.

"Sciocchezze. Mio figlio è pronto" mi guardò in attesa che dicessi qualcosa, mi schiarì la gola e lentamente mi alzai sotto lo sguardo di tutti.

"Penso che debba essere Perseo il capo" dissi e vidi lo sguardo di disapprovazione di mio padre.

Mi dispiace, ma non sono ancora pronto, avrei voluto dirli, ma restai in silenzio.

"Così sia, Perseo sarà il nostro capo in questa guerra e tutti noi dobbiamo esserli fedeli" disse guardandosi intorno mentre parlava, nel mio viso apparve un sorriso divertito. Quanto può durare questo? Due mesi? Forse tre, ma poi gli uomini si stancheranno di essere comandati da lui e gli si rivolteranno contro.

"Che mi dite della principessa di Creta? Io e i miei uomini non parteciperemo se lei non sarà con noi" disse un uomo in mezzo alla folla, un urlo di approvazione si espanse per la sala.

"State calmi" ritornò a parlare il consigliere placcando le urla con un gesto della mano.

"Eracle e Ermes sono andati a prenderla" parlò guardando gli uomini che annuirono.

"Siete sicuro di quello che dite? È una ragazza" prende parola mio padre dubbioso, con una mano sul mento e con l'aria perplessa.

"Conosce il nostro nemico, sa combattere molto meglio di alcuni uomini, e non dimentichiamoci di chi è figlia. Hel, regina di Creta. A differenza di tutti voi io ho il coraggio di dire che lei è molto più potente di alcuni uomini presenti in questa stanza" si guardò intorno scrutando alcuni re e principi.

"Sua figlia erediterà il suo posto quando tornerà dalla guerra, sarà più potente della regina Hel, grazie alla sua collana, voi, re Icaro, dovreste conoscerla. Dico bene?" guardò mio padre con un sopracciglio inarcato porgendoli la domanda, in tutta risposta lui annuì non parlando minimamente.

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