Olivia's Pov
C'è una parola che deriva dal latino, e si chiama Nike. È anche il suo nome, il nome di mio fratello, o almeno fratellastro, avuto da mio padre e dalla principessa Iris, ha tre anni meno di me. Quando mia madre mi portò via da mio padre avevo due anni, lo avevo visto tra le braccia di Iris, appena nato, i suoi occhi erano scuri, ma vivaci, cercavo di scappare dalla stretta di mia madre per andare da lui, ma fu tutto inutile, mia madre mi portò su Creta la quale era diventata regina grazie alla stirpe a cui apparteneva. Non l'ho più rivisto, quando i commercianti approdavano a Creta mi facevo dare delle informazioni sul principe di Fotia, non mi interessava di mio padre, ha tradito mia madre per Iris e ha riconosciuto Nike come suo figlio, se fossi stata io al posto di mio fratello sono sicura che non mi avrebbe riconosciuto. Dicevano che stava bene, cresceva sotto la protezione di mio padre, cercava di farlo diventare il figlio che non ha mai avuto, educato, forte e fedele a suo padre, cosa che non potevo essere, in quanto il mio adorato padre riteneva le donne inferiori, si sbagliava. Mia madre era la regina di Creta e i re la temevano per il suo potere, ma i pochi avevano il coraggio di riconoscerlo."Voi dovete essere il principe Ermete" parlai facendo girare i due ragazzi, uno dai capelli biondi e gli occhi azzurri, e l'altro dai capelli neri e gli occhi color pece, uno girato di spalle e l'altro seduto sul letto.
"E voi dovete essere il principe Nike di Fotia" abbozzai un sorriso rivolto al ragazzo seduto sul letto, mi guardò, ma non parlò. I suoi occhi erano più cupi e non illuminati come me li ricordavo, i suoi capelli mossi e scompigliati e il viso non più di un bambino, ma bensì di un'uomo. Il ragazzo si girò e prese finalmente parola, dopo avermi scrutato.
"E voi siete?" inarcò un sopracciglio e sorrisi alla sua domanda.
"Olivia" mi presentai, ma poi mi ricordai di non aver detto tutto.
"Principessa Olivia di Creta" dissi il mio nome completo e il ragazzo non fu sorpreso.
Lo sapeva. Sapeva chi fossi, ma ha fatto finta di niente.
"Cosa posso fare per voi?" domandò e il mio sguardo andrò istintivamente su Nike, ma poi lo riposai sull'altro ragazzo che mi stava guardando con attenzione, fin troppa.
"Eracle mi ha parlato di voi" feci qualche passo intorno guardandomi in giro con riluttanza. Sentivo i loro sguardi addosso, soprattutto quello di Ermete, sospettava di me, pensava fossi qui per fare qualcosa di male.
"Dice che siete uno dei migliori in battaglia" continuai, e vidi un'arpa nel lato della tenda. L'aria che avevo lasciato a Fotia, l'arpa di mia madre, sorrisi, ma poi ripremei quel sorriso poco dopo. Non dovevo destate sospetti, non è ancora tempo per dire chi sono, lui non mi conosce, lo so, mio padre non parlerebbe di due persone che ormai ha reclutato come morte.
"Mi domandò se sia la verità" mi girai verso Ermete, avevo uno sguardo e rigido, che non potesse dare sospetti.
"State dubitando delle mie abilità?" le braccia incrociate al petto, gli occhi azzurro come il ghiaccio e impassibili.
"Vedete" feci un passo in avanti ritrovandomi il suo viso senza emozioni di fronte a me.
"Ci sono gli uomini e uomini. Uomini che darebbero la vita per la gloria e uomini che darebbero la vita per la famiglia. Mi domando quale siete. Non mi dovete rispondere, credo di averla già intuita" lanciai un'occhiata a Nike seduto sul letto, ci osservava in silenzio, senza dire una parola.
"Ma non sono venuta per questo, Eracle vi sta cercando" dissi facendolo sbuffare.
"Non potevate dirlo prima?" domandò spazientito. Le mie parole lo irritavano, e questo è un bene.
"Che divertimento ci sarebbe stato?" inclinai il capo d'un lato e tornai a sorridere con provocazione, un'altra volta prima che potesse rispondermi e tornai a parlare.
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Nike
FantasyDimenticate tutto ciò in cui credete, dimenticate la vostra vita, le nuove tecnologie, le amicizie e gli amori. Dimenticate ciò che vi sta a cuore e ciò che odiate, dimenticate tutto e svuotate la mente. Ora non dovreste vedere niente, giusto? Adess...