Capitolo 18

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Olivia's Pov
Sangue e i corpi dei soldati uccisi, vedevo solo questo da quando la guerra era iniziata. Vedere gli occhi vuoti degli uomini mi metteva ancora più paura della morte. Le navi andavano e tornavano da Creta fino a Tracia, erano molte di più e io ogni sera, prima che le navi partissero mettevo una rosa bianca a ogni uomo. Speravo che loro riposassero in pace, e volevo farli sapere che le loro famiglie stavano bene, che erano al sicuro e che non avrebbero avuto problemi di nessun tipo. Un giorno per sbaglio, senza volerlo avevo sfiorato la mano di un uomo e avevo avuto accesso a tutti i suoi ricordi, avevo staccato la mano appena avevo potuto, ma ero stata troppo invasa da quei ricordi. Ero crollata a piangere senza nemmeno accorgermene, il mio corpo tremava e i miei respiri erano irregolari. Lei voleva che vedessi quei ricordi, voleva dirmi qualcosa, forse voleva che io vedessi i suoi ricordi per avvertirmi del pericolo che correvo stando qui. Zeus mi aveva già avvertito, sapevo quali erano le conseguenze rimanendo a Traccia e sapevo quali erano le conseguenze per aver disubbidito al padre degli dei.

Zeus non mi aveva più chiamato per parlarmi da quando Nicholas si era nascosto tra gli alberi per sentire la nostra conversazione, ma sapevo che non avrebbe tardato a chiedere ad Alexis di dirmi di andare nel bosco. Se doveva fare del male a qualcuno o punirlo doveva farlo con me, Alexis o Nicholas non c'entravano niente, ero io l'artefice di tutto questo, ero io che sono tornata da Nicholas, e sono sempre io che dovevo pagarne le conseguenze.

Guardavo Olimpia che si specchiava e guardava il suo riflesso con occhi vuoti. Le avevo portato delle rose bianche e continuava a guardarsi allo specchio con occhi persi.

"Olimpia" la richiamai e lei lentamente girò lo sguardo, ero nella soia della tenda da ben dieci minuti intenta ad osservarla in silenzio.

"Ho bisogno che mi prometti una cosa" camminai verso di lei, mentre avevo il suo sguardo attento puntato addosso.

"Qualsiasi cosa succeda, se le cose si dovessero mettere per il verso sbagliato, tu devi tornare a Creta senza di me" mi sedetti sul letto e vidi il suo sguardo diventare preoccupato.

"Cos'è successo Olivia?" chiese ansiosa.

"Non è successo niente" scossi la testa, non volevo farla preoccupare.

"Non me lo chiederesti se non fosse successo niente" continuò e vidi nei suoi occhi della paura.

"Ho fatto una cosa, e non mi vergogno nel dire che lo rifarei altre mille volte" abbassai lo sguardo per un momento, per poi alzarlo poco dopo.

"Cos'hai fatto Olivia?" domandò angosciata.

"Olivia, per favore, dimmi cosa ti succede" mi pregò prendendomi la mano nella sua quando abbassai lo sguardo.

"Ho disubbidito a un'ordine di Zeus" parlai a voce bassa non volendo ammettere di fronte a lei che avevo sbagliato.

"Olivia" mi richiamò contrariata alle mie parole.

"Perché ti ostini a volerli stare accanto? Troverai altri uomini che ti apprezzeranno per ciò che sei Olivia" non le risposi perché non sapevo cosa dire, avevo troppi pensieri in testa per poterli esprimere tutti.

"Dimenticavo che per lui sacrificheresti la tua stessa vita" sorrise amaramente e tolse la mano dalla mia.

"Olimpia" cercai di riprenderle la mano ma si scansò.

"Stai sacrificando tutto ciò che ti rimane per un uomo che non potrai mai avere" vidi nei suoi occhi accendersi una scintilla di rabbia, cosa che accadeva di rado.

"Rispondimi sinceramente Olivia, se lui è così importante perché non li hai detto di Ares?" alzai lo sguardo di scatto quando sentì il nome di Ares essere pronunciato dalla sua bocca.

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