Capitolo 23

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Olivia's Pov
Il sole abbagliante di metà autunno colpiva la mia pelle pallida mentre ero distesa su un prato e guardavo le nuvole pensando a cosa assimigliassero.

"Sta per arrivare un temporale" lanciai un'occhiata a Timoteo che era disteso di fianco a me, ma non dissi niente. Seguì il suo sguardo e confermai che avesse ragione, dalla parte opposta alla nostra erano presenti delle nuvole nere che non erano nulla in confronto alle nuvole di fronte a noi. È la parte in cui c'è l'accampamento. Per un momento nel mio viso si dipinse la paura, Olimpia odiava i temporali, li ha sempre odiati fin da piccola, ma subito dopo mi rassicurai sapendo che Nike li sarebbe stato affianco.

"Hai paura dei temporali?" tornai a guardare Timoteo che aveva lo sguardo fisso sulle nuvole bianche di fronte a noi, e ci misi qualche secondo a rispondere.

"No" dissi solamente senza aggiungere nient'altro. Da quando sono arrivata qui parlo poco e niente se non per rispondere alle domande che mi fanno, e maggiormente è Timoteo che me le fa.

"Io invece da piccolo ne avevo paura, mi nascondevo sotto al letto per paura che qualche fulmine mi colpisse" non li risposi non sapendo nemmeno io cosa dire. Tra i due era lui che parlava liberamente mentre io mi limitavo ad ascoltarlo. È buffo come si sono invertiti i ruoli, quand'ero a Creta ero io quella che parlava troppo e la gente mi ascoltava senza rispondermi, mentre adesso sono io quella che resta in silenzio limitandosi ad ascoltare.

Girò lo sguardo verso di me e vidi con la coda dell'occhio che mi guardò per qualche istante di troppo fino a quando non tornò a parlare.

"Sai, alcune volte non capisco se mi stai ascoltando oppure no."

"Alcune volte non fa male restare in silenzio" scrollai le spalle e guardai le nuvole con le mani sotto la testa.

"E altre volte non fa male parlare."

"Preferisco il silenzio a dover continuamente parlare."

"Hai sempre la risposta pronta a tutto" lo vidi sorridere leggermente, ma non lo risposi, continuai a sentire il suo sguardo addosso.

"Non è buona educazione fissare le persone" parlai ormai stufa di sentire il suo sguardo addosso, ma continuai a guardare le nuvole che lentamente si muovevano sopra di noi.

"Ti da fastidio?"

"Se fissi una persona c'è un motivo e generalmente quel motivo è che vuoi parlarli."

"Non hai risposto alla mia domanda. Ti da fastidio?"

"Credo che tu ci possa arrivare da solo" alzai il busto e guardai il prato verde di fronte a me. Mi era mancato stare distesa su un prato a godermi la pace della natura.

Chissà se mia madre saprà dove sono, probabilmente non si sarà neanche preoccupata a venirmi a cercare visto la conversazione che avevamo avuto l'ultima volta che era venuta all'accampamento.

Mi alzai aderendo i piedi scalzi al prato verde e sovrastando con l'altezza Timoteo che era ancora sdraiato, "Olivia" mi richiamò non capendo cosa volessi fare.

Sentivo il bisogno per un momento di sentirmi libera, di correre e non pensare a niente, di sentire il vento che mi scompigliava i capelli e mi colpiva il viso. Volevo ritornare a Creta anche solo per un instante, con i miei travestimenti mentre fuggivo dai soldati e mi subivo le sgridate di mia madre. Volevo tornare anche a quando stavo Nicholas e ci rifugiavamo nel bosco. Volevo sentire la spensieratezza che non sentivo da quand'ero in quest'isola.

È pazzia, avevo pensato prima di muovere un piede e correre velocemente nella discesa andando verso gli alberi che man mano che mi facevo più vicina si intravedevano sempre di più facendomi capire che fosse un bosco. Sentivo finalmente il vento soffia fammi sulla pelle e i miei capelli scivolarmi indietro. Nella mia mente si susseguiranno le immagini di quello schiaffo. Da quando era successo non ero più la stessa, ero troppo silenziosa che nemmeno io riuscivo a capire cosa stavo pensando.

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