Tutto sommato non è stata una brutta serata, anzi... per come era cominciata quando ho visto Claudia credevo di non farcela, ma quando c'è Giorgia nei paraggi riesce a farmi tornare sereno. Adesso sto tornando a casa, è stata una faticaccia non chiederle di venire con me, lo avrei voluto. Avrei voluto baciarla e perdermi in lei solo per qualche minuto, ma ho desistito. È stato un colpo al cuore quando siamo rientrati dentro e Claudia era scomparsa, mi hanno detto che aveva bisogno di tornare a casa e chissà, adesso non starà facendo l'amore con lui? Cerco di scacciare via questo pensiero malsano, alzo il viso quando scendo dall'auto e ad ogni passo mi rendo conto che davanti alla porta c'è proprio la ragazza a cui stavo pensando. Claudia ha le mani conserte, il viso nascosto tra le braccia e non mostra gli occhi. Un po' mi preoccupo, temo il peggio e mi chiedo cosa l'abbia potuta spingere a venire fin qui.
«Clà» mi affretto a dire e anche a raggiungerla, «va tutto bene?» scopro il suo viso e mi rendo conto che i suoi occhi sono contornati da due enormi cerchi neri. Il solo fatto di sapere che ha pianto mi fa sentire come avessi un coltello piantato dritto al cuore. «che è successo? Che ti ha fatto quel viscido?» vado subito a conclusioni, Claudia tenta di parlare ma le parole le rimangono bloccate in gola.
«Lui niente, sono io... sono io la viscida che non dovrebbe essere qui adesso» le sue parole mi fanno sobbalzare così tanto che metto distanza tra di noi, ma ci rimango poco lontano da lei perché si alza dalla scalinata e mi raggiunge, impone la sua presenza, il suo odore, i suoi occhi, il suo corpo che per me è sempre stato una calamita. «Non ce la faccio così, Umbè, non ce la faccio!»
«Cosa... cosa non ce la fai?» cerco di ostentare la sicurezza che sono solito mostrare ma ammetto che stasera non mi sta venendo granché bene. È lei cavolo che mi fa questo effetto e non riesco mai a rigettarlo, ad annientarlo. «Dio, cosa non ce la fai?» stringo le sue braccia tra le mie mani e il suo respiro si infrange col mio, diventano una cosa sola. Dio solo sa quanto mi sto trattenendo per non baciarla, quanto fatica faccio per non stringermela addosso. Ho giurato a me stesso che non l'avrei più toccata dopo che mi ha detto che era Giancarlo il padre del bambino, che era lui quello che voleva. E ci sto provando ma è come se quando non la tocco avessi tanti spilli che mi trafiggono il corpo, non c'è una parte che non mi duole.
«Non ce la faccio ad accettare che tu stia con un'altra, mi fa male, mi uccide. Io ho bisogno che tu mi stringa come prima, ho bisogno di sentirti ancora. Credevo di potercela fare, di poter ricominciare, ma...»
Mi si annebbia il cervello a sentire queste parole, faccio un passo indietro e mi impongo di non guardarla negli occhi perché lo so, lo so io e lo sa lei che se solo la guardassi la porterei in casa mia e la bacerei finché il sole non sorge sulle nostre teste.
«Sei tu... sei tu che hai deciso, che hai scelto lui!» bofonchio con un filo di voce, ancora una volta a cercare la sicurezza persa. «Sei tu!» faccio lo sbaglio più grande della mia vita quando credo di essere più forte di un attimo prima e alzo gli occhi, perché quando mi accolgono so che in questo momento potrei fare qualsiasi cosa lei mi chieda.
«Lo so... ma, io...» non sa neppure cosa dire, e in effetti non c'è molto da dire. Il fatto è che, quando si avvicina a me, non capisco più nulla. Prende il mio viso tra le sue mani, una lacrima solca la sua guancia e io vorrei solo baciargliela, cancellarla. Le sue labbra toccano le mie un attimo solamente, tanto basta per farmela desiderare come un uomo che cerca acqua in un deserto. «Scusa» afferma rammaricata, forse si è resa conto di aver fatto un errore o forse è solo perché non mi ha visto ricambiare. «Non riesco a stare senza di te!» lo dice così piano che per un attimo penso di essermelo immaginato, ma da come mi sta guardando, da come morde il suo labbro inferiore, da come le leggo dentro so benissimo che è tutto vero. Che è come ho sempre pensato. E allora al diavolo la promessa, mando all'aria ogni mio buon proposito di starle lontano e le prendo il viso, la bacio a più non posso, con tutto il desiderio che si sprigiona dal mio corpo che non mi fa più pensare cosa sia giusto e cosa sbagliato. La voglio e basta. E con questa consapevolezza, le mordo il labbro, lambisco la sua bocca con la mia lingua, lei approfondisce il bacio facendomi sentire solo suo, come una volta, più di prima. Stringe le gambe tra le mie e io ho la forza per entrare in casa e tuffarmi sul divano con lei di sopra. La bacio con forza, ci togliamo i vestiti e rimaniamo nudi, lei mi guarda con più trasporto, stringe le mie scapole poi sento le sue mani scendere fino ai glutei per incitarmi a sprofondare in lei, senza remore, senza esitazioni, senza pentimenti. E nel momento in cui i nostri occhi si guardano, non c'è più via di scampo, siamo fregati e anneghiamo nel nostro senso di unione.
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The last Day (Completa)
RomanceUmberto ha sempre la battuta pronta, dice la sua in maniera spontanea senza pensare ai sentimenti delle persone. Sì, perché lui non è molto empatico, non capisce che alcune parole possono ferire. Nessuno, guardandolo, penserebbe che ne ha passate ta...