Ho passato tutta la notte a pensare alle parole da dire a Giorgia, a immaginare come la prenderebbe se le dicessi semplicemente che mi piace, così come mi ha consigliato Bernardo. Quando le prime luci del sole cominciano a filtrare dalla finestra, io sono già pronto per andare da lei. Esco dalla porta e con mia sorpresa Giorgia è davanti a me, indietreggio preso alla sprovvista. Ha i capelli raccolti in una coda alta, un pantalone della tuta che le fascia perfettamente le cosce e una canottiera nera che lascia vedere il tatuaggio sull'avambraccio. Sono certo che sia venuta qui correndo, lo dimostra chiaramente la sua fronte sudata. Le sorrido e mi immobilizzo nel guardarla, penso sia bellissima quando ha un filo di trucco sugli occhi, le risplendono ancor di più gli occhi chiari.
«Se stavi uscendo ci metto pochissimo e me ne vado!»
«Stavo venendo da te!» confesso e lei si morde le labbra, sembra trattenga il respiro ma mica mi lascia intravedere quello che sente, no, è sempre un segreto quello che pensa. È affascinante non capire mai cosa le passi per la mente, d'altra parte è anche frustrante.
«Posso entrare, si, vero?» neppure lo aspetta il mio consenso che mi è già piombata in casa, osservo il suo culo davanti a me e penso sempre che sia una delle mie più grandi passioni. È rotondo al punto giusto. «Non so per quale motivo stessi venendo da me, ma io tra poco torno a casa, a casa mia a Pescara» lo dice guardandomi negli occhi, sembra che tra noi ieri sera non ci sia stata alcuna discussione, perché fa finta di nulla. E mi infastidisce da morire la sua indifferenza, perché io non lo sono nei suoi confronti. «E, insomma, prima di andarmene volevo darti il mio regalo di compleanno, ieri sera visto che abbiamo discusso non ho potuto dartelo» me lo mette tra le mani, non si riesce a capire dalle dimensioni che cosa sia, è una busta marrone rettangolare con un fiocchetto rosso al centro. «Auguri, Umberto, adesso vado!» fa un passo per lasciarmi, come volesse farmi capire che questo è l'ultima volta che ci vediamo, che il regalo è solo un addio, ma io le stringo la mano e la blocco, mi metto di fronte a lei e la guardo.
«Mi dispiace, ieri sono stato un vero stronzo, ho questa strana abitudine di esserlo» abbozzo un sorriso, uno di quelli che faccio sempre quando sono agitato e lei mi fissa, ancora una volta senza un'espressione sul viso.
«Va bene così, Umberto»
Scuoto la testa in disaccordo, mi pianto proprio davanti a lei e un sospiro di paura mi scappa dalle labbra, non faccio in tempo a fermarlo. Si chiama paura di perderla!
«Non va bene così, mi da fastidio, Giorgia, questa cosa che sembra che nulla ti scalfisca!» indietreggia con la testa e i suoi occhi si rimpiccioliscono.
«Non te ne importa minimante, neanche l'aver sminuito quello che c'è tra me e te ti è interessato»Lei sorride ma questa volta lo fa amaramente.
«Secondo me, invece, tu vuoi che mi arrabbi se ti vedo con Claudia o con qualcun'altra e se non lo faccio ti arrabbi. Tu sei arrabbiato perché ho colpito il tuo orgoglio, vorresti che mi risentissi ma, Umberto, io non scappo. Non ci siamo mai promessi nulla, e se proprio c'è qualcosa che non mi va bene invece che scappare, ti mando a fanculo per sempre! Lo so quello che provi per Claudia, quello che hai sempre provato, me l'hai sempre detto, perché dovrei prendermela? Mi da solo fastidio che scarichi le tue frustrazioni su di me!» confessa, ancora una volta non capisce che qui non c'entra niente Claudia, che non è una questione di orgoglio. «Detto ciò, davvero, Umberto, siamo stati bene ma ora è meglio che vada via»
Lo fa davvero, mi volta le spalle per andarsene, ma non sta scappando, più che altro mi sta lasciando andare, come se non avessimo altro da dirci. E mi ferisce profondamente sapere che non avrebbe alcun problema ad allontanarsi da me, mentre io non ci ho dormito la notte al solo pensiero.
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The last Day (Completa)
RomansaUmberto ha sempre la battuta pronta, dice la sua in maniera spontanea senza pensare ai sentimenti delle persone. Sì, perché lui non è molto empatico, non capisce che alcune parole possono ferire. Nessuno, guardandolo, penserebbe che ne ha passate ta...